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Le 2905 poesie in esclusiva dell'argomento "Uomini"
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Dammi un ricordo
un solo ricordo di pane.
Su tutte le pietre
un tornare sui passi- sorrisi.
Un candore incupito dentro al nido che imbocca
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Rinsavisci da demenza
e stravaganza – ogni eccesso logora –
e scaglia l’ira oltre il senno
o cavalier dal casside ferrigno,
or non è tempo
per slanci d’avventura – rasserenati –
intona il canto di Ildebrando
e inneggia al crudel
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Corri, corri
corri a più non posso,
correte, corriamo
più veloci e senza mai voltarci.
Su, più su gli sguardi
evitano qualsiasi contatto
perché bisogna affrettarsi
e correre, correre -
luci, vetrine,
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Navigammo in acque torbide, scure
forse poco sicure
ed issammo la vela per mari in tempesta
ma sei qui e son qui e questo mi basta e ti basta...
Ed adesso che il tempo il conto ha presentato
tutto quello che fummo e che fu,
tu,
non chiamarlo uno
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 | Mangiano le ruote l'asfalto amico
del centauro che vuol alzare il dito,
adrenalina coinvolge senza invito
tutta una bolgia nel rombante circuito.
Ormai il destino tuo pare scritto ...
ti han relegato laggiù dietro la lavagna
e or mentre
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| Al sacro tuo sacello, oh Dante
son giunto pellegrino
silente e a capo chino,
con il cuor contento
e l’animo in tormento
La bianca augusta stele
di lacrime ho lavato
e a lungo accarezzato,
il tuo immortal genio ad invocare
A te indegno
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Dove nasce l'immensa eco
i nostri figli stanno già morendo
nati in un mondo che mostra
i denti dalle gengive viola
hanno portato la speranza ad un bivio
e noi chini esaliamo
potenti veleni, l'illusione
le farfalle impalate
con le ali
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Tanto erano solo parole
da ascoltare quando viene sera
ed il vento non ha la forza
di attendere la luce del mattino
Tanto nessuno
coglieva lo sguardo e l'espressione
di un viso troppo stanco
per essere vivo, per essere vero
Molti giorni erano
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Giù dal pozzo l'acqua stagna
segretar bugie su torbe muffe
striscia l'infame pendolo
sulla sua fragilità degli accordi
ore giorni mesi anni
madre di tutte le madri
Anch'essi autentici...
puntar l'epigrafe all'aperto
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Su un umido terreno ti adagiò una morte infame,
sangue e grida come nenie notturne ti avvolgevano
in quel gelo d’autunno incerto
ove ciò che di te rimaneva
l’oblio con maestria affossava,
lauto pasto per quell’umana ipocrisia che
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E poi verrà ancora Novembre
e l'ombra scura dei cipressi.
E rimarremo chiusi nell'identica morsa,
aggrappati a date e nomi.
Lasceremo un fiore,
un lumino acceso,
l'ultima sillaba scivolare sul marmo
a chiudere il suono di un
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Anna62 |
01/11/2014 04:19 | 1585 |
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 | Quel serpente
antichissimo preesistente
all’uomo, per il mondo non è
stato mai un tesoro; nella vita di
tutti i giorni, ci vuole sempre
il perdono.
Quell’uomo
impacciato, non sapeva
decidere da solo ... nel ruolo
di favorito; la donna
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Osserva il mio profondo
e fino a quando non affogherai
nel mare che porto dentro
non capirai quel susseguirsi di onde
che con più o meno rabbia
s'infrangono
partorendo migliaia di lacrime
e creando un unico arcobaleno
la vita,
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Resta indenne la mia vita da ogni contaminazione,
il cuore supera ogni asperità e la mente è affannata.
Come in un viale, non sempre piano e fluido,
proseguo il mio cammino e vedo ancora ascensioni .
Ma il mio sguardo è
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Di sogni e di vento
vestiva l'anima,
di brividi e carezze
scaldava il cuore.
Girandole di sole
nei suoi occhi,
donavano
nuova bellezza,
nelle sue mani
rinasceva fiore!
Il nulla creò
un nuovo esistere,
ove furono
loro
nuovo
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Soffia il vento in questo mio giorno
e in quest’immagine che ho di te,
chino sul profilo del giorno
ti vedo ogni dì
a tener fede al mio bisogno
che tanto è, sempre più.
Ancora un anno, senza te...
e non riesco proprio a
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Un dì un contadino ha ritrovato,
nel campo devastato dalla guerra
in marchigiana medievale terra,
un Cesare di bronzo laminato
del quale l'importanza tosto afferra.
Era a cavallo col braccio destro alzato,
in simbolo di pace allor
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DaviD |
17/10/2015 08:48 | 1777 |
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Ho perso le ali ormai
a rincorrerti nel vento
del tuo ego.
Sorridi, vaporosa sei e omicida
ignara del male cagionato
o peggio ancora consapevole
che l’altrui pena è per te un dovuto
dalla vita; una tua spettanza quasi!
Sembri sincera ma la tua
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 | Ero nell'aria tetra e fumosa
capelli liberi e freddi di gelo eterno
il respiro gemeva nella bruma fetida
acqua sporca in fossa maleodorante
realtà?...illusione?
solo uccisione di un vivere costante e presente!
Il mostro, carnefice assurdo
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Non lasciate
che sia la guerra ad insegnare la semplicità
ai vostri figli.
Non lasciate
che siano le vostre mancanze a causare
la loro rovina.
Non lasciate
che sia la vostra ambizione preda
dei loro vizi.
Non lasciate
che
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Nelle oscurità umane animo
di straordinario altruismo visse
nel suo essere magnanimo
e calamità ovunque sconfisse.
Con amorevolezza rara volando
negli occhi donò speranza
che ancor stiamo amando
seppur nella triste
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 | Guerriero vichingo
avanza al galoppo
attacca furioso
colpisce e m'abbatte
Non bastante corazza
più nessuna difesa
mi schiaffeggia con forza
e mi lascia stremata
Ora in posa fetale
io racchiudo ginocchia
tengo a freno il respiro
ma
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| Dove vai tu uomo
così stanco e trafelato
per le strade arroventate
in cerca della tua pace
Libera la mente
dalle tue basse pulsioni
quegli insani turbamenti
che ti consumano dentro
Ti arrovellano la fronte
e non ti fan veder la
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Ti sento come non ho sentito mai, vieni -
è qui l'ampiezza delle mie braccia
pronte ad abbracciare il vuoto,
con te.
Questo mondo è "contenuto
senza uomo", ormai.
Barattolo di latta rotolante
e stritolato dai
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Quanti amori può reggere un cuore.
Tanti da esplodere, o è il dolore
a farti cadere tra braccia sconosciute?
Precipiti con le tue labbra pesanti
di baci andati a male, in bronci
e t'accasci tra corpi di donne ansanti
che non sanno
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 | Non guardarmi nella grigia collina
dove l’uomo ha confinato l’uomo
ma guardami nell’arcobaleno
che succede al temporale
ridonando dignità e luce a chi
come me non rammenta il sole
Tu che guardandomi mi vedesti
nell’oscuro che non avrà un
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Che tu sia maledetto, uomo
tu che uccidi nel nome di un dio
che divinità non è;
perché nessun dio dovrebbe uccidere la verità
come potrebbe, se fosse divino
sarebbe un dio senza cuore
e se solo fosse un uomo,
sarebbe
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Diede veloce agli uomini il piacere
sessuale la Natura, affinché spesso
si volgessero a inedite frontiere,
da varcare col ben dell’intelletto.
E’ provvisorio, transitorio il letto
nel quale s’abbandonano all’amplesso,
dove non dura tanto il lor
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E poi ci sono quelli
che li vedo e non li vedo.
Quelli sai, quasi soli,
mai al centro,
sempre al bordo o dietro il vetro,
carne e fiato che sono dell'indifeso,
Loro, i derisi
per l'amore dell'elementare -bianco o nero-
senza comodità
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Pozza melmosa del duro letargo
come mulo di ferro scivola
un delicato capretto va verso il fiume
è un ottantenne pigio pigio
si schiera con lui
guarda ragazzo impara
sembri un attore non un capraio
argenteo ed elegante
senza bisaccia
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Resta solo la voce di Jimi a raccontare di fuochi in lingua madre
di quelli in croste dure che non tradiscono
e non guariscono
ma tu guarda e ascolta come un pazzo stregone sazio
d'erbe svaporate in nebbia viola
può biascicarsi il senso e non
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2905 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 811 al n° 840.
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