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Sono esausto nel dover rincorrere il domani.
Sono stanco di avere come sogno il vivere.
Lasciatemi tuffare nello stagno del bosco,
celato agli occhi degli ipocriti,
della gente opportunista, dei falsi sorrisi,
lasciatemi nel mio mondo imbronciato
ma genuino.
Non vi mando via, ma voglio tranquillità.
Chiedo troppo?
O pensate che il sole riscaldi solo voi?
O credete che nel bosco non si possa vivere?
Lasciatemi ululare alla luna nuova e ringhiare alla vecchia.
Non mi rimane altro che ululare
e farvi sentire da lontano le mie pene,
il mio malessere interiore
l'utopia di non star più male.
Ormai mi nascondo sempre più,
agli occhi della gente,
vorrei dirvi che son elfo,
ma purtroppo fuggo da me, da voi, come essere umano.
Nebbia e bruma si insinuano nei miei boschi,
odore di muffa e muschio,
tane vuote di lupe mai state lì,
credenze popolari dei focolari.
Non sentite il lamento?
Non percepite l'apatia dei sentimenti?
Tutti intenti a guardare schermi,
ignari della fine delle emozioni.
Basta con questo essere più vicini
ma inesorabilmente morti.
Basta tecnologia e velocità.
Abbiamo bisogno di fermarci!
di guardare cosa siamo e percepire umanità.
Sono stufo delle vanità umane,
degli onerosi stipendi
e di chi insegue il denaro,
definendolo "sicurezza".
Sono stufo che una donna non ti ami per quel che sei
ma per quel che hai.
Basta! Non chiedo di vivere d'amore
ma di valori, rispetto.
In questo mondo non per me,
io mi ritraggo e mi nascondo sperando di riprovare amore,
nel bosco più fitto del mondo:
io. | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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