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antonella scaramuzzino
Le 232 poesie di antonella scaramuzzino
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il nulla mi insegue
e l’inquietudine
scuote le mie ossa
- in brani il cuore
s’annega nel tuo silenzio
e nel va e vieni
dei pensieri
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stilla di rosso
il giorno
e tu corri via
-inseguo i tuoi passi-
e ti rivedo
non so dire dove
o collocare nel tempo lo sguardo
i gesti
il
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cosa stai cercando?
una terra cui accostare?
non è qui
o in altro luogo
- non c’è approdo -
la deriva dell’onda
lento
ti risospinge al
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cosa era l’essere?
un gabbiano sperduto
nell’oceano
volo
deriva
assenza
e nessuna estasi
la rotta
consumava
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ho esplorato ogni stanza
e staccato arabeschi di lichene
ho raccolto pietre
e sparso sabbia rossa
scarpe usurate
e abiti in brani
ho
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sono qui
e la tua parola
ingenua aguzza
fende l’anima
il mare segna
d’un moto continuo
senza pace
e la fine immaginata
nell’inutile pulsare
delle vene
non è
ciò che sperai
sono qui
e tu splendi inaccessibile
e la luna non ha
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tu ferisci lo sguardo
e poi un largo giro fai
cedi nel corpo del verso
per caso per eros
mi sorprendi
- musa -
quando il nulla mi
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inestinguibile
l’incendio dell’aurora
traccia l’orizzonte di sangue
e ogni stilla cade
per l’aria solcata
da vie d’Africa
e di rondini
l’autunno viene
in cammini d’acqua e d’alberi
e le foglie rosse
e intorpidite dallo stillare
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l’io fa capolino
si divincola dai modi dell’essere
-sorge in versi dimenticati-
fende la scorza
poesia obliata
si guarda con sospetto
-pure è vivo-
e
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La strada si deforma
e a breve
il freddo marmo
avrà interrotto la traccia
-saprai recuperarla?-
L’orizzonte si perde
e cielo e terra
distilla nuova ferita
pure l’origine
non più si conosce
-che sia nella fine
che porta forse a
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tu eri il canto
e ora che l’aria esplode
e il corpo è consegnato
alla furia delle acque
riconosco il tuo volto
in tutte le cose
e solchi di sangue
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e viene dalla fatica
ogni zolla della vigna
ha lavorato
ha mondato gli ulivi
dai rami secchi
e sa bene la lingua
della terra
e nel petto lo tiene
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scorre dai tetti la luce
per le strade
che in su e giù
cadono nella collina
e per le case inerpicate
e adagiate alle coste
l'aria attraversata dal fulgore
lieve fa la voce
del vento
un viandante
a passo lento
segue la ripa
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amore
-guarda-
il vento scompare
e dal mare piano
si leva il giorno
e d'ogni luce
l'aria e la terra
si fa intima
le piante d'ogni
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la valle del fiume
guarda
le colline e il mare
nel navigabile ritorno
che attraversa l'unico passo
interminabile
dell'azzurro -ti
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amerei pensare
di me
sangue libero
che linfa d’africa
scorra nelle vene
e spazi interminabili
percorra
nell’istinto d’un leopardo
e il passo precorra
la voce dell’acqua e del vento
e non più disunito
parli la lingua di deserti
e
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Cerca la poesia:
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Invia un messaggio privato a antonella scaramuzzino.
lenta la pioggia
e lento il tempo
della campana
qualcuno va e non torna
e la terra si versa nel cielo
e un bagliore inaspettato
l'attraversa
più che colore
passo viola d'innocenza
musica mai udita
e profondamente udita
dice
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non puoi lasciare
ciò che non hai fatto
-ti insegue-
e pure
ciò che non hai compiuto
-lo incontri
ogni giorno e ogni notte-
e
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della vita e d'altro
tutto manca
in terra desolata
sguardi
e prigionieri di muri
senza feritoie
indagano ciò che appare
alterni
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il mendicante
fa il giro
e tiene basso lo sguardo
oltraggi riceve nelle palme
le mani tende a chi lo scruta
raccoglie un cibo aspro
amara è l'acqua
che attenua l'arsura
per via
i piedi nudi
percorrono sassi
-cerca amore-
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amo questa terra
così faticosa
che non riposa
neppure di festa
e questo clima
ché il sole ci insegue
con passo di inferi
e segna sui dorsi
curvi al lavoro
tracce di inchiostri
arabeschi indelebili
dell'anima
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e la festa comincia adesso
nella meraviglia
d'una fanciulla e dello sposo
e degli amici
che s'apprestano intorno
a ornare le mense
col canto
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nell'infernale
ritorno al futuro
esistere dice
vanità
dispersione d'essere
e il va e vieni
non ha meta
né giustizia amore
per
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lo specchio si dissolve
e all'improvviso il baratro
mi ridona il tuo volto
il nulla
che barricava la vita
si dilegua
-sono qui-
e diventa cosa
la musica mai udita
e le parole
libertà
il fare e il non agire
perché
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eco di passi
nella radura
quattro anni
-l'orrore-
la festa della vita
giocata nel nulla
questo rimane
e nel desiderio
quattro case
e quarant'anni di non vivere
nella memoria
"stat rosa pristina nomine
nomina nuda
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ora si acquieta il vento
e pure la calura
è meno gravosa
e le rare nuvole
a passo lento
percorrono il cielo
la bougainvillea riposa
i fiori all'aria tersa
per la tempesta
le altre piante
attonite guardano l'arsura
e la
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le dune disegnano
il vento
e un nitore di calma
splende inutile
nelle macchie della luna
-guarda poeta-
le età devastate
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e il sesto giorno
rimane il deserto
-quante volte ti ho salutato-
amico
nel sostanziale senza parole
e il fiume trascina in sé
arcobaleni soli lune rosse
incontri nell'arsura
e nelle stagioni
non si acquieta
porta il suo carico
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chi mi ridarà
la vita rubata
-forse tu-
messo incorrotto
che racconti ai paria
di sperare nel domani
ora che ho percorso
fiumi di sabbia
e i grani confitti
sono nel tessuto e nella trama
l'inquietudine
ridà al giorno i
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quando la rosa
si sarà abituata
al nome
forse mi parlerai
-mi chiamavano la ragazza dei lillà-
più antico dire
a queste ossa
e le rose sono lingue di fuoco
inconsapevoli
e il tuo sguardo
le ha fatte nude
e ora
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232 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 30.
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