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Le 7983 poesie in esclusiva dell'argomento "Sociale"
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 | Gli anni si
moltiplicano, costanti
per la sua natura; quando
hanno conquistato tutto,
la sua ombra fa
paura?
Invisibile al
mondo, non li vedono
più nessuno; solo alla
moglie si incespicano
i piedi, questo è
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 | Sbocciano i fiori del male
in impensate aiuole
e mani consacrate
si macchiano d'innocenza.
Fiori calpestati
patiscono
all'ombra di
sorrisi bugiardi,
che spengono volti
nati per la luce.
Il coraggio della maliconia
tardi apre cuori
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Aceto e succo di limone
per curare il cuore
dalla sua tristezza.
Sabbia tra i denti
che digrignano
per le brutture morali
della società.
L'ombra della depressione
è diventata
l'altra metà dell'anima
che soffoca
nelle
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Provocazioni mordaci
innalzano
equivoci sfuggenti
che sibilando dissidi
tra le crepe della discordia
frammentano
friabili convenienze.
Salgono le tensioni
dove scendono i malintesi
e le criticità s’accentuano
quando la
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"E’ solo un gioco piccola mia",
ma che dolore.
E’ solo un amico, ingombrante,
sudato, difficile da marginare.
Ma anche nelle favole
ci sono gli orchi, i giganti,
gli orsi cattivi!
e muoiono sempre alla fine!
Ma quando appare
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Confusi ricordi
di gente ormai lontana,
continuo col senno
a figurar,
voci domestiche e suoni
come rintocchi di campana...
d'una chiesa fulcro
della nostra comunità
che ormai perduta
mi chiama.
Quel desiderio di ritorno,
accalorato da
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Pullman di turisti
ruderi ambulanti
a visitare statici ruderi
scrivono cartoline
che non interessano a nessuno
ma serviranno a se stessi
a confermarsi il sogno
Itinerario negli occhiali
passi nel bastone,
dentiere e rossetto
ad arginare
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 | Fanciulle Idee,
la vostra grandezza smonta
ogni sterile contratto con il cielo.
Come erette stele dissacranti,
siete rifugi e pertugi grigi
per le tempie impazzite.
Il vostro ritardo millenario;
- alle continue ricerche,
alle continue lotte di
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| EnzoL |
22/04/2012 12:53 | 2017 |
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| Ora che sono appeso
con la lingua fuori
sembrate perplessi
e vi stracciate le vesti
ma sol fino a ieri
m'avevate linciato
non dà problemi
giudicare per schemi
ma state tranquilli
non fatevi colpa
nessuno m'ha ucciso
l'ho fatto da
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 | Si ripete la scena,
dramma allucinante
divori in un attimo
dell'uomo la ragione.
Quale progresso
offre il nuovo tempo?
Riproposto quel solito schema
sordo e arrogante al sentimento...
La condanna decisa,
l'orrenda esecuzione:
giustizia
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Sabato mattina ecologista
studenti ed insegnanti in bici
nelle vie dello shopping di città.
Allegria d'insolita scuola
educativa nei respiri aperti
sospesa la circolazione velenosa.
Dal poco si sa si comincia
e la salute ne ricava
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Marina camminava sui tetti
e da lì sognava il suo mondo
capricci sorrisi e silenzi
lontana da bambole e nastri
Marina scriveva poesie
dipingeva, suonava e cantava
Marina si affacciava alla vita
come le mimose in primavera
Marina si
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| India |
21/04/2012 10:29 | 2166 |
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Fuoristrada, fucili, binocoli,
raffica di spari, tra incenso ateo
cadde rotolante il leone
con lingua molla spezzata dai denti
e criniera irta a voler diffondere
ultimo dolore avviso a dileguo
Applausi e foto col trofeo
mentre altri
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Osservo
uno spicchio di giorno che appare
nel mio incedere lento
sulla lunga via del non ritorno
piove sputo
sul sentiero di fango e vergogna
il riparo negato
dal catrame che dagli alberi cola
non mi segue
nemmeno più la mia
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Confuso divenire
in incertezze certe.
Vortice è lo sguardo
mai pago
a rincorrer gli spazi
dilatati dalla mente.
Oltre il confine
il filo spinato del dubbio
acceca l’orizzonte.
In un’idea da ciclope
claudicante dio
impalcato di
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 | Presenze intrappolate
in volti di vetro
adagiate nel velluto
di lamette da barba
Allineate
in un cieco dolore
urla silenziose
che coprono il sentiero
Sono porte sconosciute
di annichiliti pensieri
universalmente sacri
nel canto dei
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Putrefatto ardore
in saldo
fuori stagione
outlet dell'anima
per saltimbanchi strabici
e su sedie a rotelle
acrobati in pensione
diversamente disabili
matasse di neuroni
a metà prezzo
al mercatino delle pulci
idiozia
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 | Sbocciata primavera,
sipario aperto
di un meraviglioso passaggio.
Ingrato compito
di occasionale testimone,
nell'udir
lo squallido ciarlare.
Perché deprimere
la ricchezza del nuovo,
che rigoglioso appare?
C'è garbo e
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| Rutta la motozappa
davanti al suo pilota
abiti a galleria del vento
e berretto a reliquia
Tutt’uno manubrio e ossa
vibrano a sobbalzi
mescolano terra
pappa del tempo nudo
Ruota l’erba
intorno a giostra di ferro
spolpata alle radici
muore
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Diversamente uguali
il cielo ci contempla dagli albori
emblemi delle imperfezioni
simili
solo nei tratti
contenitori d'unici universi
munifici nell'Ego
- divina iniquità sovrana -
si macina difetti
crudeli
indulgenti di sè
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Sento
la musica degli occhi
si dimentica l'erogeno, si prende il numero
puntuale altalena
nel cuore intatto
Quasi fosse l'ora teatrale
la sequenza dei solchi
in contrappunto
Pandora l'agitazione; la goccia chiusa,
potrei nuotarci
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Tassa su vecchie dentiere
masticano male
e nello stomaco i cibi
creano inquinanti flautolenze
Tasse sui sorrisi
innescano ilarità
distraendo da problemi fatui
annientabili in sacrifici
Tasse sui grugni
infondono pessimismi
zavorra
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 | Che silenzio,
intorno a me, quanto buio
negli occhi miei. Così mi sento,
pensando a te, cara amica mia.
Un sordo indefinito allungatosi
nel tempo.
Soffrivi,
leggera in un campo di grano,
volavi in un frammento solitario.
Ti
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| Cercai di spiegarle un equivoco
ma lo definì errore senza perdono
allora innocente m’affannai a chiarire
e nell’affanno sbagliai veramente
e più cercai di rimediare e più apparvi
bugiardo ai suoi occhi che mi sommarono
nel
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 | Dietro le sbarre
guardi la vita che scorre
ma lei non guarda te
dietro le sbarre
la coscienza si fa preghiera
l'anima è stesa ad asciugare
insieme al bucato
non te lo immaginavi
il cielo a quadri
e l'aria razionata
e la notte senza
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| Siringhe infette giacciono sul selciato
esprimendo ognuna un passato da brivido
corrono festosi piccoli marmocchi
intorno a quel totem saturo di colori
estremi s’incrociano
a ricordare un presente ove non perdersi
cercando passioni dove
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| Istituto Nazionale Pirati Sociali
Salvadanaio porcello
a ciechi, monchi, zoppi, sordi
in metamorfosi
falchi, piovre, lepri, volpi
Sciacallo ente
aureole avvoltoi
claudicante il segno
respiri in dileguo
il fine
Monopolio
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 | Mi chiamano Cacao,
come un bimbo tra le foglie
e le piante,
una foresta che piange.
Lo chiamano inverno,
umidità che scende dal cielo,
e i canti delle donne
che massaggiano la pelle al sole,
offrendo da mani vergini
il masato, che tu
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| Sono vecchia e malandata
senza voce e mal pagata
sono ancor sotto padrone
non andrò mai più in pensione
sono un giovane diplomato
bello biondo e disoccupato
sulle spalle gravo ancora
di una madre che lavora
Sto governo un po’
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| India |
14/04/2012 10:04 | 2144 |
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| Treni stirano la schiena
offerta dal diavolo
a emigranti forzati
che contano costole di ferro
Stipate anime
in fila per collocazione
mentre occhi bevono
letargiche pianure
Alle fermate
pagano sgomenti
dazio al cerchio giusto
a
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La vecchiaia culla
i vagiti della nostalgia
stringendo l’infanzia al petto.
Piange il rimpianto
nel confessare alla storia
l’innocenza di un tempo
che la colpa vorrebbe correggere
anziché ricordare.
Avvilite lacrime s’immergono
nello
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7983 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 4381 al n° 4410.
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