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Io- donna nata di luna, mi nutro di spicchi di sole.
Cammino di sera e non perdo
lucciole e stelle cadenti sparse nel nero.
Sono radici di muraglia e di terra assolata di cuore
donna di grano e papaveri tramontati d'infinito.
M'accosto ai giardini profumati di rose
e racconto alla vita favole di mare.
Ero neve nel sole di luglio e nel cuore dell'estate
pane di grano dal sapore amaro di pioggia.
Sono cristallo nell'adesso limpido di roccia
e fiore selvaggio volato libero di vento.
M'ascolto e sorrido al cielo di nuvole
accarezzando l'anima mia che vuole
musica di gelsomini e viali scoscesi
ripuliti di buio e di brughiere polverose.
Io, donna di spezie lontane
portate dall'Oriente bagnato di poesia
sento sorrisi fra le rocce del cuore
e dimentico sandali polverosi di strada.
M'accarezzo gli occhi quando il buio
raccoglie i pensieri e scivolo lenta
fra parole sussurrate d'amore.
Io- donna ginestra di lapilli e lava,
siedo tenace fra i massi piovuti
dalle stagioni d'inverno già lontane.
M'illumino di sereno e d'aquiloni
davanti al sorriso tuo di pane.
Io -donna che riconosce il calore dei passi,
cammino fra i sandali consumati di colori
e coltivo semi di speranza accartocciata d'amore.
Sono luce opalescente di cipressi e di memoria
che respira di muschio gocciolante di carezze nuove.
M'ingegno di rose gialle del mattino
e regalo a piene mani il mio essere imperfetto
che racconta al mondo tavolozze di vita. | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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