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Le 1889 poesie in esclusiva dell'argomento "Satira"
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La donnetta in età un po’ avanzata
si destreggia in mosse da civetta.
Del suo vano fascinar tenta l’uomo col sonaglio.
Dal verso sensual si lascia incantare,
e stridono insieme le lingue intrecciate emettendo note indesiderate.
Lei si consuma
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Scorre veloce quest’estate
si avvicina l’agostano Ferragosto
si avvicinano le feste di Santu Roccu
sotto l’ombrellone avevamo poco
qualche cruciverba in lontananza
i tetti rotti dalla grandine a Pescara
le macchine bollate da quella
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Schiodi il morto dalla cassa per esporlo sul portone
con la faccia imbellettata dalla cera del portento
e nascondi nell’armadio il tuo scheletro campione
e siccome è un trapassato meglio farlo controvento.
Ti diverti a maneggiare facce e smanie in
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Appollaiato in sul davanzale
spunta una testa di vedetta,
le braccia allargate
in pasciuta posa da pelandrone.
Guarda e fissa intensamente
da ogni parte,
ma su di me volge l’occhio indagatore,
lì per lì,
pavoneggiandosi come un
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Decaulione lotta e Mirra è a caccia
trecento coltellate e si dimena
e grida che la luna rossa è piena
del sangue che la notte sua minaccia.
Decaulione piega occhi e braccia
e Mirra se ne sta sull’altalena
godendo nel fulgore della scena
del nero
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 | Agli Scrovegni, in bronzo o in marmi bianchi
scultoreo monumento a giovin fante
non puoi negar che rimirar sian tanti.
E un punto resta sempre men distante
dove in ristagno più si affissa l’occhio
d’effetto più marcato e eclatante ...
Sì, è
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 | Passi che state dietro ogni bersaglio
assieme al vento delle sette leghe
siete gli alfieri degni maghi e streghe
sospinti ad ogni istante allo sbaraglio.
Iniquamente chiusi nel serraglio
imprigionati a coppie tra le pieghe
intavolate il sangue con
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La pista e l’atterraggio
Il cuore nel cemento e le miserie
il volo inventariato e un altro in serie
la voglia del gabbiano al vecchio sole
con le più immaginifiche capriole
il tutto in una sfera di cobalto
tra il vivere lo stesso e il passo alto
in
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Pinocchio che sapeva il tempo sburgiardare
amava far le regole col vento insofferente
per cui il giorno dopo così come vi appare
girava in fretta l’elica del tutto inversamente.
Su questa terra putrida l’aratro può passare
ma il solco che vi lascia
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O buio o niente o luce oppure tutto
il vuoto più assoluto il frangiflutto
tra la miseria e il tempo ormai scontato
del grido in fondo e in alto inascoltato.
O il cielo rosazzurro del tuo Dio
col verde di un beato scampanio
con angeli comete e
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 | E carezzevolissimevolmente
mi presentavi il cielo e le tue mani
parlavano di voli e di avventure
di sogni stesi all’alba del domani
tra l’anima sospesa e le paure
nella certezza vana di incontrare
il paradiso in terra e i sette savi
nel gioco degli
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Ne ha tanto proprio tanto che il furore
l’orgoglio lo confonde con l’amore
ed è così specioso del suo niente
che l’acqua se la beve alla sorgente
e fiero del suo essere pagliaccio
si accoppia con il fuoco e con il ghiaccio
felice di poterlo
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 | Me han llamado incrédulo
mal pensado
hombre de poca fe, mente negativa
pero hasta el momento
el tiempo me ha dado la razón.
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Esto es para largo, esto está podrido
y para que regrese a su cauce
se necesitaran años y bastantes caídos
Y no hay
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 | Nessuno nel suo uovo di cristallo
intorno all’aia vaga e non è un gallo.
Nessuno ben piantato sul terreno
adocchia un verme rosso ed è veleno.
Sospeso tra le bizze assieme al vento
si attarda in piena voce in un lamento
furente e dispettoso come
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Su questa scala giace il mio destino
con gli attimi cuciti dalle ore
giochetti da bambino
tra l’essere legato a un sentimento
macchiato dai tuoi passi nell’offrire
soltanto quella buffa passioncella
belletto di monella
che calcolavi accortamente a
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Il coraggio parallelo non lo acquisti giù al mercato
sopra il banco della fiera tra santini e processioni
e l’offerta al due per quattro è il suo saldo programmato
dove l’anima in gramaglie ride e affronta i nuvoloni.
Col coraggio tu ci vivi tutto
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 | Banale questa mamma
sospinta dalla folla nella piazza
sulla stadera posta nella tazza
che pesa mollemente il seme in fasce
sul volto di un sorriso che non nasce.
Ducale questa mamma
seduta sul suo desco di moine
attratta dal secondo lieto
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La pelle deturpata ed in degrado
eri regina e ti ritrovi schiava
mentre ti affidi a un alto ignorantado
armato di protervia e folle clava.
Chi sa se si perpetua l’eldorado
che vanta dà carezze e ignudo sbava?
E intanto sverni a letto per
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E mi propini il tuo pensare onesto
che non mi sembra tale ed è indigesto
condito di parole d’alta scuola
che muore già al suo nascere alla gola.
E ti diverti il vuoto a decantare
prodotto di una terza elementare
e questa libagione da
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L’amore è un po’ Tristano
Beatrice lo rammenta
passando sotto i ponti
insieme ad altre trenta
con Laura e Giulietta
in barca o sul balcone
convinte da Francesco
a fare una canzone
per Elena di Sparta
che a Troia si consolava
sopra il cavallo
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Dotti dottori emeriti sofisti
serventi artisti fini tornitori
di quei valori gabbie per stilisti
puri analisti urticanti autori.
Dei rimatori cime e primatisti
bolsi diaristi oppure acconciatori
baci e sapori degni soggettisti
volti sprovvisti
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Se non ricordo male
con Eva e con Adamo
io stavo sopra il ramo
truccato da serpente
lassù sinuosamente.
Se non mi sfugge niente
nei campi con Abele
io ero il dio crudele
mentre col buon Caino
studiavo da assassino.
Essendo
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So’ usciti dar pollaio pe’ becca er vincitore
ma la gente ca’ votato nun c’è pensa ar senatore
so’ numeri che danno pe’ accontenta la gente,
ma le statistiche oramai nun c’è cojono pe’ niente.
Ma na’ cosa che risarta so’ ste percentuali
mo so’
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Lui conosce un solo verso
che fa chiu chiucchiù chiurla’
tempo buio cielo inverso
nella testa sua ci sta.
E cinguetta mane e sera
impettito passa e va
contro il sole e la bufera
col chiucchiù chiucchiù chiurla’.
E si affanna e si
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Con un comando lascia inquadrato,
è un militare più che stressato.
La propria fortezza l’ha sbandierata
con l’aria superba d’ogni giornata.
Sta posizione se l’è guadagnata,
sbattendo tacchi su terra bagnata,
avendo carriera facilitata,
per
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Settecento in movimento
con il tuo coinvolgimento
con le sue rivoluzioni
lotte e sfide da campioni
un incontro che avventura
cento anni d’aratura.
Settecento col vapore
gran risveglio dal torpore
con il suo cartesianismo
ben quotato
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Sono stato al mercato del pesce
Ho assistito al mercato degli uomini
Gli occhi aperti
spenti
immobili:
tutti i cefali
nelle cassette allineati
a far nolenti
bella mostra della loro fresca morte.
Lo sguardo teso
le armi in pugno:
tutti i
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 | Labbra in esubero
sedere in bella vista,
ci vuol tanto
a nascondere
lanci d’effimero
e vendite on line.
Ma l’occhio non tradisce
i recessi del
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 | Dipingo
un sogno nel soffitto
e rinserro
dentro il mio cuore gelido
brandelli di suasioni
e pezzi
di like e apologetica:
sospirini di plauso
e di ovazioni al miele,
oltre lusinghe
encomi
evanescenti spruzzi
di riverenze.
Tra osanna e
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Quassù è tutto piccolo
il mondo e quella gente
e come su un trabiccolo
si sta precariamente
ma spero che la stella
sfiorata con le mani
sia finalmente quella
lucente del domani.
Tutto laggiù sul piano
tra alberi e cemento
scompare ed è
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Disse il leone all’asino
“Amico sei un cavallo!
Hai una voce magica
e io che sono franco
lo firmo e te lo avallo.”
Il ciuco abbindolato
cavallo si convinse
e fiero ed orgoglioso
gran nobile si finse
ma quando la consorte
somara per
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1889 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 331 al n° 360.
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