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Le 1889 poesie in esclusiva dell'argomento "Satira"
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Provocatori esperti,
del tempo non san giovarsi.
Perso nel niente,
accattivando sfaccendati loro simili
in riunioni di malcapitati:
urlano a squarciagola,
sciorinano in scioltezza discorsi a vanvera,
sottolineando con enfasi la bravura iniqua del
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C’è una poltrona vuota su al comune,
fa gola ai signorotti del potere
schierati per il tiro della fune
vedremo un po’ chi là si andrà a sedere.
La corsa per le liste è già iniziata
son pronti i candidati del
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 | Difetti ne avrò tanti
milioni su milioni
son tutti impressionanti
e senza condizioni
io sono un falso attore
modesto e roboante
amico del dolore
borioso e petulante.
Avaro quanto basta
con tanto di egoismo
nemico della casta
portato
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| Il buon Santo Isidoro, dall'alto dei cieli
discute finanza coi "De Cuius" Banchieri
"Nei boschi di Bretton, non è per vantarmi (Bretton Wood)
li ho stesi per terra anche senza le armi"
"Col dono
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| Disceso negli antri più tetri,
girovagando nelle bolge annerite dalla fuliggine,
tra miasmi e raccapriccianti lamenti,
uno sguardo posasti sulla tavola imbandita.
Niuno satollo tutti a prendere cibo,
la bocca sempre vuota dove il lungo
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| Gli Dei dell'Olimpo
sotto frasche di alloro
passavano il tempo
giocando tra loro,
e per toglier lo sfizio
della monotonia
decidevan lo scopo
un po' prima del via.
Giove era avvezzo
a decider le sorti,
poneva il
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| Asinino verso
fa da eco
alla grossolanità
del proprio ego.
Epicentro dell'attenzione
muove a convertere
il piano della bassa condizione,
di attestata ignoranza
in cui eccelle il maldestro calcolatore
di empietà sue
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 | I sogni vanno e vengono
a farsi benedire
felici di pretendere
il vuoto da riempire
in questo cielo candido
di stupide realtà
col sole in alto a destra
che accende l’ovvietà.
I sogni sono avidi
se sono in compagnia
dei desideri
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 | L’anima mia ha il nero dell’Inferno
non credo che il suo gioco duri eterno
è fatta di miserie e di avventure
di giorni a spasso e di stagioni dure
si adagia nel piacere del peccato
col cuore mezzo matto e rintronato
e corre dietro il vento
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 | Un essere s’annida in folto bosco;
descriverlo m’intriga: è beneamato,
selvaggi lineamenti, naso grosso,
equine zampe, e corna, smisurate.
Però lui del caprone ha sol sembianza,
checché Sgarbi ne dica, è un raffinato!
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 | Un raglio mi incorona e mi accompagna
legato a questo cielo truffaldino
saccente petulante e zuccherino
e verso l’alto sbraita una lagna.
Salmodico ciarliero non ristagna
mi avvolge con le grinfie di un felino
e dato che mi segue da vicino
si
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| Di quella strana voglia d'abbronzatura
decisa a una mostra di pittura
con la classe operaia ormai in disuso
come la moglie del compagno.
Attraversa mari con la sua barca
il marxista di puro cuore
degno erede di un traghettatore
che si è
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Vampe illuminano
l'antro fuligginoso,
sfrigola l'olio
sul metallo rovente
sollevando mefitiche nubi.
Gnomi dal volto oscuro
s'aggirano urlanti
emettendo volute di fumo;
robusti giganti
sollevano pesi
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C’era una volta ed ora non c’è più
nei sogni nelle fole e nei racconti
e quella sacra era di Gesù
ma la profana frutto degli sconti
era una storia sorta come fu
dall’acque zampillanti dalle fonti.
C’era una volta splendida poltiglia
di cuori
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 | Alto il cavallo, che riduce il varco ...
ad introdur la mano è gran problema!...
che sfiora, e non afferra il palo basso.
Ed affannato, in breve spazio accinto,
con tempo scarno a reperir l’idrante
che a tir non viene e fugge
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Noi siamo tutti belli
siamo i giusti modelli
siamo veri fratelli
non usiamo i coltelli
perciò pigliammo ‘e spade:
Nuie simmo tutte frate!
La storia che ci unisce
a toppe oppure a strisce
nessuno la capisce
Qualcuno si stupisce
se visti
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Da giorni
ho deciso di tagliare
futili spese e vizi
da tanti anni
per mettere da parte
i pochi risparmi
sudati con sacrifici
e duri affanni.
Ho tagliato
viaggi e ristoranti,
alberghi e cene
a mezza pensione,
son ritornato
a olive e
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 | Da cuori e facce, grazia traboccante,
ancora assorti, allegri ed eleganti,
si congedavan nell’uscir dal tempio.
Paghi in sembianze, e abbracci sul sagrato,
vieppiù felici pregustando il pranzo...
Io sol, da noia avvinto, il viso
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Al sol pensiero che ti incontrerò
mi viene voglia d’esser giusto e santo
pensando al giorno che risorgerò
mi prende l’ansia di trovarti accanto
e dato che purtroppo ci sarò
io fiducioso prego il Padre intanto
così da
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Se vedo mia poesia letta un po’ troppe
volte, m’insospettisco: "Vuoi vedere",
mi dico allora, "che ci sono troppe
parole scelte male, assai foriere
di profondo disprezzo, che i lettori
mi leggono per farsi una risata,
per rallegrare un poco i
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 | Burattini fragorosi
cellule impazzite
scale di metrò.
Corro su campi minati
dove dominano cellulari accesi.
Gallinelle benvestite
poltronificate sui canali di tv
spacciando manifesti
glorificano gesti
mostrando mani cure.
Il caimano
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Farfalla mia farfalla
tu luna ed io le notti
stelle di giada appese a un cielo nero
con dentro la tua smania e il suo mistero
continui ad esser viva
con l’essere nell’ombra luce e diva.
Farfalla mia farfalla
insieme a te che voli
leggeri fra i
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Avrà una porta sola e due finestre
nel grande cielo blu della mia mente
e vi entrerà soltanto chi mi piace
né un toro né l’amore né un mendace
ma solamente un raggio della vita
che esploderà sincera e
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 | Gran classe non richiede, far discreto,
ma a farlo così mal, ci vuol mestiere;
si è nella media mal compiendo impresa,
ma è genio eccezional chi fa ciofeca.
Mettendo in opra tutto ciò che occorre,
caffè, direbbe
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 | Un mafioso a Cefalù,
con i baffi e gli occhi blu
giocava con le armi,
ora a scopa coi gendarmi.
Ci
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 | Poscia che i pisellini classici
sono stati solertemente coperti,
s'acquisterebbe di certo maggior
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L’amico immaginario ce l’ho nell’inventario
delle mie cose perse e squinternate.
Non so se lo trovate
ma è un tipo un po’ fumino e irriverente.
Si dice gran poeta
un primo della classe
e scrive sulla carta le matasse
con mole di pensieri
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 | Se solo ci ricordassimo
l’odore di enfisema
che fatalmente respiravano
tant’italiani
nelle miniere belghe,
scavando anche a mille metri
negli inferi d’una terra ostile...
allora oggi vivendo in superficie
dovremmo tirar tutti
un sospiro di
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 | Per non spander l’acre tanfo dintorno
ch’esala spesso l’urina stagionata
Satisfizia porta dietro
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Modulando suoni acuti
a primavera
il merlo si incapriccia
della merla
il puledro fa la corte
alla puledra
lo zibetto corre dietro
la zibetta
ma il passero non cerca
la sua passera
e scelta di maniera
leopardiana
nel folto del suo bosco
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Intollerante, liberal si tinge,
parziale, e in ogni istante presuntuoso:
non so in “terra dei mille,“ e ignoro d’arte,
ma l’uomo a digerire a ognuno è duro.
È vana impresa indurlo a riflessione,
che nutra altra opinione, sua
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1889 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 511 al n° 540.
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