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Le 6654 poesie in esclusiva dell'argomento "Donne"
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Se sei tornata
spero che tu lo dica
e che non lasci
la luce agli alberi
Senza chiudere il cielo
per qualche motivo
a me sconosciuto
ora che le ombre vagano
Per la sera
senza accennare sogni
non permessi al cuore
ed alle sue certezze
Se
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 | Mi dici parole taglienti,
che aprono ancor
di più le mie ferite
mi maltratti ed offendi.
Il dolore forte di
un pugno sui denti,
se prima era poco
ora è molto
il sangue che esce
e le lacrime per questo
amor che sfiorisce.
Sempre più
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| Lentissimi giorni vedi passare
dalla tua finestra ricca di luce
che ti illuminava giorno e notte
la strada del lungo paese
e la piazza che ha sentito
il rumore dei tuoi passi
dall’alba della tua vita
al tramonto che stai vivendo.
Adesso i tuoi
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| Stanca, sfinita la vita
era come sempre a sera:
la mamma, la sposa,
la figlia, la nonna.
Quanti sguardi su di lei
e le attese... di un sì.
Ancora giovane e bello
aveva solo il cuore,
e lei, col suo cuore stanco
aspettava la notte
per amare
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| Lucidi gli occhi
il cuore trafitto da spine,
dolore soffocante
che esaspera il petto
e l’ultimo istante
penetra nelle ossa
sulla coltre del mondo
sconfitto.
Povero fiore
la colpa di essere donna
la colpa d’amare,
la croce sepolta
serrata
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| Quando faccio l’amore con te
il mio cuore impazzisce di gioia
e mi sento felice perché
la mia vita con te non s’annoia.
Quando tu fai l’amore con me
ti trasformi in un dolce amatore
e mi sento bruciare con te
in un fuoco di vivido
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Ti ho detto
che questo silenzio mi fa male
e che quando mi sveglio
non ho nuvole da raccontare
Nessun vento
da soffiare nel cielo
anche verso sera quando il buio
sembra una lama nera
Che taglia la pelle
ancora gelida per l’inverno
e per le
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Ho sognato mondi inesplorati
vaste campagne colme di ulivi
ed il mulino che bagnava di vita le rose.
Ho sognato il Natale
il vestito buono, il regalo da scartare
al riparo di un albero addobbato di speranza.
Ho sognato la tua mano che mi
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Chiedimi come sto
ma non parlare d’amore
se la nebbia sale piano
e copre le parole più dolci
Domandami dei ricordi
ma non se il cuore batte
per gli occhi più chiari
fra le ciglia nere della terra
Domani sorgerà un’altra alba
e noi saremo
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Poi giunge il tempo in cui si sceglie attrice
non tanto o non soltanto perché piace,
ma perché vaga ha rassomiglianza
con ragazza di cui ci innamorammo.
Mentre scelsi la Greta e la Marlene
come modelli da tener presenti
per andare a ricerca di
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Ascolto il tuo sguardo
come raggio di luce
apre la via del cuore
ed esploro parole
tenerezze
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Se a volte mi sento solo
ripenso a te
a tutte le ombre
che avevamo consumato
Fra un cielo e l’altro
quando la notte
sembrava una breve rovina
prima dei nostri sogni
Se a volte mi sento inutile
mi concedo un volo
fra le nuvole
di qualche
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Come una vera signora
se ne stava la giovane donna
seduta sotto la vigna del bar.
Immobile e bellissima
muoveva solo le pupille
dei suoi luminosi occhi,
mi guardava, e sembrava dirmi,
guardami, fissami e pensami.
Nella mia camera a notte
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Rosa era il colle
ogni sera al tramonto
e lei, l’ortolana, scendeva,
teneva le figliolette per mano
e donava sorrisi in corte:
uomini, donne e bambini,
l’aspettavano e lei canticchiava:
"Aprite le finestre bambine belle,
la vita vi chiama, la
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Or che mi danzi intorno come farfalla
e dagli occhi di cerbiatta acerba
sbrini miele che sa di latte
lampi di sole su di me
gioiello puro da tenere in pugno.
L’ambrata giovinezza ostenti
volteggiando i capelli d’oro sulle ciglia
finestre
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Svanisce in scintillanti gocce,
il delicato candore,
irrimediabilmente leso
da sottile inganno.
Si tinge di rosso il giogo,
mentre uno sguardo fiero
vanta un ratto,
olocausto a malapena stemprato
da un’ultima coda di carezze
su un viso
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Ragazza nell’ombra
quando il sole ti sfiorerà
sarà solo per un attimo
prima delle mie carezze
Per poi finire nel buio
se le lacrime scorreranno
come ogni volta
che facevamo l’amore
Ragazza d’ambra
la tua pelle sarà segnata
leggermente dalle
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Ti avevo detto
che non c’era niente da dimenticare
e che le ombre dell’inverno
sarebbero arrivate anche per noi
Ti avevo sussurrato
che le notti sarebbero state lunghe
ma il tramonto era già qui
rosso come la pelle graffiata
Dalle tenebre e
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Quando pretenderai
le mie gocce di nostalgia
io sarò lì
a spargere le ombre
Sulla tua pelle ancora calda
di quel cuoio
che amavi indossare
ogni volta che la notte
Nasceva per noi
e poi moriva prima dell’alba
fra due ali di nuvola
portata
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Riflessi argentati nei capelli,
rughe sottili ad incorniciare un viso stanco,
accarezzi una foto,
antica ormai,
ingiallita dal tempo.
Affacciata ad un mondo che non ti appartiene più,
perché per te ha cambiato i suoi colori,
rivedi quella foto:
il
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Chiederò alle lucciole
perché sei andata via
dopo quelle notti tremate
nelle luci dell’inverno
Chiederò alle stelle
perché non sei più tornata
dopo le nostre mattine
accarezzate nella seta
Forse ora sarai felice
senza il tempo che scorre
con
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Intreccio
Il tuo sguardo
regina del passato
che oscilli vite
fra Orinoco
e le foci del Gange.
Occhi
profondi come spilli
di smeraldo
e ossidiana,
cingi
per me
la tua saggia corona,
prendimi il cuore
e consegna
le sue fibrillazioni
al
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C’era una ragazza
che si chiamava Cristina
e amavo il suo vestito
di velluto coi sogni
Le ho chiesto di darmi
una carezza al giorno
ma lei mi ha risposto
che sarei stato una nuvola
Una di quelle fantasie
che passano e lasciano
solo il vento
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La bellezza d’una rondine
veste la figur fanciulla
dell’alma tua gioiosa.
Il bacio al culmine
vola nel
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Ora sarai
sulle ali di petalo
appena sbocciate nella sera
e coglierai una foglia
Morta di nostalgia
con le ultime parole
pronunciate dolcemente
da qualcuno
Che non ha mai visto
i tuoi occhi brillare
nel buio profumato d’oro
di una stagione
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Passo più tardi
quando la sera si sarà fermata
fra le tue parole
come il sole fra i fili d’erba
E la strada che ora
mi fa sentire solo fra i sassi
si sarà aperta
nuvola al vento di primavera
Salgo più tardi
lungo le scale che
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Ricordo le tue carezze
in un sorriso
appena accennato
sulle lacrime della luna
E non dimentico i tuoi seni
danzare nel buio
mentre le ombre
piangevano un rimorso
Disegnato dal cielo
e mai svelato
a nessuno che non fosse
padrone dei
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Ha tuonato il cielo
sconvolgendo i passi frastagliati di una fitta radura.
Che sgomento,
ritrovarsi lividi e pesti di oscure tenebre!
Ha tuonato l’eco di un urlo lanciato al vento,
tra lamine d’argento che cadono ai piedi della terra.
Spezzati arti
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Sarai come le altre
che mi hanno lasciato sogni
solo per spegnere
le stelle al mattino
Mi darai qualche bacio
per poi pentirti
e soffiare il vento dell’addio
prima che il tramonto
Dia le sue carezze alla sera
e prima che giunga
la notte con
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Vaga
la tua idea
di sedurre la luna
e pena
quello sguardo di pietra,
contorno
dei tuoi occhi di freddo.
Chi ricorda
nel rivivere i giorni,
quanto patire
è stato prezzo
di volontà d’amare
contro i venti
e il cielo?
E quale sogno
s’è
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Chissà se ora
avrai trovato il mare
fra le tigri di carta
che amavi ritagliare
E se la strada
sarà meno scura
con tutte quelle luci
che avrai acceso
Io ho trovato
le parole che non sapevo
pronunciare fra le righe
di luna sdrucita
Chissà
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6654 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 421 al n° 450.
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