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♦ Maria Manzari | |
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Le 5308 poesie in esclusiva dell'argomento "Ribellione"
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Io sono ed ero l’ultimo
di questo coro immenso
legato ai miei pensieri
diversi in ogni senso.
Io sono un punto nero
su un viso angelicale
ma cerco sempre il vero
nella realtà banale.
Io sono quella voce
che dà fastidio a
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Mani grondanti di sangue
che scendono fin sotto dove la vita
cerca ancora la sua libera uscita.
Sogni infrangersi contro
muri di pietra con cuori di uomini
che ammutoliscono.
Scivola la mia mano tra i tuoi capelli
e senti che non serve parlare
ma
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 | sbiadiva il giglio
nell’eden di folli utopie
scheletri di conchiglie
alla deriva del sogno
scrigni arsi da vento vano
che soffia da bocche pregne
di parole vuote
scivolano granelli dalle dita
volti che ho dimenticato
nelle lacrime del
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 | Sdrucciola la vita sulla solita banana
tante parole e la sostanza va a puttana,
sol l'immagine ammaliante or intona
verso che dà nell'occhio ma non sfrena,
la sensazione di verità bello stivale stona
sei preso per il naso e metti il
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| Io non ci sarò,
non ci sarò quando il giorno, moribondo,
affretta il passo per giungere
a destinazione,
non ci sarò perché dimenticarmi
è stato il mio progetto,
l’estenuante ricerca
di luoghi
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| India |
28/09/2014 14:51 | 1218 |
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Incazzati, furiosi, colmi di rabbia e
di profonda inquietitudine.
Tavola imbandita con foglie di lattuga
del giorno prima.
Pane raffermo ed acqua che non sa
di vino.
Ristorante con luci soffuse,
imbarazzo della
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Com'era bello il tempo
quando le strade a certe ore
eran deserte o quasi
Prendevi il pullman che
semivuoto gentile ti accoglieva
l'autista t'apriva la porta premuroso
senza paura, guidare per lui era riposo
Adesso alla fermata
ti aspettano
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Piove, là dove non c'è
più futuro, tra gli oblò
e gli oblii il fiume s'ingigantisce
ricordando il suo perenne fluire:
è prospettiva, solo prospettiva
questo vivere limitato.
l'ozio drogato imbriglia
le
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Ti vinco, Vita!
A te mi avvinghio e ti trattengo,
avida delle tue carni mi cibo
e sugli occhi ti lancio
il guanto dell'eterna sfida.
E ti rincorro, pur senza fiato,
con la forza del sangue
che pulsa, che freme,
che chiama e mai si
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 | Sconvolge e avvolge pregno l'attimo
nella cruda e assassina enfasi,
che rimbombante sradica e abbatte
furia omicida di un quadro a tinte fosche.
Basta quell'attimo per sconvolger tutto
e gettare in ginocchio il volitivo contadino,
far vivere
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 | Scorrono i giorni dell’incedere
su declive sghimbesce strade
prono trascinasi di scortiche ginocchia
nell’inane intento d’alliciar l’appunta via
Trascorrono i giorni all’autunno
di vizze foglie scemate dal ramo
declinate sorde al negletto
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 | L’ignoranza mi uccide
perché mina il mio intento
di felicità.
Io non amo guardarti
mentre lotti coi denti
per non togliere punti
alla tua dignità.
Mentre c’è chi ha piazzato
uno schermo gigante
per vedere
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| All’ansie ripe e tremule
siede un messere, e mira
i quieti pesci e l’alighe
e mesto in cor sospira,
e a’ monti volge un palpito
e all’innevate cime
della sua Patria in lagrime
nel suo languor sublime,
e geme in sulle lapidi
de’i prodi un
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Siamo come tanti altri...
bambini... direi
ma diversi perché abitiamo
una terra dove sempre c'è
una guerra.
E spesso un tetto
un rifugio sicuro,
no non l'abbiamo
e siamo felici quando mangiamo.
Non abbiamo quindi
una scuola ed i
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Sono figlio del vento
non appartengo a nessuno
neanche a me stesso.
Sono come quei bambini
che negli orfanotrofi
di un tempo passato
chiamavano
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L'umanità vaga nella foresta oscura e più
non vede lo smagliante splendere dei campi,
non guarda i fiori che profumano di vita.
Ora che gli alberi grondano dolore, l'Uomo
si è smarrito e non trova, la strada
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T’ascolto, quando la mente mia non vuole più
nel tempo d’un istinto inadeguato, cinto al cuore
Quando torni: ti sento, trasfusionale essenza, passato primitivo
sottratto al dolore dell’impotenza, nodo d’amore sfortunato
e dunque; tutto ti affido
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Prendere in mano un fucile
e sparare ad un altro uomo
ad una donna
ad un bambino.
Dal cielo sopra un aereo
far cadere le bombe
che distruggeranno le case
e tutto quello che davanti trovano.
E sui carri armati andare avanti distruggendo
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 | straziati urli si odono,
coprono i sibili infernali
e le piogge di piombo
che attraversano i loro petti,
scavando nell'anima d'ognuno.
che resta oltre la speranza?
i sofferenti son già avvinti
vedendo il volto tracotante di odio
di
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| Qui c'è un albergo di gran lusso e noto
dove villeggiatura io ci ho passata,
porta un nome che adesso a tutti annoto
"fiorentino ospedale “l'Annunziata".
Un dotto e rinomato professore
ha sentenziato: "Non va bene il
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 | Onda libera,
dall'etichetta ribelle,
sconfiscata alla mente rinchiusa.
Sul lido devastato dalla solitudine,
sarà alluvione di pensiero,
navigherà a costo di dolore zero
a cavallo di questa fine estate.
Ripercorrerà in
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| non telefoni non scrivi,
solo in lontananza rivedo
il volto amato ma non riamato
d'amore manifesto che si tocca
come carne come sangue
che procede dal padre al figlio,
è franto il segno?
m'abbandoni e t'abbandono
per ritrovarti nello
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Mucho he visto en el mundo
muchas, he visto de cosas
He visto orejas tapadas
he visto ojos cerrados
he visto bocas calladas
el alma gritando
justicia negada
He visto niños hambrientos
he visto mujeres violadas
he visto hombres
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 | Giustiziata su un letto di morte,
la croce strappata dal petto
abbraccia il cuor saldo,
con tacito diniego
respinge ogni abuso
e violenta sopraffazione
perpetrata a una donna indifesa
d'incrollabil fede
che antepone l'amore
all'ignobile e
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| Fiocine a cinque punte
ricongiunte alle nostre suppliche
per infilzare ingordigie
bollate da anime perse
che
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| La clemenza per te si è sfiorita,
per un'auto di seconda mano,
per la quale hai pregato invano.
Ed anche per una vincita a carte,
ti sembrerà pure di navigare su Marte,
ma subito barcollerai a fine partita.
E per delle ragazze
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C’è sempre tempo a morire
se destino alcun non anticipa.
Che importa vivere, morire
quando son certo, esisto
e sempre esisterò, qua
o altrove il fato mi condurrà.
Non ascolto dolore in tal vita
ove tutta l’esistenza
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E poi mi dite che sono vecchio,
voi che non avete mai combattuto
le catene e la luce del giorno,
le spade abbassate con lo sguardo
Voi che conoscete l'amore del corpo
ma non le lacrime della luna,
non le stelle lasciate a tarda ora
quando
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 | Cavallo
a briglie sciolte
al vento di solitudine
inquieto e spavaldo
sui prati del mondo andavi
principe privo
di sella e giaciglio.
Galoppasti
la vita nel saper del sapere
di conoscerne la verità.
Fu quella notte ove nitristi
il
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Non risponde l’anima in vita inadeguata,
falsi sorrisi, forzati e contriti, sensuosi capricci
che rubano tempo prezioso, lasciando gorgo
profondo, melmoso.
Volto le spalle, ad un cielo illune, agogno come
chimera quel volto rotondo che rischiara
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Non fuggire mai più via
Mio giovane guerriero ferito.
Non ci sono solo le nuvole
A rincorrersi su questo cielo.
So quanto stanco sei ormai
Di chiedere aiuto a un dio
E di non udire risposta alcuna
Oltre alle tue sanguinanti urla.
Non
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5308 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1651 al n° 1680.
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