Sai, quella carezza lasciata
col pensiero, all’ultimo albero di fila
contro il cielo morbido di marzo
all’ombra d’un ticchettio spedito
che scandisce gli attimi, appesi
all’acciaio di quell’ultima stazione.
Quant’è prezioso il tempo, nella misura
degli istanti o la necessità del vivere
quando sai che la felicità è solo
l’arte dell’ immaginazione
o il frutto prodigioso dell’anima,
rara, impudente e meravigliosa,
come quell’unico selvatico asfodelo
che sfida il vento tra pietre d’argento
e temerario spande d’oro il greto,
inconsapevole oblio del passato,
virtuosa promessa per ciò che verrà.