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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 363’665Autori attivi: 7’458
Gli ultimi 5 iscritti: Lucia Silvestri - Ivan Catanzaro - Fabio Paci - Simone Michettoni1 - Fiorfiore63 |
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Satira
Le 2591 poesie pubblicate sull'argomento 'Satira' Poesie di satira |
Partenope chiamò quella fanciulla
Madre Natura, che la partorì:
fino da quando stava nella culla
varie bellezze il mondo in lei scoprì.
Poi crebbe, e molti amanti calorosi
presso di lei andarono a abitare,
e per i tanti amplessi vigorosi
la
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 | Il Leonardo l'aborriva
e asseria che renda folli,
ma forse era la sua mano,
la mancina inadeguata.
E Rousseau in"Emilio"avverte
che essa mena a morte certa,
mentre Omero invece esorta:
"Masturbazione o morte!."
Anche
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| Vorrìa far altro ma debbo travagliare,
sudar su carte
ove di me si spande
la miglior parte...
Sorte grama mi consuma,
e intanto l'occhio del cielo,
il grande sole,
ironizza rubizzo il mio sudore...
Tempo sottratto,
ahimè,
alla
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| Un canto tra l'apofatico e l'apolgetico.
Antropofago ed epidittico.
Sesquipedale e sesquimotore.
Che segua l'andazzo
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 | Vorrei incendiar, si fa per dire, la Selva nera,
i pini della Scandinavia e tutta l'amazzonia,
incenerendo legni, ovvio dico una fandonia,
per trarne cenere per ogni testa dura.
Il pentimento o qualche passo indietro
non è nello stile
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Rapito in piena luna,
da un raggio della notte,
fra ciglia e le pupille
- cara - vagheggio,
ma che ci fai
in topless nella bara?
Ci vuole poco
per cambiare il mondo
- sapientemente ella rispose -
o crederlo, barando
coi soldi della
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Sono un ragazzo fosfolipidico, alquanto triglicerico,
adeguatamente glicemico, politicamente tallassemico.
Epatico ed
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inesplicabile sentenza
quella del censurare
quando dichiaro "pazzo"
occhio di lince cecato
ma che ci sente bene
quando interpellato...
ed io mi dichiaro
e te lo ripeto: pazzo!
voglio veder se mi censuri
ragazzo...
poi, voi
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 | Sempre male mi fa codesto callo
e questa lepre che ho mangiato a parte
insieme a delle olive mezze crude.
Ma sedendo e
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Sotto il segno
due pesi due misure
è la Bilancia.
Battiam battiam le mani
è nato l'onnisciente.
Saggezza splende
illumina le menti
grande amore
in fantasia e follia
l'anima coinvolge.
*
nostro signore
che d'incoerenza
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chiudi la porta
fatti una doccia
spengi la luce
sopra di te
lascia le vesti
ai piedi del letto
intanto la musica
metto per me
il bar è fornito
il letto imbottito
un goccio di vino
l'amore dov'è
riprendi il cuscino
quest'ora
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Tante porcherie leggo
che ormai più non reggo.
E vengono pur premiati
'sto branco d'invasati
che tronfi e per nulla boni
schiamazzan nelle stanze
come luridi cialtroni;
e se stanno lì bei belli
a ricever untuosi encomi
manco non
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Son Maestro del compasso,
ai Misteri or mi dò;
tra altari me la spasso,
ôr da ferro sempre vò.
Re del Tempio, il Masson!
Ai Tempieri più arditi
reco già qualche onor;
e i Misteri più avìti
porto
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 | Il giorno che mi lascerai,
si agiteranno venti di profonda gioia
e le rose appassite di un vecchio giardino
risorgeranno a nuova vita, danzando la tua assenza,
come un carnevale di Rio.
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Ah, se tu mi lasciassi!,
gusterei le dolcezze del
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| Per evitar la noia che in quel lasso mi eludeva
a caso lessi una poesia,
prima che la mente si addormentava.
Assopito e quasi svogliato
misi il dito sul rigo e ho iniziato.
Il suo iniziare di lettura,
subito di sveglia mi diede levatura.
Che
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Giuro che un giorno faccio un tuffo nello schermo
e ti rapisco nel blu
un giovane vento australe farà le vele della tua barca
gonfiare
spariremo
lassù
fra stelle spente senza neanche una virgola
da ingoiare (magari di nascosto)
e
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Io non ho paura
sarà come un lungo sonno
il sogno non lo so
quello non mi è dato
qualcuno dice che dipende
da come mi sono comportato
Non chiedo facce tristi piene di circostanza
voglio tutti allegri come ho sempre sognato
non vi
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Le donne del borgo
annoiate, distratte
le vedi spedite tra le stanze
apparire e sparire dalle finestre.
Da quei piccoli
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Col tuo parlar che lusinga e incanta,
hai promesso a tanta povera gente
un mondo migliore a basso tasso,
raccogliendo voti a dritta e manca.
Ma or che il tuo far vacilla e arranca,
tu non arretrar manco d'un passo
e avvinghiati potente come
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Acqua gelida, mani arrossate,
voci di donne, grandi risate.
Ceste di panni portati da casa,
lava, risciacqua, strizza,
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Oh esperto
che nelle divagazioni alcooliche
stenti a riconoscer l'eco
di vapori di poesia,
ti fregi d'esser
sommelier
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Stiamo diventando francescani, minoriti,
senza saperlo...
Stiamo lasciando la casa, i mobili della
nonna, l'orologio della cresima, la rata
della macchina, ma ci lasciano il letto
per metterlo in istrada, e la fede nuziale
che non è
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Proprio adesso
che ci avevo pensato
che mi ero convinta del peccato.
Spunta fuori la novità
la nuova legge
che devi pagare la tua metà.
Non si può nemmeno pensare
si potrebbe capire dal tuo agognare.
Non ti azzardare a
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Sul fulcro muove lenta in terzo grado;
oscilla, e un po' resiste all'altro lato,
ove la stretta è lieve, o da stagnino.
Ben vero, che non buca, taglia, o cuce;
grado non primo, e il mondo non solleva,
ma il diversivo può donar
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C'erano tutti gli amici giù in cantina,
più di venti, forse una trentina,
più due chitarre, il
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 | In attesa del risveglio del Lui
Si striscia sotto le coperte
Da soli insieme Lui e Lei
Con il caldo assordante
Niente e poi niente!
Lei suda abbondantemente
Niente si muove!
Là dove si dovrebbe
Una doccia potrebbe servire
Da poco passata
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Vorrei... Costruire marionette di stracci e cartapesta,
renderle veritiere, con volti arcigni e austeri
come le cariatidi che infestano i ministeri,
che stanno sugli scranni in auge e senza testa.
Vorrei... Rendermi sapiente imparare dai
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poco è lo spazio fra la terra e il sole
l'aria ristagna si confondono le ombre
brusca manovra per risanare
la maggioranza accelera
è la ripresa che ci fa difetto
sentenzia l'ingegnere di turno
intanto tutti ai box
a far
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Vita, tortuosa esistenza
a chi dai la lucidità
e a chi li fai restare senza.
Con penna e calamaio
scarabocchiare flatulenza e versi confusi
è proprio un grande guaio
quando dal proprio io macilento
si è rimasti contusi.
E
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Dolce mattino che risvegli
la natura
mentre la Parca fila
tu raccogli il miele
che in Venere
tiene nel petto cielo e verità.
La Grazia della poesia
distratta e bistrattata
sulle bianche vesti lacere
ondeggianti nella notte passata
di cui
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2591 poesie pubblicate sull'argomento Satira.
In questa pagina dal n° 1501 al n° 1530.
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