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Tutti li jorna ‘u viju ‘ntu vicinatu
e mi rispunni sempri a lu salutu,
stu vecchiu trimulanti, pinsiunatu,
oggi nun salutò, si stesi mutu.
M’avvicinai, e misu a lu so latu
visti ca mischineddu, avìa chianciutu,
avìa lu sguardu persu, stracanciatu,
ci dissi: don Fulì, ca succidutu?
Dicitimi, chiffà v’hannu arrubbatu?
Cu ‘nfilu ‘i vuci e l’animu firutu,
mi dissi: sì, haviti ‘nduvinatu;
avìa ‘na cosa c’haju sempri avutu
e cu mi l’arrubbò, si chiama Statu,
è la me dignità, l’hatu caputu?
TRADUZIONE:
Tutti i giorni lo vedo nel vicinato
e risponde sempre al mio saluto,
questo vecchio tremolante, pensionato,
oggi non salutò, rimase muto.
Accanto a lui mi sono avvicinato
ed ho visto che poverino, aveva pianto,
aveva lo sguardo perso, innaturale,
gli dissi: Don Filippo cosa è successo?
Ditemi, per caso vi hanno derubato?
Con un filo di voce e l’animo ferito,
mi disse: si, avete indovinato;
avevo una cosa che ho sempre avuto
e chi me l’ha rubata, si chiama Stato,
è la mia dignità, avete capito? | |
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