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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Le 45 poesie pubblicate il giorno 26/09/2017
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In valle uno squillar di tromba
tra tempio di ercole e di giove
grande epica nell’aria rimbomba
con nebbia, sole e quando piove!
Nel 480 ac. la vittoria d’Imera,
dopo alcuni anni la fine brutta!
I fasti d’altri tempi un’altra era
dal punico
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E’ come se avessi perso le parole
il suono la sintassi e ciò che esprime.
Un vuoto strano qui, in questo rumore
all’angolo più scisso del mio volere.
Comunque e a parte, senza le parole
in questo suolo muto, di nessuno.
Eppure il verde continua a
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Sorrido ora
sullo sfondo di mille finzioni,
tornato bimbo è il pensiero
ed a raccontar torna
del tempo che fu.
Voi avete il tempo
che già fu mio
ed a ciglia
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Trattenevo
il calore delle nuvole
per il prossimo inverno
nessuna luce
Per non offendere le ombre
e negare il ritorno
agli oscuri passi del male
nelle sue tante forme
Ritornavo
al suono levigato del ricordo
nessuna lacrima
ma la pura trama
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| Caro mi fù
quell’Irto Colle
intimo e silente,
dimora dell’amato
Francesco, “il poverello”.
Un dì m’apparve
il novello fraticello
per mano e
con immenso amore
bruciò il cuor mio
fraterno e prediletto.
Dolce carezze
sul viso speranzoso
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| Ho destato incauto i loro visi
e i volti scevri di fausto arbitrio
fino a rimestare le lisce viscere
con fredde intense lame tonde
fendendo nel caldo ho attinto
scambi a due di ferrati incroci
e lividi di fatale quieta speranza
un alterco
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| La mia sposa, questa notte,
profumava di diamanti,
girasoli nella sua fronte
sovrapposti ad una musica dolce dal cuore dell’arena,
il suo abito di lenzuola colorava,
dolce lentezza del tramonto,
le case, i palazzi e le strade antiche
lastricate
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| placida alla rena frange,
lieve sul mare il vento scherza
che alla prima succede la seconda
e, questa torna e va a lambir la terza.
un andirivieni affascinante
che prende la vista e la conquista.
un moto ondoso
che non conosce riposo.
al mio
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pioggia d’ovatta
la musica zittisce
foglie croccanti
vita
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Noto al sentore, duro tattile
il cielo finto espande in verticale
sbarre e quadranti.
Pianta, fila, soffia blu
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| I sogni
sembrano spenti dalla notte.
Restano d’avanzo giorni a perdersi.
Tu sulle mie labbra
in un pensiero da mordere.
Ti ritaglio da un ricordo. Una fotografia.
Incollo il mio colore sul bianco e nero.
- Urlo il tuo nome per
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Saranno forse le stelle a ricucirmi gli orli
e la luna a rammendarmi gli strappi,
una tegola in bilico a rischiare
di cadere.
Forse mi sorreggerai sicuro
nelle mie ore più buie
o mi lascerai affondare deciso
nel magma delle scale.
Mentre
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Uscito dal tempo vivo il momento,
non mi aggrappo a fili di ragnatele volanti
ammuffiti nell’angolo della vita.
Non guardo più la nebbia
che nasconde le cose,
le emozioni non dette,
le corse degli altri per il nulla.
Nemmeno mi sforzo di togliere
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fiocchi di neve attorno,
ghiaccioli di stalattiti,
tu camelia rosso sangue
regni nel candore assoluto,
aspetti gnomi e
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La strada si deforma
e a breve
il freddo marmo
avrà interrotto la traccia
-saprai recuperarla?-
L’orizzonte si perde
e cielo e terra
distilla nuova ferita
pure l’origine
non più si conosce
-che sia nella fine
che porta forse a
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Aprire il segno, quasi divinare
per dire: portami nella parola,
fa’ ch’io esista per suo mezzo
stralunato dal vuoto non ancora
vuoto,
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| Sembra assurdo ma non c’è
oceano senza limiti.
Osservo il mare e, attratto,
ascolto l’urlo, il suo ruggito,
la potenza dei suoi battiti
che echeggiano con fracasso...
ribellione!
E’ comunque circoscritto.
E pensare che ciò che vedo
è solo la
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| Seduti nei vostri scranni da giudici
paurosi e interdetti dal Grande Pagliaccio
voi mi chiedete che parli dell’amore
voi volete solo dei sogni di latta.
Ma io sono un pipistrello della notte
che caccia nel buio piccoli ratti
che vive in umide
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Le nebbie prime serotine esalano
gli Spiriti notturni.
Rivèrberano sui miei occhi nel buio,
e di melenconia m’empiono l’Anima.
Così respirano i campi! che spogli
di grano attendono il riposo ambito.
Ma io ho freddo, e lamento
l’Autunno che è venuto
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Un volo radente nei ricordi
mi riporta in fondo a quella vita,
dove non c’era posto per me.
In quella casa dove non si vedevano le stelle,
ma muri troppo spessi per sentire le mie forti urla,
cercavo inutilmente di scappare ogni volta
che
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Perdonami Figlio,
se insegnandoti ad amare
ho condannato il tuo cuore
al dolore
Perdonami Figlio
non son stata capace
di alleviare la sofferenza
che imprigiona l’anima
Non ho armi,
non conosco rimedi
per non farti sanguinare il cuore
Per
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Prova a lasciare il vento ai suoi affanni
tu porti ali leggere, troppo leggere
per scalare il giorno
trovami un sorriso, una stagione
io vivo dietro i muri di fango
di una terra alla deriva
e sento, sordo il richiamo,
forse un giorno,
il mio
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È lì che vuol essere atteso ed invocato,
sulla pietra levigata dal dolore
È lì che raccoglie il pianto degli amanti
e la
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Sabyr |
26/09/2017 07:28 | 2101 |
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Ultimo atto...
si raccontano le foglie,
storie...
Memorie di mattini
lacrimosi di rugiada
e altri rischiarati dal
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Dentro gli occhi d’ogni donna
ci son tante meraviglie,
c’è il segreto dell’amore
che nasconde con timore.
Nel suo sguardo misterioso
non traspare alcun segnale,
perché resta distaccato
dal pensiero controllato.
In quegli occhi c’è di
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Sogno
quell’attenderti
oltre il tempo
che passa...
Sogno
respirarti
fra gli attimi che fuggono
di una dolce emozione...
E voglia di trattenerlo,
farlo restare
per sempre;
Se apri gli occhi
non svanisce
perché ne sei pieno,
è foglia che
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Chi è nato ad occhi aperti
vede le macerie,
vive le miserie e soffre
al soffrire d’ogni essere.
Nel dolore condiviso
l’unico possibile senso,
l’unica salvazione:
la Compassione.
Diffidate delle leggi incise
sulle tavole che partorirono
il
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Pietra levigata dal tempo
che fugge,
affonda nell’acqua
d’un mare in tempesta.
Urla, si scuote,
frastaglia le onde,
biancheggia, s’infrange
la spuma sui sassi.
Più nulla.
Silenzio intorno.
Flebile voce
d’una brezza leggera
carezza
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Colle onde mai in posa,
sotto una luna serica e chiara,
nel seguire i suoi tremolii,
che accarezzano mille luoghi,
spesso sponde tralasciate
o spiagge bianche calpestate.
Eccolo là a raccogliere il mondo,
nel suo marino
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| Dentro di me,
nello sguardo, nel cuore
vivono,
immagini di cristalli,
di piccoli gechi al sole,
di voci sentite,
tra atmosfere rarefatte
e movimenti infiniti.
Come il vecchio fico,
proteso tra cielo e mare,
in un sottile equilibrio di bruma
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Eolo |
26/09/2017 00:01 | 543 |
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45 poesie pubblicate nel giorno 26/09/2017. In questa pagina dal n° 16 al n° 45.
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