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Andrea Acerbi
Le 13 poesie di Andrea Acerbi
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vestita di nero sei come la notte
i tuoi occhi due astri
che verso di te,
mi indicano il cammino
la tua pelle candida
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vivo un sogno
le tue labbra socchiuse
in un malizioso sorriso
i tuoi pensieri e desideri
rispecchiati nel tuo sguardo
io animale con il suo istinto
e bambino con la sua innocenza
così vicini...
i respiri si confondono
ancora
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fuori la pioggia leggera
di un temporale troppo stanco
si stende come un velo sull'asfalto bollente
socchiudo gli occhi
le finestre sono aperte
c'è una luce inusuale
una brezza fresca
accarezza i nostri corpi
sfioro con le mani la tua
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vedo quello che non ho
e lo desidero ardentemente
mi pento di averlo gettato
nel momento in cui l'avevo
la mia anima
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un prato verde
tu distesa in un vestito leggero
fiore tra i fiori
i tuoi occhi chiusi
con le mani sfiori l'erba
che leggera solletica la tua pelle
sei così dolce così abbandonata
il sole tiepido scalda il tuo corpo
e
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scrivo i miei ricordi
scavando a fondo nella sabbia
inesorabile e inarrestabile
il mare, come il tempo, li
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sul tuo viso ho visto sempre splendere il sole
nei tuoi occhi scorrere tutta la tua vita
sei stata madre per tantissimi figli
e moglie di un solo uomo fortunato
non voglio sentirti smettere di parlare
non voglio rinunciare ai tuoi abbracci e ai
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sono un covo di serpenti
un viscido intreccio
di sentimenti silenti
velenosi pensieri
aggrovigliati e arrabbiati
occhi
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Andrea Acerbi.
ti contrai e ti rilassi
come in una danza
sul palcoscenico del mondo
io il musicista
tu il mio strumento
i tuoi sensi le sue corde
che delicato vado a pizzicare
trasportate dalla musica
le nostre anime iniziano a ballare
iniziamo un girotondo
di
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delicate come petali di fiore
su di te scorrono le mie mani
ti sfiorano la pelle
facendoti rabbrividire
ti toccano nell'anima
facendoti sospirare
viaggiano dentro e fuori di te
mentre a occhi chiusi sorridi
pervasa da piacere
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Anime sole
in cerca di calore
schivati ed esiliati
come di qualche colpa macchiati
storie misteriose e sconosciute
magari di stelle decadute
ci fanno sentire fortunati
dalla fortuna baciati
dormono sotto coperte di cartone
sulla strada o
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come il canto di una sirena
mi attira in luoghi a me sconosciuti
ma che non mi fanno paura
sento solo il suono dolce
e sicuro della sua voce
che inesorabilmente
dolcemente
mi attira verso di lei
splendida creatura
che ancora non riesco a
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sono soffi leggeri
che passando dal cuore,
arrivano nella testa,
e da lì nelle mani
prendono corpo nella scrittura
e si affacciano al mondo,
timidi,
come marmotte fuori dalle loro tane
si alzano in piedi a volte,
orgogliosi di essere
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