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Le 5308 poesie in esclusiva dell'argomento "Ribellione"
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 | Stringevi neri pensieri
nel lento offrirti a lui,
troppe le promesse,
in esse non c'eri tu.
L'inganno delle parole,
destinata alla purezza,
lontana dalla volizione
nella gabbia di un'idea.
Spogliata di passione,
nell'intimo
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| Pagu |
31/01/2015 07:08 | 2046 |
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Sei veramente bello nuovo pensiero
or ora sbocciato in questa pigra mente,
corri, non ti fermare, affrettati...
breve è il tuo tempo,
nuvole di pura e semplice aria sono pronte a coprirti,
soffocarti, cancellarti per sempre.
Chissà
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Ho una poltrona sul lato nascosto della Luna
ove non v’è vista di tal pianeta azzurrognolo
chiuso in un velo d’aria maleodorante
a prigionare alieni d’una sfera violentata.
Ho ali come la notte per volare nel giorno,
ma non v’è aria a
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 | Io non volevo nascere,
poi mi dissero "ma, dai,
la vita è un'occasione,
mica la sprecherai?"
Così gli diedi ascolto;
piansi qualche giorno,
mi guardai un po' intorno,
e poi mi rassegnai.
Io non volevo crescere,
ma
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| tenera bandiera che urla pugni sfatti di madri
granello d'un silenzio che trema poesia
liberata guancia d'un deserto di Siria
chiusa d'un sogno sfinito di notti che resistono vite
abbraccio di occhi serrati d'inferno
vite strette nei fuochi del
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| Capitanerò le tenebre, gl'inferi...
e col mio sguardo da negato sdolcinato
d'assoluto maturo uomo,
non più intermedio infante...
Sarò amico del topo, non per giuoco
Passeggerò sotto la città,
lungo le buie fogne
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Ripassa di qui
nel ribollire bianco del fumo
quel silenzio immaturo,
grano acerbo
che aleggia nella memoria dei pochi
che respirano ancora
dopo decenni di ricordi bui
scolpiti nelle rughe profonde dell'età
Inverno dopo inverno
rovinano
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All'alba, finì la notte
ogni spina cadde, dal petto
alla nuda terra
il mio corpo è un ramo secco ormai
un uccello caduto, sopra la prima neve
e chiedo, alla luna
quanto durerà l'inverno, il fumo dei camini
in questo campo
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M'è apparso nel sogno stanotte
il volto d'un bimbo dai grandi occhi neri
che mi guardava senza parlare.
Non distinguevo il colore della sua pelle
e mi domandavo chi fosse
finché gli ho chiesto: "Chi sei?"
"Sono
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 | Il treno dei ricordi
sempre più tenue espande la voce,
dove l'uomo piantò la sua croce
sul martirio e l'orrenda vergogna
di quel sopruso immondo...
che ha violato civiltà e senno.
Ancor l'odore acre di morte
chiede
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Non venne mai la guarigione
dopo le nebbie, l’inverno di ruderi senza più tempo
come il silenzio che tace,
come dio che non sente, le piante spoglie dalle braccia emaciate.
Non tornò più il sole
dai campi Elisi, né riccioli di grano alle
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Sotto il camminamento cupo dei passi pesanti
miriadi di anime incolonnate dal dolore
guardano i mattoni insanguinati di quei muri
dove fari accecanti sferzano la notte,
Cavalli di frisia arrotolati dalla paura sulle menti in fuga
dove le carni non
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Mimetizzarsi per non soccombere
in questa palude dove
come burattini ubriachi
cerchiamo un punto di appoggio
onde non perire
rifiuti mostrano di sé ogni dì
lame d’acciaio
coinvolgono in un cerchio di fuoco
come uscirne
non è un dilemma da
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 | Vorrei leggere parole nuove
germogliate senza preavviso,
nel sottobosco delle anime fragili,
all’ombra del grande faggio
che protegge i pensieri
dai raggi sfacciati del sole.
Sarà come l’alba del primo giorno,
quando una benefica pioggia
donò al
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Peccaminoso uccello
che delle viscere di un
giovane sorriso
ti sei impossessato,
affoga il tuo piacere
nella tua stessa carne e
nella tua stessa anima.
Siano i tuoi occhi
testimoni di eterna
dannazione del tuo
ignobile godimento.
Siano per te i
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Uomini persiana
si chiudono in se stessi
solo qualche raggio filtra
in evidente assetto di guerra
e pace sarà quando andrà
via l'ultima lama di luce.
Purgano nella morsa
di nuvole salpate
da sottosuoli al tritolo.
Stanno
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piango gemiti sfatti d'un sole d'inverno
polvere d'un brandello di ossa che trema pietà
avete sfiorito il silenzio di bestemmie
non più lacrime
non più sorrisi
tredici labbra impastate di perchè
e tu
incappucciato di
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Il silenzio.
Il silenzio di chi promette milioni di posti di lavoro
per ottener il silenzio sul suo potere personale,
Il silenzio di chi può fare molto e cambiare quello che gli è davanti
ma da codardo si ritira al suo interno
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Sono sceso in strada, cuore mio
ma c’era la guerra
ho corso fino al mare
e con me correvano in molti
ma il mare era oscuro, e c’era la guerra
sono salito su un alto fusto, cuore mio
per vedere lontano, e lontano e vicino
c’era la guerra.
E
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Greggi di parole
[gradiente termico di pensieri in folla]
viaggiano in incognito
dimentiche del sacro etimo
con piedi piantati nel fango
[per non disimparare il colore della realtà]
s’allunga la fila dei camaleonti
all’uscio della
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Sul lastricato di sampietrini
antiche orme sfiorite
solchi affaticati a contener
memorie.
Fardelli secolari abitano
quel suolo indurito
dove la storia scivola
nel suo ciclico ripetersi.
Inutilmente, lembi di cielo
scagliatisi senza
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Cosa serve sprecare fiato
quando orecchie non vogliono sentire
un cielo bigio si scaglia
bruma inconsueta
a coprire tono di voce
amore ha le mani legate
universale cerotto sanguina
eppure quella materia palpita
lassù sulla cima
occhi
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No - non è possibile
il fato sempre in agguato
con le sue unghie
dilania la carne
di nuovo lontano il traguardo
si fa beffe di noi sogghignando
rabbia stritola le membra
soffocato urlo muore in gola
non puoi non devi esplodere
ci sarà pure un
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Hai colorato di rosso, l'orizzonte
nel mare che geme
tutta la morte delle tue mani
ma dimmi, uomo
di che colore sarà la vergogna
e la morte, sarà forse bianca?
L'innocente chiede
se senti ancora il dolore
se nel silenzio di morte,
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Mi parli... tristezza
brividi lungo la schiena
di immagini non volute
sbircio dall'album
apro pian piano gli occhi
e da una fessura
vedo quel che non vorrei veder
Dimmi di quale pianeta sono
forse non esisto o mi son smarrita
ho tanta voglia
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Passerà questo concerto d'archi sopra il mare,
questo continuo andare e venire di navi,
questa finta timidezza di domandare,
questa luce polverosa in mezzo ai travi.
Passerà questo povero teatro di anime sognanti,
questo alzarsi di
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 | Ho pregato sulle matite spezzate
in nome di una libertà di pensiero
soffocata nel sangue.
Come il vento accarezza un campo di grano
ho atteso invano nella notte
la resurrezione
di vite innocenti falcidiate.
Mi sono persa per il
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| Or se qualcuno si crogia di mio duolo
a quel qualcuno dico: sii migliore
che già di pianto per malore colo.
Se ‘n pazienza pur tu mi lasci fore,
ch’alma tiene di te miglior pensiero
rovisti in piaga di dolente core.
Or se quel nostro dire
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Avvolgo il mio domani
di papaveri rossi e
sdradico radici che
infiammano la mente
come delirio onnipresente.
Cancello con un umido panno
ciò che di infausto si è mascherato
nei miei ricordi e
lascivi desideri
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 | Passo sempre più incerto
che toglie spazio al sentimento,
dove l'esempio mutila la ragione
e la libertà rapita da un'opinione.
La parola non mozza le dita...
la parola non toglie una vita;
o fratello nel sacrilegio immondo
tu
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| Lacrime tramortite dallo sgomento
in una piazza di matite al cielo,
dove i respiri come candele immortali
illuminano i cantori dei pensieri ardenti,
issati come bandiere da un martirio ignobile.
Perché?Ma perché?una domanda in
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5308 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1531 al n° 1560.
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