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Le 5308 poesie in esclusiva dell'argomento "Ribellione"
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Non più altre mani per fare girotondo...
corro sempre
scappo
la staticità mi rende vulnerabile
nuvole nere
grandi come speranze perse
mi sovrastano
mia madre
-una delle tante madri mie-
tiene i sandali dei miei fratelli in
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 | Musica lenta, nell'ora
che precede la battaglia.
Assordante musica di bombe
nell'ora del dolore.
Non conosco le trame del potere,
non so nulla di dollari e petrolio,
sono solo la vittima dei miei carnefici
intrappolata fra avidi giochi
di
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Non lo so cos’è quest’aria oggi, forse un’inquilina abusiva di un maledetto ruolo, intimorito
dalle conseguenze delle finestre spalancate
Una cappa putrida che tenta di soffocare il sole, insiste
[ chissà se i gerani sul balcone, l’avvertono
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Stanno massacrando un popolo intero
sotto lo sguardo insipido dei paesi arabi
ed il filo spinato dei ricordi.
Non era attraverso il fuoco
del suo kalashnikov
che Amin voleva trasmetterci
il calore della sua terra
ma la sua dignità di
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 | Nella vita
iniziale, è la mia volontà?
Il bambino diventa ... o lo fai
diventare adulto; l’ho subito
a mio malgrado, ne esco
sconfitto.
Vorrei udirti
per capire, così deve
andare il mondo? Se mi
propini senza requie,
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Mano d'uomo
t'affretti alla morte
e la tua lingua, piena di sale
non trafigge il buio, non vede il mare
Solo sangue, sulle tue rive
solo morte, morte
e il mio, qui inutile silenzio
Foglie cadute a coprir la terra
foglie marce, di pioggia, di
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 | Mi ribello
Alla rotondità del mondo
alla bontà senza misura
al lumicino acceso
alla molliccia stretta di mano
che accompagna un falso sorriso
Spacco tutti i vetri
voglio punte aguzze
unghie come artigli
Voglio chiudere
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Non ho più lacrime
da donarti
non ho più sorrisi
che mi possano far
gioire.
Non ho più palpiti
d'amore che possano
scuotere il cuore mio.
Non ho più un fil
di voce per gridare
al vento il
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Non ci sarà salvezza
per quegli "eletti"
che mieton giovani germogli
mentre il mondo sta a guardare.
Piccole vite
falciate come fossero erba malvagia,
gramigna che invade fecondi campi!
Son bimbi innocenti
con negli occhi
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Fiamme di petrolio, appiccicose come cellophane
urlano dai varchi senza amor proprio
delle serrature di questo caleidoscopico peregrinare
sciocco
di sale aspro e fuliggine
Sciacalli avvezzi alla caccia
mirano a spolparne le membra
a succhiarne
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 | Nascesti dai sogni
infatuando la luna...
ti vidi gemendo
affrontare furiose tempeste
impugnando catene spezzate
biasimasti i difetti del mondo
acerbi
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| Se
le fuorvianti
amicizie illusorie
hanno sconvolto
la soluzione
Lascia stare i vicoli chiusi
Se la Vita incalza
incombe
come una mano lenta
Gigantesca:
è l'ora
della ribellione
Nei modi e nei mezzi concessi
a Te da
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| Ninno il gemito
per un indomito pensare;
assemblo il dolore
che non nasce dall’inconscio
e, compaio per
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Codificare lettere
non è sinonimo
di manipolazione
della realtà
Codificare esistenze
non è causa
di futuri migliori
Codificare sentimenti
non è garanzia
di universale
giustizia
Allora è chiaro
come il
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Due vasi di narcisi ed una busta sempre
gialla.
Cade il sortilegio di quel quadro,
troppo in vista, ora che si apre un precipizio
di parole e della musica ricorre dalla
finestrella smilza, increspata di viole.
Con l'ago non ti fai
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 | S'intrufola refolo di brezza
fra le corvine chiome della notte
effimeri sogni elargendo.
Si esibiscono in cori e recite opache stelle,
a speranzosi amanti unico sprone.
Olezza d'urticanti muffe
l'alito dei giorni
persi in diatribe
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L’incubo
il tuo cielo di coltelli
gabbiano
volteggiante in cerca d’oro
ombra d’autore, con gli artigli
spaccacuore
equivoco spietato
di un ego, incantatore di serpenti
Piove, sulla terra
il tuo bene radioattivo
un accento
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Ci proviamo
Rosso
relativo nella sensazione
assoluto nella Redenzione
Le mie emozioni si dissolvono
nella Speranza;
la Forza è contenuta dagli Dei dell'Amore
Mio Dio Unico:
a Te lascio la mia Preghiera disperata
non
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Arriva quel giorno
che i sospetti son realtà
vanamente sommersi
in pacifico oblio.
E’ sempre falsa la pace
allor che il crear di Dio fè
violenza al nulla ed a Sè.
E’ stata la mia Regola
e, quando abbandonata e
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Cerchi spezzati, senza centro, semicerchi
all'intorno lupi e le zanne colano di languore, di fame,
il fiuto brama la carne, che lacera sfama la sete...
...il potere.
Gli ulivi, i limoni, la terra
I canti dei grilli degli uccelli,
i fischi dei
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Felice colui che non pensa
la vita un frutto da mangiare a spicchi
doni di coscienza saranno fermi
d'innanzi alle porti
di menzogne e ferite
guerre che gonfiano prigioni
pensieri di impotenze
nell'arrendersi
inghiottita dall'alcool
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Sono figlio del mare
del mare in tempesta
del tempo che passa
della gente che resta
Figlio della ragione
di una nuova rivoluzione
che inizi dalla mente
per raggiungere la gente
Figlio dell’anarchia
come unica via
per sfasciar le catene
da
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Erano vuote le piazze ridenti
mentre dei savi scrivendo versi
riempivano virtualmente siti
di lunghi pianti ribollenti.
Lacrime calde rigavano guance
scavate, scarnificanti, Dure...
come pietre lanciate a parole.
Mentre i reali selciati in
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Guai, figli di leziose e vili mosse
non vedo esimersi, né redimersi
Circolano nelle vetuste aperture che sono
sempre lì, alla mercé di ogni nero soffio
intento, sforzo
Intimi raccolti, sovrastano i colori
l’insistente
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Mi dica
le illusioni,
sono profumate?
Le ferite ritornano, eTi straziano un po' .
Il tempo Giusto, per non soccombere!
E Rialzarti nel deserto dei Leoni
col Fuoco Azzurro e Rosso nelle Vene!
E la consapevolezza degli Uomini Nuovi .
Le
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Giocano i bimbi
a ruzzoloni sulla sabbia
tra biglie e racchettoni
schiamazzi leggiadri,
corron le madri
a impomatar le spalle
dei loro cuccioli
fiere allo sguardo
serenamente assise
in braccio al solleone
sorseggiano lente
le ultime
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Pretendere di capire
entrare nel cuore di chi
della sofferenza
ne ha fatto una ragione
viziaccio che non rattrappisce
mettere bocca in ogni dove
accantonando il rispetto
invadente calamita
pronta a suggellare
quel pizzico di
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Rotolano le briciole
d'un amore tagliato
dal fil di lama
dell'armata follia .
Smottano nell'animo
in mezzo ai rovi
pieni di succose
mature illusioni.
Poi, l'avido oblio
le inghiottirà
e allora vivranno
da spinosi ricordi.
Nel
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 | Occhi su occhi
chiusi,
lacere labbra
riccioli e fuoco,
sangue
ventre nel ventre
piccole mani,
fredde
l’oblio che agghiaccia.
Urlano le pietre laggiù,
sotto la coltre bianca
polvere dilaniata e sparsa
striscia e
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| Astute,
da evi passati finalizzate
e dal loro magico estro mal tollerate,
caccio esse...
le svariate streghe a me dimesse.
Sono in ogni bruta cosa
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Sono strette le parole
dentro ai muri ormai blindati.
Serrature in bocca al
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5308 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1711 al n° 1740.
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