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Le 1915 poesie in esclusiva dell'argomento "Satira"
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Quel saccente"Cacasenno"
nella smania di far danno
come sempre, pur quest'anno
ha imbastito altro inganno.
Con l'arte del tranello
sospinge il "comparello"
buttarsi all'impazzata
a tentare la traversata;
indi assieme a
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 | Sembrava una regina
Sì bella, vaporosa,
Un fiore delicato.
Avvinto a lei, uno sgorbio
Malfatto, grasso goffo.
Sul labbro inciso un ghigno
E un grugno orrendo
gli scendea dal viso arcigno.
E insiem stretti allacciati
andavan
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| Giannetto del Gobbo, messer di Venigia,
dassenno si fece di cabale esperto
e tanto mirava i profeti che certo
sembravagli ognora dell'orbe 'l crepar.
Con far d'alchimista, con mente di folle
di Francia nomava di nostra Signora
il tetro Michele
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| Conosco un dongiovanni
che a soli dodici anni
già comincia l'azione
della dolce seduzione.
Ora va guardando a manca
per cercare qualche gamba,
poi lo guardo mena a dritta
a cercare una coscritta.
Giovincella oppure
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| Eccitato e potente
innanzi al cospetto
della donna fatale,
un palpito al petto
lo fece cadere
nel magnifico letto.
Lei, splendida amante
rotolò sul talamo
prendendo sembianza
di giovin gazzella,
saltella, saltella
si accorse
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 | Come soldato
mi sento in bilico
mi par che qualcuno scrisse
come stan d'autunno sugli alberi le foglie
pur io nella mia veste di scribacchino
sento in declino questo mio destino
eppur ci avevo messo tutti gli ingredienti
baldanza invidia e
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Turan |
03/07/2012 10:34 | 637 |
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| Uscì la processione
e il drappo si spiegò
ma la schiera scostumata
in branco l'afferrò
e dopo averlo preso
in un baleno lo stracciò.
Ed una gran fracassa
di calci si spostò,
la banda con baldanza
l'inno sacro
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Lei...
suo peccato a debito pagato,
uno sguardo abbagliato...
e lo ha subito conquistato.
Porta da tempo lo stesso vestito
sempre stirato, profumato e pulito,
cucitogli addosso...
da un sarto noto e riverito.
E’ sempre accaldata
dalla
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 | Buongiorno Direttore
mi scusi l’intrusione
son qui questa mattina
per chieder alla sua banca
se può elargirmi un pochino di sostanza
sa
credevo d’essere un poeta
d’esser giunto ormai alla meta
avevo scritto su un bel sito
ricambiando
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Turan |
25/06/2012 14:55 | 717 |
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| Oggi quasi quasi prendo il cappello
questa caligine mi rode la gola
devo fare le scale tre a tre
per non sentirti piagnucolare.
Lascio sull'ottone l'intarsio
la testa di leone in avorio bianco
Non me la porto accanto
vado spedito
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 | Haò
nun t’azzardà a scrive verità
nun le vo sentì nessuno
le cazzate che voi raccontà
p’esse poeta devi inventà
devi fa ‘rdifficile
devi lascià a quell’artri
er senso der verso che voi
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Turan |
20/06/2012 18:55 | 497 |
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| Sin dagli albori del mio cambiamento
quasi volendo suggellar l’evento
in terra ricca a dimorar ti posi
ed altezzoso là cresci e riposi.
Scelsi quel posto donde il mar t’è a fronte
che levante mirar puoi e pur ponente
e dove in mare
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| Due doni preziosi di terra
alla salute
con destini uguali e contrari
-L’aglio, cresce sottoterra
si fa arma sociale verso l’alto
-I fagioli, maturano
sotto al sole esplodono
verso il basso
-Entrambi due cecchini
di incontri galanti
-Imparentati
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| Sono goloso di biscotti
li adoro tutti
col buco al centro friabili
quelli della nonna con la panna
i classici galletti
anche quelli grigliati
speziati
Di cioccolato con le stelle
di ghiaccia dolce profumata
quelli omogeneizzati per bimbi e
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| Ed era solo un chiodo arrugginito
un sogno mai riuscito,
L'America di tutti i poveri
un paese ancora da trovare,
poi ho scoperto che sognare
è ancora individuale.
Il sogno a ripetizione ancora non esiste,
chissà,
forse sarà
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| Macchia,
macchiolina,
macchiolina stretta,
scavata
dentro al buono
senza fretta
a rosicar
la polpa genuina
circoscritta dal tuo tarlo,
Oh macchiolina.
E c'è chi getterebbe via
la mela intera
sì
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| Puoi essere
un uomo
o una donna
senza onore
rubare
manipolare
sparlare
perseguitare
sempre
con falsa educazione
sbagliare i verbi
straparlare
prostituirti
abusare
ma mai parlare male
perché sei un signore
vestito
come un fiore
con
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 | Si ciba di se stessa l'ignoranza,
sua compagna è la presunzione
fetore diffonde rancido di boria
arrogante mostra sicurezza
Calpesta altrui sapere e si alimenta
al desco dell'autoincensamento
vigilante saccente a sovrana s'erge,
ma
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 | Affanni a non finire, e un giorno disse:
"Amore scusa sai, ma non resisto!
L'effluvio dolce dei tuoi piedi cari
e sì preziose ascelle come d'oro,
che olezzano distanti, e presso accoran,
io più non ce la faccio a
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| sono l'orgasmo:
non domando
sopravvengo
vengo
nell'orgia
di un pensiero
vaneggio
boccheggio
arieggio
la stanza intrisa
qualche risa
un
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| In certi giorni roventi d’estate
persino il diavolo
affacciandosi sulla terra
fulmineo ritorna a refrigerarsi
al fuoco collaudato d’inferno
-Se poi sperando in sollievi
su scie di stravolgimenti
si vuol vedere il mondo capovolto
-piedi al
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| So’ ‘na "Gondola senza freni"
che naviga pe’ ‘sto monno,
compro affetti a palate
e coscienze a carrettate.
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Impono leggi come me pare,
i poteri me li piglio,
e quelli che chiamano sfigati,
li mando a quel paese.
.
Calcio nel sedere
a chi me
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 | Di Geova i testimon son conosciuti
come dei buon cristiani primordiali:
altri e tra lor soccorron, son gentili,
pure se un po' insistenti nell'oprare.
Un certo aspetto, seguon altre fedi
di tempi dello scritto, o avvenimento:
chi del riposo ne
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| Poesia giunta al tramonto,
nell'ironia
sei costretta a vagare,
fra tecnologia e antichi riti
di bianchi veli davanti all'altare,
dove l'amore s'andava a consacrare.
Ora chi parlerà del rosso sole?
del suo tramonto?
non più magia
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certo
avrei voluto esserti più bella
anche se
tutta ricoperta d’oro, rilucevo di più
avrei voluto esserti più dolce
anche se
il profumo del denaro olezzava di più
e crescerti nel ventre
isola e marea
-tu accarezzarmi
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Potrei fare dei versi alla Neruda,
e tutto il gentil sesso compiacere,
fingendo di mostrar anima nuda,
simulando l’amore ed il piacere.
Trattato come lui, come rockstar,
da schiere di fanciulle assai adoranti
sarei, se mi mettessi un poco a
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E l'Italia giocava alle carte
e parlava di calcio nei bar
i tecnocrati vivevan su Marte
s'allenavano a meglio tosar.
Poi nell'aria un odore di zolfo
e l'appello alla calma in tivvù
tentativo senz'altro un po' goffo
di dipinger il
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Ogni volta che da te vengo
mi osservi con cura
trattandomi come una principessa.
Mi metti comoda
mi accarezzi i capelli
chiudo gli occhi beata.
Ti lascio fare
bell'uomo brizzolato
dal tocco rilassante.
Reclino la testa verso te
mi porgo
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Tanta la gentilezza che m’avvolse
che assai confuso mi rimasi alquanto
e non capii perché così m’accolse
chi non degnava altri più di tanto.
Allorquando mi fui, poi, all’altro accanto
che già saldato avea da tempo il
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 | Ciò che mi neghi,
non lo imploro.
Sarebbe errare cieco
in labirinti vani.
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Fame di un mendicante umile,
elemosinando avanzi al calderaio,
miserabili briciole avare.
Ansie che placano, effimere,
un simulacro di vuoto profondo.
.
E non bramo
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 | Affilata fu la lama
e operò tagli a millanta;
però intatta è la sostanza,
dove ciccia n'era tanta.
Solo taglio, dritto e bello,
non si fa neanche al macello,
ove sempre, usi il coltello,
però riempi anche il
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1915 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1081 al n° 1110.
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