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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Ribellione
Le 7014 poesie pubblicate sull'argomento 'Ribellione' Poesie di ribellione |
Amica mia, scappiamo via da questa valle
finché non avremo questa nebbia alle spalle.
Possiamo illuderci che questa grande follia
riesca a liberarci dalla malinconia.
Vedrai, non ci sentiremo più marionette
verremo protetti dal buio
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Oggi mi ha vinto lo sconforto
a rileggere
dell’ovvio per vincere l’insonnia
in attesa
di un fucile tra le dita di un
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Vivo in me stesso
senza aver bisogno di nazione
nella mia mente
in costante ribellione
né servo né padrone
nella mia o nella tua popolazione
Non so scrivere e cantare
dinanzi all’ingiustizia
mi è facile gridare
della
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 | Compatisco chi è fermo,
ed aspetta il buon tempo,
chi sperando si arrende
e sconsolato l’attende.
Preferisco l’illuso che crede
di schivare la pioggia,
chi cantando pretende
di sbiadire la nebbia.
Preferisco l’illuso a giudizio di molti
che
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Non mi guardare più, più non mi toccare
non prendermi la mano,
non voglio più quello che tu chiami amore.
Tu, che gentile e profumato,
mi hai illuso con i tuoi gesti falsi ed ipocriti.
Tu, che non hai mai saputo cosa vuol
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Quel mostro ogni dì stringe a sé
non si vergogna
in preda al suo potere narcisistico
distrugge la vita
impotenza si fa in quattro
ribellarsi non serve
volontà si è accucciata
buoni propositi galleggiano
in apnea il sentire sconquassa
senza
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E’ vero artista chi segue tendenze
che l’hanno appena appena preceduto,
e le scambia per vere, uniche scienze,
da applicare con fare risoluto?
Oppure, se la strada della fine
hanno probabilmente esse imboccato,
è più artista colui che resta
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Non chiederò elemosina, mai.
Divorerò le carni mie
e tozzo di pane mai raccatterò.
Mi disseterò alla fonte
della mia stessa linfa.
Accarezzerò l’anima mia
fino alla mia pura essenza.
Sazio sarà il
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abbraccio di rose ferite di verità
perla clandestina sporcata d'insulti
bigotta risacca che tremi lapidi d'albe sfiorite
cappio d'ipocrisie respiro di sentinelle
pallido feticcio ignudo di maggioranza
mai più respiri sfiniti
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Chi ci chiama “bamboccioni”?
C'è qualcuno al Parlamento,
che convive coi milioni
e non nutre un
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Svela quella tua nascosta paura,
chiacchiera, ciarla, urla
fa che il batticuore
non diventi struggicuore
e l’esitazione non prevalga
sulla spontaneità
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Hai mai guardato dentro una scarpa
senza il piede è natura morta
pelle d'animale ucciso.
Lacci di chi correva sui prati
come il sorriso di tuo figlio
perso in un balzo sul tuo braccio
ora stringono al mio collo
la sofferenza di chi
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Ho sepolto il torpore in pochi versi
le paure ho sepolto per poi - molle -
correndo il rischio di sembrare folle
spiegare vecchie vele a venti avversi.
E in mare morirei
per respirare il blu tra roghi d’astri
riabbraccerei con gioia cento
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vomito ossa bruciate d'odio
pendaglio di diversi condannati d'insulti
truce sudario svestito d'umano
nero inferno d'apostoli sudati di religione
massacro bambino di donne lapidate d'assassini
chiusa d'un silenzio nemico di verità
nudi
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 | In quel
vicolo cieco, grigia è
la speranza; era un falso
pepe? Niente ce nella
sua pancia.
L’albero che
non da frutto, almeno
fosse bello; è selvatico,
non ha ... nemmeno
quello.
Non ha più
forza il contadino
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| La vedo passare
oscena miseria di uomini
che ostentano sgarbo
e consuetudine abbondante
di prepotenza ipocrita
e
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Brucia la salita
che tinge la pelle d'oro
per arrivare dove la vita
richiede un prezzo alto
al bivio tra la resa
il trionfo e il salto.
Sotto i piedi pulsa forte
febbricitante la spinta al cielo terso
un tamburo ritma la morte
ma caparbio
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Il sole s'affaccia, saluta, scompare
e qualche raggio in ritardo
fa pagliuzza d'oro una lacrima
e gli sguardi lo cercano
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 | Stringevi neri pensieri
nel lento offrirti a lui,
troppe le promesse,
in esse non c'eri tu.
L'inganno delle parole,
destinata alla purezza,
lontana dalla volizione
nella gabbia di un'idea.
Spogliata di passione,
nell'intimo
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| Pagu |
31/01/2015 07:08 | 2046 |
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Sei veramente bello nuovo pensiero
or ora sbocciato in questa pigra mente,
corri, non ti fermare, affrettati...
breve è il tuo tempo,
nuvole di pura e semplice aria sono pronte a coprirti,
soffocarti, cancellarti per sempre.
Chissà
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Ho una poltrona sul lato nascosto della Luna
ove non v’è vista di tal pianeta azzurrognolo
chiuso in un velo d’aria maleodorante
a prigionare alieni d’una sfera violentata.
Ho ali come la notte per volare nel giorno,
ma non v’è aria a
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 | Io non volevo nascere,
poi mi dissero "ma, dai,
la vita è un'occasione,
mica la sprecherai?"
Così gli diedi ascolto;
piansi qualche giorno,
mi guardai un po' intorno,
e poi mi rassegnai.
Io non volevo crescere,
ma
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| tenera bandiera che urla pugni sfatti di madri
granello d'un silenzio che trema poesia
liberata guancia d'un deserto di Siria
chiusa d'un sogno sfinito di notti che resistono vite
abbraccio di occhi serrati d'inferno
vite strette nei fuochi del
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| Capitanerò le tenebre, gl'inferi...
e col mio sguardo da negato sdolcinato
d'assoluto maturo uomo,
non più intermedio infante...
Sarò amico del topo, non per giuoco
Passeggerò sotto la città,
lungo le buie fogne
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Ripassa di qui
nel ribollire bianco del fumo
quel silenzio immaturo,
grano acerbo
che aleggia nella memoria dei pochi
che respirano ancora
dopo decenni di ricordi bui
scolpiti nelle rughe profonde dell'età
Inverno dopo inverno
rovinano
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All'alba, finì la notte
ogni spina cadde, dal petto
alla nuda terra
il mio corpo è un ramo secco ormai
un uccello caduto, sopra la prima neve
e chiedo, alla luna
quanto durerà l'inverno, il fumo dei camini
in questo campo
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M'è apparso nel sogno stanotte
il volto d'un bimbo dai grandi occhi neri
che mi guardava senza parlare.
Non distinguevo il colore della sua pelle
e mi domandavo chi fosse
finché gli ho chiesto: "Chi sei?"
"Sono
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 | Il treno dei ricordi
sempre più tenue espande la voce,
dove l'uomo piantò la sua croce
sul martirio e l'orrenda vergogna
di quel sopruso immondo...
che ha violato civiltà e senno.
Ancor l'odore acre di morte
chiede
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Non venne mai la guarigione
dopo le nebbie, l’inverno di ruderi senza più tempo
come il silenzio che tace,
come dio che non sente, le piante spoglie dalle braccia emaciate.
Non tornò più il sole
dai campi Elisi, né riccioli di grano alle
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Sotto il camminamento cupo dei passi pesanti
miriadi di anime incolonnate dal dolore
guardano i mattoni insanguinati di quei muri
dove fari accecanti sferzano la notte,
Cavalli di frisia arrotolati dalla paura sulle menti in fuga
dove le carni non
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7014 poesie pubblicate sull'argomento Ribellione.
In questa pagina dal n° 1891 al n° 1920.
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