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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Le 6649 poesie in esclusiva dell'argomento "Donne"
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Cacciata con dispetto
di ferro e fuoco fu sconfitta
dolcezza il viso suo
schernita umiliata
sotto quel velo di zanzariera nero
quasi i suoi occhi tremassero
dalle offese lei recate
Sguardi gesti
un vago ardire
la sua figura esile ne
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Sempre un po’ troppo piccola, sempre un po’ brutta,
sempre un po’ inopportuna, sempre un po’ meno .
Mentre la vita fugge, mentre slittano i giorni,
mentre scivolano gli eventi,
nel mentre la mente elabora.
Diventa un po’ più grande, diventa un po’
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Pelle vellutata al petalo di rosa
due braccia morbide stringono
il petto
fascino coglie sorriso ammaliante
serba nel cuore coccole d'amore.
Sprazzi felici accendono le stelle
seducente pensiero
nell'acqua si specchia
fantasia libra nel
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 | Battevano i panni le comari
lungo il greto industrioso,
placida l'acqua a togliere
residui di sporcizia e di sudore.
Ripiegate su se stesse
quasi raggomitolate
gomito a gomito nello struscio,
mentre il fiume placido
lambiva loro i
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| Oggi parafrasando
questo frutto d'amor,
che cotanto cor
nello scriver ha dettato,
di Omero mi sovvien
il gran poema,
ma non sarò qui certo
a cantar le gesta
del prode Ettore,
né di Elena
che per grazie e fattezze
solo Venere
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| Fiume di poesia cuor esondava,
pensier critico nell'aria volava,
tempo antico
spregiudicato e blasfemo
gentil sesso intossicava di fango
e veleno.
Lama sottile d’occhi maligni
feriva psiche di donna infelice,
quando calamaio unto di
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Oh dolce Ophelia
ora che giaci
nel gelido marmo
il tuo infelice amore
mai più sarà baciato
dagli ardenti raggi del sole.
Le viole
ti saranno amiche ancora
ogni fiore avrà per te musica nuova
nel dominio del Nulla.
Ogni
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Sei molte donne in una, e nessuna ti assomiglia.
Anche il mare fa cosi, nei giorni di burrasca.
Cambia spesso volto e dimensione. Si manifesta.
E nessuno lo ascolta.
Sei molte donne in una.
E nessuna ti appartiene.
Sei molte donne, sei.
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Figurina in sottofondo
malgrado abito a fiorellini
e ciabatte rosa shocking.
Smalto rosso implora attenzioni.
A cosa starà pensando
mentre raddrizza il bucato?
Il sole d'aprile le arrossa una guancia,
si arresta a guardare
al
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All’alba del giorno di festa
vado cogliendo sillabe d’amore
che il contagocce elemosina
in soluzione concentrata negli occhi
dei cacciatori di desideri impossibili.
Ora che il tempo volge al termine
non è peccato appropriarsi dell’altrui dono
per
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Lenta scivola su una linea retta
dalle labbra va giù scorrendo
su un seducente ruscello silenzioso
sulla venere maliarda
intrappola quel volto che non ha
ma denti stretti e ben aderenti
si muove leggiadra
va su e giù
in quel vicolo
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Avevi guardato
tante volte il cielo
nell'attesa delle luci
ma le ore inutili
non correvano veloci
Perché le attese
abbracciavano il confine
e ogni silenzioso tocco
lasciava poco spazio
alla curva del sorriso
Così
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Danza leggiadra la ballerina
negli odori di fuoco a sbriciolare l’aria
al suono di tamburello la sua eleganza
col foulard che svolazza nella notte, tra la brina.
Sciolti capelli si bagnano di perlaceo sudore,
sollevate a ritmo sono le braccia verso
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Devo pensarci in fretta
risale i gradini coi suoi piedi alati
i suoi occhi mi penetrano
l'animo ed il costato - nel cuore
non avrei scelto che lei
continuavo a rivolgerle inchini
e mai decisi di ricambiare lo sguardo
il calore che emanava
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Dagli spigoli della mente
lemmi prismatici scivolano
nitidamente emergono
da un Io cosciente.
Oscure e scintillanti atmosfere
s'alternano
in me vivono in simbiosi
amati fantasmi
fobie dominanti
nevrosi martellanti
chimere
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Torbide acque di vita,
scintilla una stella
che nubi già spengono,
nascondiglio coperto da vagito.
Sola col dolore fra le dita,
come in
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Il ricciolo toccavasi
in rotazione di mano
in fluttuante armonia
E lo rimirava
con l’occhi vispi
in contemplazione d’esso
S’arrotolava fra flebili dita
in cerchiante ellittica
d’un tormento infinito
Poi sfuggiva al tocco
di tanto in
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C'è un punto nello spazio
un punto dove l'ombra è più fitta
le stelle sono più rade
una stella ha un pianeta verde.
Una donna dal colore dell'ambra
con le labbra rosse e le guance tonde
tesse le parole su una
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Fu. Nel castèl fatàl dei Cavalièr
del Tempio geme, ella, la prigioniera,
pàllida in volto, e co’ i biondi capelli
che si fanno più falbi, e senza più
le parrucche, e le ciprie e i finti nei,
ella attendendo
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Se poi tu non hai capito
dove si era nascosto
il nome del tuo sogno
ancorato nell’abisso
del più profondo mare
Volgendo lo sguardo
altrove, lontano dal buio
per non vedere il nulla
e non sentire dolore
nel rosso di una
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E la rivedo ancora
quando mi rammento
quel passo di pianura
che fendeva il vento
in via XX Settembre
la tua borsetta
oscillava lentamente
campana silenziosa in mezzo alla gente
quante meraviglie in essa contenute
specchietto matite pettine per
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E i cristalli, lungo le nuvole
che le strade partoriscono,
lungo le case sventrate,
lungo gli ospedali deserti,
lungo i confini chiusi,
lungo le gobbe degli scorpioni
che spaventati scappano
sotto terra,
lungo le reti e le corone di
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Non credevo potessi odiare
le nostre stelle
ma le parole hanno ferito
la pelle e gli altri respiri
Gli sguardi buttati via
nelle sere ignote
quando il cielo sembra fermare
disegni e colori
Il buio
diventa un semplice ricamo
una maledizione
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Le ragazze ci cantano la vita
con quei sorrisi colmi di passioni
recitano parlando con le dita
al mondo acerbo di rivoluzioni.
Le ragazze anelano una vita...
di principi colorati d'emozioni
crescono in fretta dentro una ferita
tra un po
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Posso slegarti dalla gravità
ricadere nudo al tuo fianco
mentre i tuoi capelli miracolosi
segnano il mio viso terso
languidi come le maree
ora che sei egida
ora che sei feroce erotismo
lasciati spogliare
con entrambe le mani sugli
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Ricordo ancora il vento
quel vento che dal mare insidia
quel vento che ti sconvolge il tempo
e sei e non sei nel luogo del vento.
Il cielo era blu cobalto
la spiaggia sollevava sabbia
e la tua gonna la trattenevi a stento.
Orde mongole di
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Ogni volta le carezze aumentavano
e le sue grandi mani
raggiungevano i miei piccoli seni
gonfi di vergogna.
Mi invitava a slacciarmi i jeans stretti
aiutandomi anche con le mutandine
umide di quel senso di peccato
che sentivo battere in fondo al
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E torni il ventuno a primavera
a scatenare tempeste
in migrazione tra la mente e il cuore
invulnerabile ed eterna
La bocca vermiglia liquefatta
nel bacio più bello
“che tutto il peso dell’anima sopporta”
Torni a consolarmi su lidi di
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Guardo attenta il mio viso
lo specchio ingrandisce
pieghe profonde, la bocca saziata
da amari dolori riposti,
echi di vagiti e lontani sorrisi.
Sopra il naso e tra gli occhi
un binario stretto, dove deragliò
un treno di mille domande
e
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Ah, se avessi potuto involarmi
prima di guardarti negli occhi e perdermi,
prima d’inanellare parole e carezze
appena sfiorate
come dolce catena che a poco a poco
uccide.
Non è ancora arrivato il dopo:
resto inchiodata al fermo immagine di
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Come galleggia bene il tempo, nel suo vagone d’ombre,
lievi, nel greve appiglio di spine.
E questo treno tiene ferme le stelle ancora più marine alla buon’ora,
quando sui marciapiedi vanno e vengono.
E’ il prodigio dei fili, riverberi della
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6649 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1591 al n° 1620.
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