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Le 7982 poesie in esclusiva dell'argomento "Sociale"
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Nel ritmo lento che
l’alba fonde, dentro
un accordo di ombre
vibra la vita nel suo
tono minore.
Si nascondono le stelle
avverse che richiamano
dolore, tra quelle voci
sommesse di umanità
inaridita.
Nei silenzi cantano
i ruscelli una
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È tutto chiaro che tutto accade
senza speranza
ed in fondo tutto è chiaro
che le parole espresse
non immaginano dolore
ed è parlando che maschero
dispiacere a rinnovare
artifici riprovevoli
che non portano a niente
e si
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Come uomo di brevi parole
secco lungo men del normale
il suo nome- Febbraio il corto-
mai chiamarlo sei tu bisestile?
Ti darebbe dolori oppure bile
Piacendo a chi a fine mese
salta la cena senza più spese
spera mangi al prossimo quello
che
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Sei lì per strada
riverso in un angolo,
un groviglio di stracci,
non tendi nemmeno la mano
non chiedi nulla
e avresti bisogno di tutto,
hai fame, il freddo ti tormenta
più dei tuoi pensieri.
Chi sei?
Qual è la tua pena
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 | Ascolto il canto
di una rondine in volo
e singhiozzi di fame
nelle urla del cielo
Lontana
è la culla del nido
Smarrita la patria
Dov'è l'anima del giorno
la preghiera della pace
l'offerta della vita?
Forse
nella
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Potenti in cravatta e completo
sommersi da carte non lette
tsunami di parole studiate
annegate il popolo
ci lasciate in fase apnoica.
Come Poseidone
ci mescolate col tridente
ridendo a cavalcioni del cavallino
o dell'auto blu
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Guardo fuori dalla finestra
e nel turbinio della burrasca
grida il vento, poi l'acqua
lontani i soffi tiepidi di Zefiro
lontano il canto del mare
che più non risuona
tra la spuma raggiante
dell'onda
nei morsi del vento
il cielo
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E mentre un fiore dentro si distrugge
io grido al mondo l’ansia che mi sfugge
cercando nella voglia che ho di dare
il fuoco che controlla il tuo bruciare.
E mentre gli urli fuori sono gioia
io grido al mondo il frutto della noia
contando il
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Ho vissuto il dolore,
mi ha colpito il male,
con oscuro terrore.
Mi sono allontanato
dal mio amato mare.
Anni bui,
senza amore,
sono stati,
mai si sono fermati,
nessuno ascoltava
capiva
la mia sofferenza.
Un grido si elevava
al ciel
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 | Epopea del quotidiano,
fatica e freddo
-d'annegare in pinte di birra
e da scaldare con tè bollente.
Addosso un maglione
che se fossi affogato
m'avrebbero riconosciuto
e la porta del cottage
rossa come il sangue
perché la
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E con le mani stanche
e senza gioco
col tempo che mi sfrutta
e paga poco
ferita dentro il petto
e dalla vita
consumo i giorni miei
e queste dita...
E con le mani stanche
di bambina
io lego la mia sorte
a una regina
che fiera del suo
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Il vuoto, la solitudine,
anestesia del tempo
di annodati pensieri,
il battere su incudine con afona voce
alla ricerca del passato, di ieri.
Mestizia
al raggio di sole incombente,
nudità dell’essere... sola
violentata
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Accolse
il tuo ventre
il mio dolore,
non remi in mano
che vigor m’arrese,
né opulenza alcuna
a foraggiar il giusto
tuo propeller,
per l’intero scarno
indi,
t’isso la vela
e alla deriva,
fiacco, m’adagio
e, molle, indugio
brezza
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Spiaggiano continuamente
interi gruppi di balene
senza più l’orientamento
dovuto all'umano inquinamento.
I mari avvelenati
non lasciano speranze
mentre l’uomo non ascolta
e non s'avvede.
Muore sempre più sovente
quel
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Voglio sapere,
è un mio diritto!
Non mi posso rassegnare,
no, non sto zitto.
Ci sono origini
che vanno ricercate
richiedono indagini,
domande delicate.
Sol'chi è stato abbandonato
può davvero capire
il vuoto
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puzza d'amianto che stronca i tuoi occhi che chiedevano sogni
pagine d'un paese ferito d'un buio senza voce
quante lapidi urlano questa strage d'innocenti senza erode
respiro di madri cucite di rabbia nascosta
respiro di padri che sputano
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 | Un euro su dammi
che fo colazione!
Un euro, signori,
ché anch'io avrei fame!
“Un euro prego..."
davanti a vetrine,
e alcuno che dice:
“Ma va' a lavorare!”
“trovassi, ci andrei!...”
Poi liscia una spalla:
“Amico, il
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Arrossisce la neve
al tuo sguardo innocente
cuore di bambina
ferma
dietro la finestra sul mondo .
Rincorri orme d’ altri cuccioli
segui i voli d’altre ali
respirando petali profumati
che il vento porta fino a te
E la sera ringrazi quel
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Forse
un giorno
vinceremo
ad armi levate
i silenzi dei nostri anni.
Ci alzeremo
in piedi
e urleremo parole fredde
e urleremo vittorie.
Alzeremo la voce
e combatteremo la morte
e combatteremo
la vita.
Forse
un giorno
firmeremo
il nostro
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 | Una roulotte vecchia e malandata
raccoglie la luce delle stelle.
Una chitarra piange la tristezza
di essere peregrini e molto stanchi.
Camminano per paesi sconosciuti
tra gente che li odia e li detesta,
le madri con i bimbi appesi al seno
e
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Non più qui il cielo che sommuove idee d’amore
l’occhio amico; terrorista magnetico dell’inganno
architetto arrotolato su una fede qualunquista
di periferie inutili, lontane; attraverso la nebbia delle origini
nel disaccordo dell’essenza.
Very
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Mi riconoscerai dalla
mano sempre tesa
e da universali cuori
che battono all'unisono,
mentre la mente sarà
neutra come la luce.
Sarò unico, eppur sarò ovunque,
tra macerie per tirarti fuori, e lì
per asciugare ogni
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 | Fu acqua
il respiro smorzato
un grido lontano, bagnato di libertà
braccia tese alla vita
e sentirsi nel baratro, persi
in forzati
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è un sibilo ora la tua voce
da questo mondo che muore si spande in ogni dove
come un grido di paura che mi attanaglia il cuore
penetra nella mia anima esausta come una dispersa scia
e in quel sordo fischio dell’oblio
causati da colpi ritmati
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Non siamo che uomini figli di uomini
mai pronti per essere uomini
se ci nascondiamo dietro mere falsità
e ci facciamo grandi con la crudeltà
se per giudicarci non bastano trentacinque stoccate
che non solo uccidono o feriscono
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Non resta che il vento
a tremare fra i rami
sulle assenze antiche
di un silenzioso confine
Quando anche le foglie
si arrendono ai giorni
ed un gelo perenne
va oltre ogni lamento
Nessuna promessa
conosce il vago calore
di un fragile
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“Giustizia”
parola abusata,
bandiera che sventola
ad ogni raduno
contro la fame, le guerre,
ogni violenza...
Per molti
la sola speranza,
rifugio
di chi vive di stenti,
pare lontana anni luce,
eppur è la stessa
che dà luce
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delirio di corpi accartocciati di mediterraneo
fredda risacca cucita di numeri sporchi di verità
perdere di destini spine d'europa
lacrima disperata nuda di bellezza
oncia di barconi scassati di silenzio
dolcissimo dolore sudato di madri
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Portate, qualche volta,
I piccoli a un memoriale,
dinanzi al gelo delle lapidi,
sotto il silenzio dei cipressi
e tra quelle fioche lucine,
che sembrano ultimi aliti di vita
e dite loro che chi vi è sepolto
non aveva colpe,
dite loro che sono
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| Mavec |
12/02/2015 18:52| 598 |
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cadevano due a due
nei baratri tra i monti
dove scorrono fiumi impietosi
e la pietra taglia
cadevano a colpi di mitraglia
legati dalla stessa sorte
filo di ferro ai polsi
il terrore negli occhi
nelle foibe gettati
legati ai sassi
l'inferno li
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Vuole il vento sul Carso
sì forte gridare,
e il mio pianto
innalzare una preghiera
che tanto sa di turbamento,
che è sì rivolta:
<< Mai più scempio né cruenta sorte
di innocenti esistenze!
Mai
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7982 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2521 al n° 2550.
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