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| «Sono molto legato a questa poesia. La sensazione è quella di avere il mondo davanti a me con tutte le sue possibilità e non avere la forza ed il coraggio di coglierle. Come qualcosa mi separasse dal mio esistere. Un momento di blocco. Una parte di me vorrebbe fuggire altrove, nella luce che mi si para dinanzi come un invitante ma abbagliante scelta. Una luce piena che pure non mi consola. Sono come un bambino che non può giocare. E' guardando la mia mano che mi accorgo che il tempo scivola via ed io non so riuscire a trattenerlo, come a godere del qui ed ora. Nonostante mi senta spettatore della vita e non partecipe conservo però un miracolo: quello di stupirmi ancora di fronte al nuovo, di fronte all'arte, alla poesia, alla musica...» |
| Inserita il 09/02/2012 |
 | Lo sguardo sprofonda
tra le pieghe
di questo palmo di mano.
Il mondo è qui
tra queste dita
che non sanno piegarsi
a trattenerlo:
un pugno di sabbia
che scivola via
da questa mano
distesa e bruciata
da un oscuro
raggio di sole.
Ma questa mano è stanca
e questo mondo
continua a stupirmi.
E mi ritrovo sempre
spettatore.
Un bambino sempre
dentro mi piange
che vuole giocare.
Fuggire io vorrei
ma sono pietra.
E il mondo è qui
davanti a me
così vicino
ed io così lontano:
di tanta luce
quanta poca luce
mi consola. | 
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