Quel giorno che ti vidi andare via,
chiusi il mio cuore come fossi un'ostrica
sfidai del mare la tempesta che sbatteva
sullo scoglio della vita.

Scilla e Cariddi tramutati in mostri,
offrivano al mio sguardo enormi
cavalloni mentre restavo lì, in simbiosi
con l'eterno, e i sogni di bambina spargevo
sui crinali.

Guardai più tardi l'infinito azzurro
dagli irti monti e i passi di confine.
Quando lasciai l'amato promontorio
da dove guardavo il sole tramontare.

Smarriti gli anni sotto grigi veli sbattuti
dalla forte tramontana. Lontano, il sole
d'agosto sugli ondeggianti campi e l'anima
esposta alla bufera.

Con gli occhi chiusi, a tentoni procedetti
stringendo nel ricordo la tua mano
La notte, mi portava la tristezza e il sole
all'alba mi faceva lacrimare.

Rimasi con nel cuore lo stupore e
poi fu la pace dura come un sasso.