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 Gli ultimi 5 iscritti: Ivan Catanzaro - Fabio Paci - Simone Michettoni1 - Fiorfiore63 - Ava          | 
   
 
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            Giuseppe Zingale
            Le 623 poesie di Giuseppe Zingale
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        Era lì l'alba mercuriale a sfogliare il mio destino. 
Nell'alveo delle mie tardive abitudini non curavo ormai il mio
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        Nel tramestio sordo delle mie follie ingiuro la ragione. 
Troppo spesso ho giaciuto indolente dentro una prigione. 
Le ali
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        Io rigagnolo perturbato dalla realtà, 
costringo il mio cuore all’infedeltà. 
Cantine buie i sentimenti
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        Non potrò più allietare il mio angusto tempo nello specchio dell'anima. 
Passeranno giorni insensati e senza
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        Io opera buffa del mio reliquario, 
soccombo inerte al mio calendario. 
La vita rosa fiorita nel mio immaginario, 
non coglie
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        Io roccaforte di un antico ricordo apro la mente al sole della primavera. 
Sogno glorie vetuste nel bosco di lecci che mi
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        Ero lì che soprassedevo ai mie dubbi, avvinto nel dolore di una lacrima. 
Speranze vane e fuggevoli ammorbavano
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        Viaggiatore nel mistero dell’identità subisco il diniego. 
Offesa, la mia natura si rivolta ferita. 
Non vivrò di silenzi e veti preconcetti. 
Animerò la speranza nelle sue mille traccie. 
Nel buio indistinto della notte
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        E va con le miserie del tempo questa vita crucca e assassina. 
L’umore dei miei diari sembra scritto in una sentina. 
Colgo nel giudizio della mia negligenza le verità sindacabili. 
Fine a se stessa la mia invecchiata speme di oracoli. 
Tutto gira
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        Quest'amore che ha sempre l'umore della Primavera. 
Quest'amore che sogna in mare aperti al di là dell'orizzonte. 
A volte inganno a volte idillio entra nelle vene come caldo liquore. 
Impazza nell'estate d'oro della giovinezza e profuma
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        Nel dubitare di me stesso e delle mie reazioni confondo i miei pensieri. 
sollevo solo polvere quando agisco introspettivo. 
Le deficienze delle mie idee esondano dal corpo fino a tradire i miei silenzi. 
Voglio apparire come ombra delle mie consuetudini
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        Le riserve del cuore eludono la noia del quotidiano. 
Perdi il treno della vita ma lanci un grido di libertà. 
Le rive dei ripetuti silenzi portano sulla battigia l’arcano destino. 
La natura di tuoi buoni sentimenti elogia un timido Sole. 
Il volo
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        Il tintinnio del tempo scorre ineluttabile tra le radure dell’esistenza. 
Vedere oltre gli orizzonti mi infonde salvifica speranza. 
Io mesto esattore delle mie vessazioni non raccolgo tributi ne ovazioni. 
Il filo rosso che mi lega a te ha un collante
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        Io vessato da alterne solitudini attento al peccato e alla noia. 
Nel mio circunavigare le idee della mia fede ho raggiunto la pace . 
Fermo nelle mie convinzioni non desisto dalla temperanza e dalla cautela. 
Navigo oltre le diffide del mare come ultima
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        Le riserve del cuore eludono la noia del quotidiano. 
Perdi il treno della vita ma conservi il tuo nido. 
Le rive dei ripetuti silenzi portano sulla battigia l’arcano destino. 
La natura di tuoi buoni sentimenti elogia un timido Sole. 
Il volo della
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        Io oblio di anni vissuti in cattività rivendico ricordi di onde sulla battigia. 
Nella semantica delle mie peculiarità resiste il grido di libertà. 
Nella quiete di giorni regalati al propizio silenzio esorto la vita alla gioia
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  Invia un messaggio privato a Giuseppe Zingale. 
 
    
     
     
    
     
  
  
    
        Via dalle altere manie di protagonismo. 
Via dalla folle corsa verso l’incauto arrivismo. 
Solida memoria dei ricordi ingannerà il silenzio. 
Fede e virtù profumeranno d’assenzio. 
Nel desco delle libagioni sarò stranamente
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        Io svenduto al silenzio della solitudine dipano le ore nella commiserazione del mio orgoglio. 
Dilaniato dalle ossessione dei miei dubbi mendico l’anima nelle sue frustrazioni. 
Sole nel deserto gli inganni della mediocre filosofia congiuro le mie
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        Nelle colline estatiche delle mie insicurezze vaga il silenzio e i suoi interoggativi 
Le percezioni sensoriali si fanno ardite e la falsa vanità mi cura le ferite. 
Lo spettro di un tempo tiranno si scioglie nell’amore dei ricordi. 
Il passato
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        Nel manoscritto degli alterni sorrisi regna l'indaco Cielo. 
Un vezzo, un ricordo, un battito d'ali ne compongono il mistero. 
Mai sobrio di virtù ed eleganza, maestro di notti inviolabili dagli oscuri disegni. 
Nel ritornello delle abitudini
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        Il vento dei desideri era spesso intriso di speranza. 
La cura dei pensieri cresceva in abbondanza. 
Il volo della fantasia implementava i ricordi. 
Effusioni di timida gioia vivevano nel turbinio dei sogni. 
Briose membra lottavano contro il
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        Il volto anonimo di mille dubbi connota la mia identità. 
Lontano da superflui gaudi rivendico la mia libertà. 
Nelle sere Lunari immergo i miei sogni nel mare della tranquillità. 
Non ho mai avuto pretese di protagonismo e di
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        Lento lento scorre questo tempo ignaro del mio dolore. 
Il frammento della mia luce converge verso l’inganno. 
Mai mani virtuose mi hanno insegnato a imbastire il destino. 
Lasciato alle folate del vento ho bivaccato dei miei avanzi. 
Nelll’ intollerenza
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        Il silenzio edificava le sorde parole di una nuova stagione. 
Bevevo nella fonte della mia coscienza l’acqua che mi dissetava. 
Non avevo più emozioni vuote che mi creavano dissociazioni. 
Il veleno nascosto tra le pieghe dell’anima si era sciolto
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        Ho corso più forte per inseguire il destino. 
La mia solitidine immersa nel bisogno del divino. 
Ora la curva dei miei intendimenti si prosta indolente. 
Mura di pietra scura la larva del mio cosciente. 
Non ho battute per sorridere alla
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        Vissuto all’ombra dell’incerto destino rovino verso l’abbandono. 
Tristi sembianze di cenere mi oscurano il volto. 
Il senso delle mie prigioni è la mutata speranza. 
Nel soggiacere alle false illusioni rinnego la volontà. 
La pericolosa
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        Io e il mio sdrucito destino svanito nell'oblio ancoriamo al dubbio la nostra indolenza. 
Nella lontana possibilità di rivincita si pone davanti a me  
un gancio a cui aggrappare la mia paurosa coscienza. 
Le mani coperte dai segni del tempo non
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        Nel peregrinare assorto di giorni indistinti trovo conforto nella memoria. 
I commisurati sorrisi del silenzio mi spingono nell’anonimato. 
Prego spesso per le mie infelicità avendo cura delle mie ragioni. 
Ho raggiunto i vortici della mia
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        Sei il tepore di mille primavere. 
Il sogno audace che non ha barriere, 
Il fiore più bello colto in un campo colorato. 
Il dono al mio cuore ramingo e innamorato. 
Veli di luce inseguono i miei desideri 
quando l’anonimato ha il volto di
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        Vele tese a navigare. 
Sogni veraci da interpretare. 
Cortili di bambino ferito dagli schiaffi della malinconia. 
Anarchica alchimia di futili valori da sfiorare la follia. 
Al cospetto di una natura ostile vago impenitente. 
La prostrazione al peccato
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             623 poesie trovate. In questa pagina dal n° 211 al n° 240.
       
    
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