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Le 5309 poesie in esclusiva dell'argomento "Ribellione"
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La vita
m'imbriglia
mi slaccia
e riallaccia
ma io curiosetta
e un poco furbetta
la chiudo
in un foglio
la stringo
la imbroglio.
Sciolto il legaccio
l'essenza si libra
come farfalla
leggera qua' e la'
di poesia in poesia
la mia anima
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Fastidiosa, accecante inutile luce.
Fa apparire tutto come veramente è,
non copre
non nasconde,
ma ti fa inprigionare
scopredonti colpevole.
Ignori la tua vita quotidiana
cercando rifugi dove nasconderti.
Io sono l'uomo che dorme di giorno.
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Due volti si guardano.
Lucidi e attenti.
Cosa pensi?
Ancora non posso pensare.
E' l'istinto che mi guida.
Voglio rimanere avvolta in questa fase.
Senza ragione, senza dover giudicare.
Mi va bene così.
Guardami pure.
Non mi fai paura.
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Il grigio manto di cupo tinto
scende sulle spalle del globo
ha la luna per spilla. Così a lui è ben cinto.
Nuvola non scopro luce non trovo
ma diaccio fremente che sprona il torpore.
Io dal piatto vetro ti scovo
eppure di me non conosci che il
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Ho visto gente che mi chiamava terrone
solo perché sono nato nella parte sbagliata
di un'Italia che non viene amata
Ho visto persone morire per andare a vedere una partita
che facevano cori fascisti
mentre facevano atti mai visti
Ho visto troppe
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Era mio zio
che raccontava l’esplosione
dopo rumore di aerei
mentre un legno appariva
sotto il pantalone alzato,
con una scarpa di cuoio nero
infilata a forza
in una misura non sua.
Pronunciava il suo nome
quell’uomo
in commissione
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Aspetto che arrivi la sera
poi che arrivi il mattino
e cosi il tempo
mi ruba gli anni più belli
non vivo il presente
in attesa di un futuro migliore
e intanto passano le ore
sfugge la vita
in un’altra giornata appassita
arriva la sera e
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Stop!
Grida l'esser mio
Basta!
il mio sangue italiano...
Chega!
il mio cuor brasiliano...
ascolto musica,
vecchie note non importa
se comprensibili o meno
-Kaled-
sento ciò che
mi fa ricordare.
L'estate
Sole
Calore
Amore
Ho
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Guardaci,
osservaci,
non perderci,
non lasciarci svanire,
facci restare,
vicine,
con te,
che ci sei
ma avolte te ne vai
in quell'isola laggiù
e non vuoi tornare più.
La c'é un mondo di magia
che l'anima ti porta via.
Lo so,
non é
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Me ne vado
confidando nel vento.
Lascio. Alle spalle
lampioni e ribalte.
Non ho bisogno
delle vostre, stupide maschere,
di corsetti, graditi se in nero.
Non ha costrizioni
l'aria...
Io, annuso
gli odori del mondo.
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Può un sogno farti innamorare?
Il suo sguardo, quel suo timido sorriso e un immenso campo di grano spezzato da un malinconico libeccio.
Perché il dolce va mangiato sempre da mani che non sudano?
La notte sta per calare.
Le vergini folli assaporano
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Nessuno protesterà per te,
ragazzo schiacciato
da cingoli gelidi
a Piazza Tien An Men;
chi sei tu Yan Palach,
che ronzi seccante
nella sorda coscienza
d'intellettualoidi nostrani?
Urla mute
dal fondo delle foibe
d'incolpevoli
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Non c’è più alcun pensiero
nella zucca ormai seccata,
tolte tutte le sementi
resta un pugno d’escrementi.
Il ricordo non demorde
fluttua piano ancor in testa
dondolando tra le corde
su e giù come in altalena
tra barlumi e spazi bui
lambisce
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Buonismi ipocriti
inclini al sorriso,
sepolcro imbiancato
d'ingiustizia conveniente;
sensi unici
miopi al proprio errore
misconosciuto e negato,
presbiti all'altrui;
al diavolo
la trave nel mio occhio,
c'è una pagliuzza,
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Momenti di solitudine, momenti di preghiera.
Scali discese rocciose, il vecchio pazzo sogna oasi di sapienza.
Strana gente alla finestra, il vento accarezza le smaniose vigne in baccanti orge.
Il tiranno ricoperto di uno strato di vomito.
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Perché anche i girasoli mi danno le spalle?
Aspettiamo i giorni tutti uguali, con la speranza che cambiano.
Le feste, i banchetti sono solo una facciata.
Si quei falsi sorrisi, quelle parole di circostanza.
Le colline soffrono i ruscelli piangono.
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Dalla coda dell’occhio lo vedi.
Senza guardarlo avverti la presenza.
Insistente e fastidioso si incide nel ricordo.
Come una spina punta ai nervi.
L’occhio sussulta. Lo sguardo torna sempre.
Cominci a fissarlo, un solletico nervoso.
Le dita
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Natale è una cosa reale
una bischerata
o un ormeggio dell’uomo!?
La natura dai venti
derisa
lo ignora soffocata,
in prestito
ai sogni di pace
l’uomo lo conduce
nella festa dei doni;
sognato fatato
regala calore
alla persona
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E tutti vanno avanti. Tenere il ritmo.
Non esiste altro. Il tamburo dà il tempo.
Te l’hanno insegnato. Ce l’hai dentro.
Una fila serpeggia nel grigio, cantando.
Un passo dopo l’altro, il capo chinato.
Che felicità scolpita sui volti di pietra.
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Sono obbligato a starmene rinchiuso
in uno spazio tutto uguale,
sì! Non ho scelto il mio rifugio.
La poesia è un parto naturale,
di getto prende forma
altrimenti non è tale.
L'arte vien dal cuore
dove la mente parassita
prende il
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| Omar |
19/06/2008 13:44 | 1197 |
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Non succede niente
quando aspetti.
Tempo sprecato,
un minuto, l’intera giornata.
Sguardo perso,
la speranza.
Tutto inutile,
silenzio.
Non aspettare
e succede di tutto.
Maledetta attesa.
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l'equilibrio
che un tempo regnava
nel mio
fragile ego,
non vi è più.
In vortici
di pensieri
senza tempo
ormai
mi perdo.
Intorno a me
il vuoto c'è.
Tento la fuga,
cerco un ancora
di salvezza.
Ma la terra scivola
da sotto i piedi.
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Vomito al sorriso beffato,
dall'occhio spento,
proiettato di dentro.
Mi giro al triste cospetto,
d'un sarcofago vuoto,
inutile scroto.
Sputo a parola sottile,
dal contorno meschino,
animo ovino.
Scalcio al gesto mite,
di carezza
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Ho due mani con cui prendere
e dieci braccia con cui dare
ed è normale che a fine termine
risulti sempre debitore.
Ho una notte per sognare
e mille giorni d'affrontare
ed è logico che non mi resti
neanche una fiaba da raccontare.
Viaggio
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Uno schiavo di colore
sorridente
e contento
cerca qualche moneta
a chi,
in una mano
indorata,
tiene un bicchiere
di bianco a metà
e
legge la Borsa,
e senza avere palle
per guardarlo nei bianchi occhi,
gli consiglia di andare a
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| Charlo |
10/06/2008 21:41 | 1109 |
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Sputa scintille la rabbia incendiaria,
crogiolo di frane di sensi tagliati,
consuma la quiete spocchiosa.
E’ vento randagio d’aria viziosa,
insistente flagello di rami prostrati,
schiaffo ritorto all’apatia.
Nutre l’istinto
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| Exeunt |
10/06/2008 19:05 | 1273 |
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Addobbata, 'mprilliccata,
di gala vestuta.
Ari quattru vianti
vanniata, sbanderata, accramata.
Cu sancu pagata.
Reditata,
t'avimu cridutu,
prejati, ni simu grolijati.
Libertà,
cumu petra, t'arrincanu i potenti,
e arriati
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Pupazzo di pezza dal portato ingessato,
Inchinarti dovresti a chi ti ha graziato.
Incedi contento nel creare tormento,
Tradendo l’attesa con gesto sgomento.
Il vile rinnova, mostrando l’amore,
Strumento di rango a cui va l’onore,
L’errore
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forse nella mia concezione normale io sono pazzo
e pazzamente ritengo voi normali...
ma badate bene giovani infanti del gregge
miseri popoli accumulati in ceste di sabbia
siete sabbia!
granelli di sabbia...
sgradevoli e fastidiosi
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Non ho bisogno
di sorrisi plastificati
nati nella soffitta
del tuo spirito malato;
tieniti le battaglie
adeguatamente studiate
dopo le tue assenze
nel momento della pace.
Tra il dire
ed il rado fare
si misura la distanza
tra l'anima e la
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Guarda stolto!
Privo di speranza.
Rassegnato alla sconfitta.
Ferita al cuore,
Fitta al sangue.
Tu che ami la guerra
Tu che fuggi la differenza
Tu ce cerchi certezza.
Sei stolto.
Stupido.
Inutile.
Muori sereno.
La pace non conta
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5309 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 5161 al n° 5190.
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