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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Le 37667 poesie in esclusiva dell'argomento "Riflessioni"
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Cassetto
che solo tu
puoi aprire,
con vecchie foto
di un fiume
che specchia una barca,
ricordo di limpide notti...
sfugge la
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Ancor infante quasi col pannolino
dalla culla all’asilo più vicino
dolce la materna sveglia
ma già incombe la tremenda fretta
L’orologio della vita non si ferma più
rintocchi lontani rimbombano fino in testa
prigioniera dei ritmi senza poter
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Un guscio corporeo
matura e sfiorisce, anzitempo,
quando, il dolore corrode l’anima
e la solitudine, toglie la vita,
in un lampo,
come
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L’ingranaggio dell’orologio gira mogio
stritola il tempo con dolo e plagio
lo soffoca tappandogli naso e bocca
stringendogli la gola lo stanca e fiacca
ma il tempo incessante non da scampo
chiede tempo e insiste nello slancio
iniziano a cadere le
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 | E vedrai, che non ci sta
il mare, in un bicchiere vuoto
e vedrai le foglie al sole
cadute nel prato
e il vento, che non torna mai indietro
e vedrai, le stesse rondini tornare
e vedrai le tue scarpe sistemate così bene
e i giorni legati
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| L’incoscienza di un istante si arrampica sugli specchi
quando all’improvviso s’illumina la mente
quello scrigno sempre presente
pronto a suddividere ogni porzione dell’attimo
quel briciolo da stritolare tra le mani
affinché riprenda
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| Intorno a noi ci sono tre tutori,
son due signori antichi e una bambina,
i primi due camminano in simbiosi,
la bimba resta indietro, è piccolina!
Il primo che la gente chiama “Mondo”
è un bel pianeta, molto malandato
che si presenta come un
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 | Primo giorno di scuola
occhi smarriti e sfiniti
si aspetta non si sa cosa
mi siedo dove capita
guardo fuori la montagna
girano voci sulle sue grotte
piene di pensatori
ecco spiegata la location
della nostra scuola di valle
svelato finalmente il
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| I miei occhi sono li, sulla linea dell’infinito, dove cielo e mare si uniscono.
osservo i colori, strisce rosa, rosse e celesti, uno spettacolo per l’anima.
Il giorno è quasi finito, lascia tante invisibili storie,
lascia tormenti e dolori, lascia
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| Risparmiare sul piccolo per avere il grande
non è da gettare nel cassonetto
basta saper suddividere ogni desiderio
ed il risultato avrà sicuramente il suo culmine
il sorriso si aprirà a quel mondo
ambito ad oltranza
come non essere
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La vanità suprema
inconscia della rosa
lei che non ha cura
del colore dei suoi petali
e della forma del suo corpo
si ritrae dentro un bocciolo
come un sogno al mattino
e s’apre al sole, piano piano
e anche di notte brilla,
come una vera
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Sentiva candido quel vento
accarezzare i sensi
infreddoliti e mai capiva
che alla porta
bussava quel periodo propizio
il cui fascino
splende in giornate
fredde e fosche... l’autunno.
Quelle illusioni
dolci come il vino
appena pigiato
ove il
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C’è mestizia
nelle viscere dell’anima
a raccattare perché
senza risposte
e dove e quando
la follia d’una vita
ha ancora sogni.
Assopita
nel volto ingrigito dell’attesa
rivedo il tempo.
Volto le spalle,
nascondendo il viso al ricordo,
e
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Pensieri appesi
in fila come soldati
Irti, chiusi
dal sole appena baciati.
Mestamente abbracciano
il tempo che passa
nelle ore al morire del giorno...
Come anime in fila
sul crinale della sera
li vedi salutare la luce
che di lato
affoga
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Rilassata io,
osservo quella scia dorata,
di una luna che si specchia sul mare,
un sospiro profondo rigenera i miei sensi.
C’è un silenzio nascosto,
voci di uomini e donne
che passeggiano sul lungomare felici
mi avvolge e mi rasserena,
una brezza
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Ma le parole naufragano nella mente
e vagano nei giorni vuoti e nelle notti di strane tempeste
quelle parole non affondano mai...
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sono ancore fissate nei fondali, slegate
punti fermi nel silenzio, forme acute
ma le parole sfiorano i segreti,
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Langue la pagina non trovi più quell’input
che tanto ha rivoluzionato l’esistenza
deve pur esserci un modo
onde ritrovare quei profumi persi senza una volontà
scavare scavare sino a spezzarsi le mani
non sempre è possibile
il ménage propone
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Dopotutto cosa può celarsi dietro ogni silenzio?
Forse solo l’assenza di parole,
quelle non dette ma pensate,
poste nel dimenticatoio e accantonate
Dopotutto cosa rivelano le voci?
Forse un concetto espresso male,
quel momento
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E fu così quel dolce sentir
a volteggiar fra mente e capelli al vento e
salir in alto fra nubi a cercar quel senso d’abbandono.
Camminare in punta di piedi ed inoltrar in
altre dimensioni e cercar l’ispirazione in
spirituali sensazioni e indossar
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Talora m’illudo
che ancora molto mi resti
di questo incerto vivere
che mai concesso ha sconti.
Prigioniero di forzate illusioni,
il tempo ha costruito apparenze,
inganni forse,
ricostruzioni distopiche
di vita rarefatta.
Se ti riesce,
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Profondo sottile sinuoso
lungo cerebrali circonvoluzioni
scoraggiamento globale
non puoi essere fatale
Fermo il Tempo
fisso lo sguardo
solo l’animo
aspetta testardo
Aspetti dall’Alto
uno sguardo divino
ma già un familiare abbraccio
serenità
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Le statue son ricordo
ricordo di ciò ch’eravamo
quando l’anima sporgeva dal reticolato,
ricordo amaro di paure
che hanno generato figli e guerre.
I figli...
erano non nostri ma della paura
di rimaner soli domani
e le guerre...
erano
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Andiamo talvolta via d’impulso.
Torniamo, rivisitando i luoghi dei misfatti...
per rimediare a piccoli dettagli,
omissioni, negligenze, magagne.
Viviamo curiosi di vedere
come tutto muta nel rimanere uguale.
In un vortice di foglie, trainati
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 | Ci si trovava al bar
- piccolo emporio per persone semplici -
si parlava di pascoli
si dibatteva su tratturi e armenti.
Nessuno disertava un funerale
in chiesa s’incontravano
gli sguardi e spesso sbocciavano i sorrisi.
Un profumo indelebile
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 | Penso ai vecchi arroccati nel paesello:
nonostante ti affanni
a intercettare dentro arterie l’embolo...
nonostante ti danni
a sezionarli dal ventre al
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| Settembre
e i suoi morsi a vespri d’Occidente
tra canti di merli con il Maestrale;
sale, il Ponente, sale: ah, Alato dolente
non dirmi di iridi di sale
ché resilienza c’è nel mio segreto Aprile.
Sa, la pietra, l’altezza dell’inciampo
le sabbie
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Lia |
10/09/2019 21:09 | 932 |
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(Nulla è mutato)
Non v’era scritto
che avrebbe fatto vita da nababbo,
di raso il giaciglio, di pietre il sentiero,
fino al podio. Rosso. In mano lo scettro.
E neppure che qualcuno
avrebbe strisciato per terra
per un tozzo di pane,
una
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Nel cammino che porta all’infinito
alla perfezione dell’essere e dell’amore
basterebbe spogliarsi del vestito
e sciogliere i nodi di quel filo
che ci tiene legati a Dio e al suo destino.
Basterebbe trovare il coraggio
lì in fondo all’oblio
e
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Fiori di vita
A disegnar vita v’è un giardin fiorito,
ad anima gentil a porger saluto,
colorati tratti ad ombra e chiarore a
preservar freschezza a calici d’amore...
Fiori novelli intrisi di profumi e gemme a
sbocciar su rami inermi,
frescura
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Non si danno mai fiori in dono alla morte
non saprebbe che farsene
e poi
si dilaterebbero certi strappi nel silenzio
al ritmo d’una pioggia di fine agosto
nè ci sarebbero più donatori
estirpate le piante.
La vita è un dente pendulo
fatta di
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C’è un gran bisogno di allargare il campo
(immagina un grandangolo se inquadri);
non limitarti al soggetto o allo scampolo
lo sguardo schioda e caldeggia gli afflati.
E’ necessario rianimare i luoghi
ricucire distanze
e’ necessario ricolmare i
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37667 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 3511 al n° 3540.
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