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Le 23573 poesie in esclusiva dell'argomento "Impressioni"
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Quindi la chiami porta
ammasso di trucioli e fusa collose
la conquista della terra
evanescente evacuazione
vagamente ad litteram
abbiamo la carta
la più bella libertà
troppo piccola per quei improvvisi spostamenti
è la mostra già
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Nel buio che attornia il celato volto
l’abbraccio della edificata notte fonda
nell’insieme tra le ombre sprofonda
ciò che più vorrebbe apparir... il sorriso.
Occhi velanti postati in essere tolto
là ove la vista venir manca
tutto omertoso al fin
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nel bailamme di giorni a perdere
in virtuale ti giochi
la vita testa e croce
all’altezza di precipizi
ti avvolge il manto del vento
cogliere il
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TU che ridi d’amara bellezza in faccia alla sembianza di Dio
rondine che voli oltre i turgidi seni dell ultimo paradiso
non ti incanta il tuono rumoroso delle parole del mondo
freddo silenzio di una lottatrice che si dona diversa
la vita t’ha
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 | Tra squarci di sole e violento nubifragio,
saetta scintillante colpisce
il ponte della vita.
Morte e dolore spezzano il cuor
della Genova "Bella"!!
Sorge il freddo
e la paura come caduche foglie,
butta giù speranza e gioia.
Occhi senza sguardo,
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Mi hai condotto qui togliendomi il fiato
nello stupore svettante tra il ferro della torre.
Già che, da queste parti
la Senna narra sensazioni umane
avanza, pietosamente bella
nel dì novembrino, baciando rami e foglie
effondendo tutto il corpo
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Poco più di ciò che forse siamo
briciole di farina non ancora pane
cresciuti con i morsi al cuore
e in testa il mito del migliore
basterà
poco di più d’un tenero mattino
grovigli d’insetti con in alto le fauci
solo becchi aperti di fame
io ci
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 | Roma adulata, Roma confusa,
Roma senza pietà, Roma delicata,
Roma perversa, Roma puttana.
Ne ricordo ancora le immagini
in bianco e nero
tristi periferie fangose
dove il tempo scorreva
senza cedere alle intemperie di un fato
ostile.
Granelli
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| Incontro
le rughe vissute
da tutte le stagioni
nei loro affanni
nelle storie di caverne
mostri e sogni
da spalancar la bocca
pure a chi non tocca
In velocità
impattano prive di rumori
riconoscibili
dai profondi scuri
in quei segni duri
Fugge
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Quanti passi
per arrivare nel tuo cielo
e tu che tornavi
qualche volta da un sogno
Quanti respiri
buttati per non perderti
fra le nuvole
di un orizzonte amaro
Ma il vento soffiava
la notte di un altro mondo
più scuro
delle ombre che
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Quando quelle sirene non più presa
fanno sull’uomo senza desideri,
la vita si trasforma in un’attesa
di un altro mondo, senza più pensieri.
Sembra la mente essersi ormai arresa
al passare del tempo, e solo gli ieri
riemergono ogni tanto, ma
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Giganti fieri scaturiti dal mare
figli di un continente al centro del mondo,
indomiti e scaltri testimoni del tempo
hanno violato le terre più oscure.
Guerrieri invisi da dinastiche orme
a conquistare valli di gloria,
maestri di armi senza
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Tu mio tempo
che scorri saettando
come diana dall’arco d’oro
e che del vello di Giasone
vestisti il mio pensiero.
Tu che delle ombre
hai fatto un vessillo di pace
e dei canti di guerra
danze d’amore.
Tu che ormai
pur imperituro
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 | Se quel sorriso
lo tari dagli orpelli
che lo fanno
atteggiare
alle occorrenze...
Ecco che cambia
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| Mostri di latta rombanti
nell’umida sera
sfreccian sdrucciolanti
tra specchi d’acqua scura
che moltiplicano
in lunghe scie rosse e gialle
intrecci di luci, scroscìi e paura.
Lucenti riflessi abbagliano
tra spruzzi e gocce acuminate
che
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| quando l’alba parve buona
si ravvisò la finestra di ombre
ricordi, sono quel che è il corpo
sepolti in liquidi nervi
di benda bianca per impedito slancio
d’accedere al ritmo del bisogno si mostrava
e la rosata mano?
lattiginò per
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Le luci un po’ ambrate
che si diffondono
fra i freddi sorrisi del nord
non scuotono il cielo
Ma rendono le nubi
un po’ inclinate verso l’orizzonte
specialmente quando il sole
inizia a tramontare
Le case hanno i mille colori
delle favole mai
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Delle foglie
che riempiono l’asfalto
di quel vento quasi freddo
che arriva al volto
nel paesaggio scarno
apocalittico e profetico
provocante
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Artigli di tigre
affondati nella carne viva della terra,
come graffi dolorosi
sulle sinuosità di monti e valli
crocifissi dalla follia umana.
Viscidi canali che vomitano fuoco
ed ingoiano piombo,
distinti solo dal colore delle giubbe
che
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Frammenti
graffiano occhi un po’ spenti
ma ancor t’accarezza il viso
quest’estate di san
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Stanchezza lascia il posto alla disperazione
quel condimento sempre fresco dove immergersi
affinché ogni suppellettile trovi spazio nel cuore
spintoni fanno a gara onde arrivare primi
un gran caos si delinea
richieste d’aiuto sul come fare
non
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Il desiderio,
gioco bizzarro
che al chiaro di luna
apre le porte;
Fiore
che non appassisce
e
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Non ci inquieta
la misteriosità: "L’anima pascete" disse Goethe
così narriamo d’acini, i profumi
di bacche sonnolenti - mignon d’argomenti -
e del metamorfosarci dentro, le frenesie.
Ignaro non è l’ascolto
di alterato logos - ah, l’Occidente -
in
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Lia |
01/11/2018 21:27 | 1145 |
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Rotola la nebbia
fra le frasche scure
e sorseggia il cuore
un raggio di sole maldestro.
Vola lontano
il pensiero del giorno
nuove rotte le nuvole
e le rondini seguiranno.
Suona nell’animo stanco
una melodia di foglie
che il cielo sonnolento
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Il vento di Novembre
portato lontano
ti vedo contento
rapito dal tempo
un sogno rimbalza
anima chiede perdono
Dio illumina il creato
un gioco per tutti noi
si fa strada una speranza
non sono fatto per litigare
perdono un nemico
foglia
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Mugola fuori il vento
da lontano in folate di mille parole in mille lingue
piange lui
il vento
Lagrima si strugge il cielo
L’universo
infuria
diluvia
Dell’arca non v’è parvenza
E i piccoli piangono
annaspano
muoiono
I potenti
di
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 | Fiorisce,
come tremulo fiore,
questa nostra vita.
Essa è canto
d’acqua di fonte,
nella fanciullezza.
Cammina,
come fiume che scorre,
ripido o dolce,
poiché cerca
la sua Riva.
Inquieto,
si sporca d’erba e fango.
Ma,
nel
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 | Talvolta avverto
richiami d’altri tempi:
lontane risonanze
scolpite
e relegate nell’intimo.
S’insinua sovente
nel vespro, una letizia
insolita e arcana
scuotendomi all’istante,
mentr’io m’avvio
per sentieri scoscesi
verso albe
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| In balìa delle acque incerte,
ora sul mare in quiete,
ora sul mare che si arriccia
arrivavano in tanti
lungo l’ambrata battigia.
Portavano negli occhi
non la gioia fervida
che apre i cinque sensi
ma il terrore che s’insinua,
blocca l’anima e
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Anche oggi il Sole esce di scena,
cadon fitte gocce di ricordi, piove...
Amo affidarmi al pianto celeste
che si accinge a diluir le sfumature
sui colori dell’aurora: Rinascita.
Lento è il giorno che disegna il sorriso,
irreale è la brezza che
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Mi sembra di sentir tra le rovine,
piccoli passi a ridonare voce,
le stesse grida, ferme, in un confine,
come un lamento che non trova foce:
Oh grande Giove dall’immensa stirpe,
ferma quel fuoco sacro che ghermisce
senza paura di accecare il
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23573 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2911 al n° 2940.
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