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Le 7983 poesie in esclusiva dell'argomento "Sociale"
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 | Rigido invernale tempo,
allunghi impavido lo sguardo
su inermi umani scenari
imbiancati,
messi sotto da tentacoli di gelo.
Vite...
soggiogate in tribolate sfide,
popolazioni su se stesse ripiegate,
cumuli d'ingombranti presenze
dal piglio
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É vero che il cervello si è annebbiato
troppa televisione
di quella che sempre il meglio ci propone
di sogni fatta, presunta la saggezza
gioia e bellezza, la compone
Così che il quarto potere
si è manifesto, creando
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 | Cuor mio piangi
dinanzi visi scarni
corpi scheletrici
anime affrante
dimmi
perché taci!
Sorrisi spenti
svuotati e violentati
straziano i pensieri
abbattono resistenze
affogano nelle incertezze.
Cerco una via di fuga
ma i sensi di
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E l’inverno sai? Sta per finire!
Con fredde mani è giunto
e sopra i monti ha lacerato i rami,
sulle vette ha deposto i suoi fiocchi
rivestendole senza rumore di bianco candore.
E l’inverno sai? Sta per finire!
Gelide mani adunche sono
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Io nacqui qui
dove finora ho vissuto,
anche quando ai molti
tutto, si mostrava perduto
in un crescendo di falsi ideali,
da chi si aggrappava
all’ancor più becero dei mali.
Sotto questo cielo
di libertà assai cupo,
fui gettato con
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C'è un popolo nel popolo
nel nostro Bel Paese,
è quello silenzioso, che dà
con amore senza chieder.
Giovani di notte svegli
non in locali annoiati
ma tra barelle e medici
pronti a soccorrer malati.
Volontari per
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Come grandi gocce di cioccolato
scrigni di una natura misteriosa
si ripete da millenni.
Frutti in cambio di sudore
con grandi gocce di speranza,
sopravvivenza di un popolo
un miracolo e
si ripete da millenni.
Occhi grandi senza
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 | Inquieti, gli sguardi vagano
silenti, dispersi, in balia
nella reclusa attesa
dell'aria che odora di morte.
Si tormenta l'anima
tra le grida atroci
ride e gode il carnefice
delle lacrime di madri e padri
nel cammino senza ritorno
verso le
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Son urla di una spodesta
madre, che inerme
rimpiange il piccol
pargolo,
che al gelo mena.
Al gelo di un cuor
avaro di parole,
rimaste misere ad
asciugar all'ombra
di un vecchio e
logoro Sole.
Son urla di una madre
senza nome,
che per
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nata il dieci febbraio
occhi di cielo
così vicino così lontano
occhi pieni di nostalgia
occhi sorridenti velati di malinconia
occhi fuggiti dalla guerra
ancorati come vele a quella terra
ci separava l'azzurro dell'adriatico
e un
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Haò
ma che cià messo
dentro er latte stamatina
è rancido
come sto giorno
che da quanno te s’è arzata
m’hai scaraventato addosso
manco fosse mia la corpa
che se volemo mannà a scola i ragazzini
se semo dovuti
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Turan |
09/02/2012 16:50| 505 |
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Convitati di pietra
indugiavano
sulla soglia del tempio,
lividi
come il sol che muore
ingoiato dai monti,
statici
come lancette
d’un orologio rotto,
muti
come sepolcrale silenzio
imbevuto di pianto.
Qualcuno chiese,
qualcuno
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Anime dannate,
governano il mondo dei sogni;
Oscure altalene,
accompagnano soavemente
bambini morti;
Martiri di guerra,
cercano la rivincita
con gli angeli.
Volti disperati di donne,
accarezzano
i freddi e pallidi
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Agli alti Dei
canto il profondo
dolore,
che brutal dimenò
il mio trasandato
cuor.
Degli irascibili
peccatori,
mai provai umana
compassione,
cosicché dannai il
marcio operato
al vostro temibil
giudizio.
Delle impure
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brezza di parole
alzano un sorriso
scivolano le mani sulla pelle
come sogni ad illuminar la notte
Alice dimora tra le nuvole
tra pareti di sole
casa dell'amore
il bacio di Giuda
solo il prezzo della vergogna
i lupi fiutano la
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Midesa |
07/02/2012 13:44 | 4094 |
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 | Cuore ed anime
respirano stessa aria
legati piedi e mani
si ode un lamento che strazia
avanza
come lama penetra
stridente rallenta
silenzioso trafigge
incuneandosi tra vergogna ed impotenza
l'inumana certezza non sconfigge.
Voltarsi e
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Nevica,
polvere bianca
sulle anime verdi
coprendo
i colori della vita.
Neve candida
che accarezza
e
illude
Neve della morte
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Vagare per paura di aver distrutto un disegno altrui.
E scappare credendo di aver strappato quei ricordi
che non ti appartengono
E correre verso l'oblio
Verso gli abiti lacerati dai rovi
Verso il freddo che rende i corpi immobili
Diciannove
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 | Grida da lontano
il pescatore dalle reti
lacerate
Nell'onda s'incunea
il pensiero assente
mentre il sole
cela
Verso luoghi incerti
invia la sua anima
a gioire
dove l'uomo nulla
chiede allo straniero
se non
di lasciarsi andare al
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Piango per i fiumi
ridotti a pozze d'acqua
per i fiori di serra
a cui cambiano la forma
per le pesche
divenute angurie
per le persone
ormai mine imperiture
per tutta questa folla
che sommerge la terra
per il gregge che s'infila
tra le sue
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 | Profumi di giovin
rose nell'aria,
calor del Sole che
l'afa dilapida su
menti di pargoli
poeti.
Scivolano, come
leggiadre piume
sul pelo della cristallina
acqua, le amabil
penne di sgargianti
chine tinte.
Occhi, guardan
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Alle cinque della sera
concedersi al piacere del tè
nella nuova pasticceria
e al tavolino conversare.
Fuori s'accende la via
al traffico e al camminare
nel gelo dopo la fiocca
attenti a sbandate e cadute.
Nuota del limone una
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Stacca la spina!
Se le catene dell'oscura
Signora,
al suo freddo muro,
tengono l'animo prigioniero...
Stacca la spina!
Se periglioso diviene
il Sommo colle della
vita, e il cielo
di oscurità si veste!
Lascia la spina!
Se ancor
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 | Lascio che il gelo mi raggiunga,
ormai che senso ha persistere a lottare
per la vita
contro una vita emarginata
non so capire da dove nasca il male che m'insegue,
vivo d'amore
sola sostanza che mi nutre
calore che mi scalda
dal palmo della
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| Come martelli in una fucina,
parole che battono nelle tempie
parole pesanti come le stelle dei cieli
ti aspetti bellezza, armonia,
ti aspetti acqua pura di vita
all’improvviso il cielo
si fa minaccioso,
un turbine di caos,
piovono parole,
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È così fredda questa notte
ed ogni tuo passo
è un strascinarsi lento... disperato
Anche stanotte come ogni notte
ci provi a sopravvivere
Ma vai mendicando
ciò che non avrai... la compassione
Tanti ti passeranno accanto
fingeranno di non
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Un giorno il mio destino mi condusse
in questo luogo freddo senza pace
dal sapore ostile, dai colori spenti.
Mi ritrovai così circondato
da occhi e mani senza calore.
Il mio nome divenne un numero
la mia anima una malattia
e sentii intorno a
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Nessuna scatola che mi contenga
sono un’ombra
fuggo come fugge l’eternità
al di là delle tenebre
senza identità
offesa da contorni ineguali
vago
alla ricerca di radici
che mi vedano crescere
posso arrivare
dove
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Ancoraggio di luci
si disperdono
Vele si alzano il sole catturano
Animo generoso
sconfitto si chiude
Cenno dall’alto giunge
il dialogo alla speranza si consegna
D’arrestare
i giorni galoppanti
il cuore comanda
per chiedersi perché tanta
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 | Eroi come santi
attraversarono la vita
sfidando le pene del male;
eroi come angeli
sognarono la vita
con le ali della speranza.
Ascoltarono l'eco del pianto
e si lacerarono l'anima,
ebbero il coraggio di atti estremi
e causarono vortici
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tu che
allieti le mie notti
ch'aspetti immobile
dietro questo muro
di cristalli e colori vividi
tu che accendi
e scaldi
i miei momenti inutili
in questo freddo
mondo
di schermi e di satelliti
trasmettendomi
mille e mille
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7983 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 4591 al n° 4620.
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