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Le 1915 poesie in esclusiva dell'argomento "Satira"
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Non so come appianare il tuo destino
il salto che rimane
tra il fosso ben profondo che ti resta
e il sole che riscalda cuore e testa
facendoti toccare un cielo blu
con queste mani che non senti più.
Non so cosa nascondi nelle vene
nel sangue
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 | No le conocía
cuando lo encontró de frente
en aquella calle donde le juró lo eterno
ni siquiera le gustaron sus ojos de tenorio
que emboban a las muñequitas...
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- Mademoiselle; je m’appelle Frivolous –
.
Dos vueltas, izquierda, derecha
y cuando
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 | Sciuga Venezia
le tue lagrime millenarie
con l’acqua sei nata
con l’acqua morirai
i pali che ti sorreggono
marci ormai
sprofondano giorno dopo giorno
oh San Marco
io sono un miscredente
non accetti più preghiere
bagnata inesorabilmente
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Vitruvio Pollione
giovane liceale
soleva architettare
di notte sul portale.
Alunno di frontiera
ad Itri lui nasceva
ma senza documenti
non c’era chi sapeva.
Capace di sognare
cantò l’architettura
col fritto misto in campo
e la sua testa
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Mi dice lo scienziato cose strane:
– che il tempo non ha sempre stesso passo;
che al mare lenta va la gente a spasso
mentre che al monte fremono gincane.
– Per l’uno si fa lunga la giornata
e tempo pure a sera può avanzare;
l’altro non riesce
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Io non ho paura!
La mia è fifa vera
da far tremar le gambe
e forse è altro ancora
appena che la vita
si mette a bivaccare
sul tenebroso altare
di quel mistero acuto
un po’ bitorzoluto.
Io non ho paura!
Se tremo è solo finta
cambiando a volte
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A tema o non a tema
io scriverò un poema
quando l’infame Achille
s’adira e fa scintille
o come il prode Orlando
che Astolfo va cercando
mentre la bianca luna
le menti perse aduna.
A tema o non a tema
le stendo col sistema
senza la
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La pelle deturpata ed in degrado
eri regina e ti ritrovi schiava
mentre ti affidi a un alto ignorantado
armata di protervia e folle clava.
Chi sa se si perpetua l’eldorado
che vanta le carezze e ignudo sbava?
E intanto sverni a letto per
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Se mi adatto a incaprettare il mio mondo sulla panca
scovo il cielo che si affanna con le corde di un violino
col suo essere un incanto tra le mani di un bambino
e rammento a cani e porci che gli assegni sono in banca.
E per questo ti dichiaro il
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Han svuotato
con arte case e banche
per portar via
oro e cassaforte,
son sparite le bandiere
rosse e bianche
ed è finito il controllo
anche alle porte.
Han spaventato
città,paesi e terra
per costruir
castelli senza occhiali,
ignorando
il
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La luce che si accende interiormente
confessa a tutto il mondo d’esser mia
e sapida follia
mi avvolge come un’onda interamente.
Eretica pupilla
in grado di giacere e penetrare
con la sua voce palpita e scintilla
nel tratto più profondo del mio
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Dubito quindi sono
se il verso si dipana in faccia al niente
se il verbo manca in parte e in parte è assente
se la parola scritta fa a cazzotti
con l’aria dispendiosa dei borlotti
se il tempo si dimena avanti e indietro
per poi scoprire che si
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Fuggiva Sciabolino assieme ai colonnelli
sparivano nel fango voraci i tempi belli
col passo d’oca e i piedi battuti e logorati
per far ritorno a casa dispersi e ormai spogliati.
Fuggiva il duce assieme all’orrido alemanno
in cerca disperato ancora
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Son finite le battaglie
di colori e di bandiere,
si va avanti a suon di squilli
dall’alto mare alle frontiere.
E chi si alza al mattino
decide con chi s’ha da incontrare
e a secondo il vento che tira
alza il tiro e fa sbarcare...
E ogni Stato
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Invocala se vuoi tre passi avanti
la nostalgia ben sa dove è il cantiere
delle tue impronte tacite da bere
coi diavoli coi maghi e con i santi
servita e posseduta dagli istanti
che seguono i passaggi del piacere
potendo solamente possedere
del
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I miei pensieri si librano
come farfalle innocenti
nelle grinfie
di piatti
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La mia gnorantità non ha confini
abbraccia tutto il globo terraquèo
coi versi e con la rima io te la creo
dai voli punto e croce ai canti alpini.
La mia gnorantità ha orecchi fini
di un tosco o di un volgare idomeneo
e non è affatto solfa o
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 | Se sa, a tutte le età
ed è giusto diritto
omini e donne cianno
de sesso bisogno,
ma pe’ te omo, er sesso
è sempre a pagamento.
Quanno ‘na donna
‘n tonno s’accolla
brutto o bello purché
fesso e de’ pastafrolla,
a sera lo porta cor
guinzajo a
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Sillabicus o chi per altri ancora
aleggia sopra il mare delle note
tra alme care euristiche e devote.
Non so se sia la fauna o la flora
di questo immenso vaso di Pandora
che le patate nutre con carote
avendo tra le labbra voci ignote
perfette per
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La donnetta in età un po’ avanzata
si destreggia in mosse da civetta.
Del suo vano fascinar tenta l’uomo col sonaglio.
Dal verso sensual si lascia incantare,
e stridono insieme le lingue intrecciate emettendo note indesiderate.
Lei si consuma
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Scorre veloce quest’estate
si avvicina l’agostano Ferragosto
si avvicinano le feste di Santu Roccu
sotto l’ombrellone avevamo poco
qualche cruciverba in lontananza
i tetti rotti dalla grandine a Pescara
le macchine bollate da quella
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Schiodi il morto dalla cassa per esporlo sul portone
con la faccia imbellettata dalla cera del portento
e nascondi nell’armadio il tuo scheletro campione
e siccome è un trapassato meglio farlo controvento.
Ti diverti a maneggiare facce e smanie in
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Appollaiato in sul davanzale
spunta una testa di vedetta,
le braccia allargate
in pasciuta posa da pelandrone.
Guarda e fissa intensamente
da ogni parte,
ma su di me volge l’occhio indagatore,
lì per lì,
pavoneggiandosi come un
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Decaulione lotta e Mirra è a caccia
trecento coltellate e si dimena
e grida che la luna rossa è piena
del sangue che la notte sua minaccia.
Decaulione piega occhi e braccia
e Mirra se ne sta sull’altalena
godendo nel fulgore della scena
del nero
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 | Agli Scrovegni, in bronzo o in marmi bianchi
scultoreo monumento a giovin fante
non puoi negar che rimirar sian tanti.
E un punto resta sempre men distante
dove in ristagno più si affissa l’occhio
d’effetto più marcato e eclatante ...
Sì, è
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 | Passi che state dietro ogni bersaglio
assieme al vento delle sette leghe
siete gli alfieri degni maghi e streghe
sospinti ad ogni istante allo sbaraglio.
Iniquamente chiusi nel serraglio
imprigionati a coppie tra le pieghe
intavolate il sangue con
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La pista e l’atterraggio
Il cuore nel cemento e le miserie
il volo inventariato e un altro in serie
la voglia del gabbiano al vecchio sole
con le più immaginifiche capriole
il tutto in una sfera di cobalto
tra il vivere lo stesso e il passo alto
in
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Pinocchio che sapeva il tempo sburgiardare
amava far le regole col vento insofferente
per cui il giorno dopo così come vi appare
girava in fretta l’elica del tutto inversamente.
Su questa terra putrida l’aratro può passare
ma il solco che vi lascia
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O buio o niente o luce oppure tutto
il vuoto più assoluto il frangiflutto
tra la miseria e il tempo ormai scontato
del grido in fondo e in alto inascoltato.
O il cielo rosazzurro del tuo Dio
col verde di un beato scampanio
con angeli comete e
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 | E carezzevolissimevolmente
mi presentavi il cielo e le tue mani
parlavano di voli e di avventure
di sogni stesi all’alba del domani
tra l’anima sospesa e le paure
nella certezza vana di incontrare
il paradiso in terra e i sette savi
nel gioco degli
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Ne ha tanto proprio tanto che il furore
l’orgoglio lo confonde con l’amore
ed è così specioso del suo niente
che l’acqua se la beve alla sorgente
e fiero del suo essere pagliaccio
si accoppia con il fuoco e con il ghiaccio
felice di poterlo
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1915 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 331 al n° 360.
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