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        | Tra le stanze dei Musei Vaticani,sublime è quella della Segnatura.
 Vi son ritratti i più illustri ed immani
 intelletti di fama imperitura:
 per lo più greci, latini e italiani,
 che onoraron la poesia e la cultura.
 Su una parete domina il Parnaso
 di Raffaello immortal non a caso.
 
 All’estrema sinistra c’è un quintetto:
 Alcèo, Corìnna e Petrarca aretino,
 poi il cantor dell’eolico dialetto
 Anacreònte, e seduta vicino
 è Saffo cui l’amore fu negletto.
 Sullo sfondo di un bel cielo turchino,
 un po’ più sopra stàn cinque poeti,
 eterni quanto i biblici profeti.
 
 Primo è Ennio, seduto ad ascoltare,
 quei versi che l’aedo cieco Omero,
 a Giove Olimpio sembra dedicare
 rivolto al ciel per lui oscuro e nero.
 Dietro a lui son tre glorie eccelse e rare:
 in rosso, Dante, dal profilo austero,
 Virgilio in verde, cinto da un mantello
 e Stazio il cui ritratto è Raffaello.
 
 Stan le muse in posiziòn intermedia:
 eterea e bianca è l’Epica poesia,
 alle spalle vi sono la Commedia,
 con Storia e Musica avvinte in armonia.
 Poi Febo, l’Oratoria e la Tragedia,
 indi la Danza e al fin l’Astronomia...
 in azzurro è la Poesia dell’amore...
 Tutte attorniano il Divin cantore.
 
 Son nel punto in cui inizia la pendenza,
 Tebaldèo con Boccaccio un po’ appartato,
 Tibùllo, di femminea parvenza,
 Ariosto dall’età molto provato,
 e Properzio, che vuol con persistenza
 che il suo sguardo dal nostro sia incrociato.
 In basso, sotto Ovidio e Sannazzaro,
 siede Orazio ai lucani tanto caro.
 
 In tal parete furono affrescate
 le più grandi virtù mai generate.
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        | Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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            | «Con questa poesia ho voluto provare a descrivere una delle maggiori opere di Raffaello: Il Parnaso, il colle della poesia. E’ stato difficile tradurre in rime i nomi di 28 personaggi. Partendo dal basso a sinistra essi sono: Alcèo, Corìnna, Petrarca, Anacreonte in piedi vicino a Saffo seduta; quindi più in alto: Ennio che ascolta Omero con alle spalle Dante, Virgilio e Stazio che è pure un ritratto di Raffaello; al centro Apollo e le 9 Muse. Scendendo vi son Tebaldèo, Boccaccio più lontano, Tibullo femmineo, Ariosto anziano e Properzio che ci guarda. Infine Ovidio, Sannazzaro e Orazio seduto.» |      
     
 
                
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