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Credi, uomo,
d'infinite voci è coro il mondo,
e non temere, è umano, sai,
questo tuo perpetuo
silente amaro sentire.
Antico e sottile s'insinua, sotteso,
persino nei radi momenti felici.
Umana precarietà il suo nome,
malinconia il suo canto,
ma d'infinite voci è coro il mondo.
Questa poesia è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l'attribuzione all'autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale.
«...e bisogna credere in questo ...mondo... bisogna conoscerlo e riconoscerlo in tutti i suoi momenti... noi ...uomini erranti e pieni di contrasti... anche in quei rari momenti di felicità...dobbiamo credere lo stesso nelle sue voci... Ogni attimo ci parla e ci canta con le sue armonie d'infinito... Caro Mau... sono sempre profonde riflessioni i tuoi versi... ...»
«Straordinaria poesia i cui tristi versi sono accompagnati dala sua musica interiore Tra le pieghe dell'anima l'uomo nasconde il proprio dolore, ma a volte, questo dolore, è un macigno, un peso troppo pesante da portare da solo sulle proprie spalle ed ecco che questi si guarda intorno ed insieme ad altri innalzano un unico grido di dolore e si riscaldano e non si sentono più troppo soli e gli unici a portare pesanti croci Amar si deve le altrui persone e porgere sempre la mano perché questi non cada sopraffatto da un dolore che come un abito d'alta fattura lo avvolge e non permette di intravvedere luce e vita poesia profonda che mi ha colpito moltissimo, facendomi vivere fortissime emozioni Applausi, Mau, da questo grandissimo teatro»