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♦ Pierfrancesco Roberti | |
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Le 23575 poesie in esclusiva dell'argomento "Impressioni"
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Per un attimo ti eri rivolta
agli antichi sogni
e i fiori che non ascoltavano
si erano girati dall’altra parte
Era uno strano incanto d’amore
che finiva nel tramonto
e nel tramonto ricominciava
fino alle ombre della sera
Per un momento
-
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I muri della mia casa
sono impregnati di schegge
della mia anima e vi rimarranno per sempre.
Sarò sempre lì a proteggere
sarò lì a
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spossato sono dal mio sogno
non mi sovviene per quale ragione
nell’ ondivago moto del cuore
mi disperavo e
come un agnellino piangevo
il sogno dicono
è il negativo del reale
il pianto è gioia
e lo stesso sarà entrando nell’orbita
di cieli
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E mi chiedo
dove sarà il tempo perduto,
quello lasciato alle spalle
della paura
che blocca i pensieri più dei passi
e rende inutile guardare avanti.
Di certo lo si ritroverà
in qualche angolo di strada,
depositato lì,
fino al prossimo
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si ricompone l’uomo tellurico
adempie alla sua intima morale:
passare attraverso, sanguinare
nel buio di una stanza
come se il buio sapesse rivelare
l’esatta cucitura di un volto,
essergli fondamento, ancora, d’amore.
Cruenta allegria per
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S’apre rubicondo un altro mattino
dove un fresco zefiro avanza
sulla seta di pensieri labili.
Arbitro muto e solo
il mondo nel vorticoso
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Giro armonico in blues
viene giù cadenzato da ciottolosi passi
sui viali e sul fogliame
oltre il passaggio della ferrovia;
sbuffi di treno
infrangono un meriggio di tedio,
turbinìo di pensieri
e disperato pianto di bambino,
dolcezza del far
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Siamo saltimbanchi dell’essere
rinchiusi dietro un vetro di parole non dette.
-Carillon solitari nella stanza segreta dei ricordi-
Voliamo con ali di cristallo
come rondini in cerca di un nido
sopra i folti giardini del tempo.
Poveri pagliacci
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A nulla è valsa la storia umana,
per l’umanità.
Gli stessi errori. Gli stessi orrori.
Identici cicli di nascita, morte e distruzione,
si ripetono all’infinito.
A niente servono le vestigie del passato,
i ruderi, i reperti, le tombe, le fosse
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Rosa
apri i petali
con una debole luce
sotto un cipresso
accanto al cancello
in camposanto,
assisti impotente
all’ultimo viaggio
di chi ci lascia ...
un rintocco di campane
che fa pensare al canto,
le sue poesie...
Nella mente
c’è
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In lotta perenne quel senso d’impotenza
s’intrufola in ogni dove
vuole proprio averla vinta
eppure sa quanto sarebbe consono
aggiungere un tasto a quella macchina
che sempre impreziosisce il giorno
niente più risulta efficace
non resta che
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L’ispirazione, donna un po’ ribelle,
non si concede quando tu l’invochi;
hai ben voglia a pregare cielo e stelle:
neppur ti manda dei segnali fiochi!
Ti lascia tutto solo in mezzo a quelle
giornate grigie e cupe, senza fuochi
che far nascere
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Cento passi
per non trovare più nulla
e dimenticare
il colore delle rose
Pochi segni
per essere dimenticati
e non ritrovare
la propria ombra riflessa
Il cielo sembra morto
di solitudine
e non mi riconosce più
troppo tempo è passato
Mille
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In una radura,
tra le foglie,
e canto di cicale
col gorgoglio
della sorgente,
aspettavi...
Era solo un sogno!
Nel dormiveglia
ciò
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La memoria dei vecchi,
è terreno
con secche zolle,
aspettano che l’aratro
le muova
e l’acqua le disseti;
Col canto delle cicale
a primavera
tutto rifiorisce
le api in cerca del nettare
faranno grande festa
tutto cambierà colore,
anche
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Colà si posa l’ideare all’imbrunire
sul raggio che lemme oltre il colle va a languire
e su quel ciel che tra le nuvole dipana
coi sprazzi d’indaco che ancora un po’ dirama.
S’avvia al congedo il vecchio, sparuto giorno
col sbaragliar di luce e le
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| Vivì |
08/10/2018 15:26 | 1308 |
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quante luci sono volate nella realtà senza fine
quel freddo che trema il silenzio di un turbamento antico
quando ti trovo amo le tue ferite raggrinzite
fratello che butti via i giorni per uno scherzo di coraggio
scenderò sull’erba morta coi scarponi
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E’ dorata livrea
per quei dolci declivi
tra agave e argentati ulivi
e le ardite discese
a strapiombo sul mare.
Cinque Terre da ammirare
con l’adorno d’effluvi
salmastri
e trasportato sull’ali di brezza,
tanto amena quell’afror di
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| Vivì |
22/05/2014 12:14| 3093 |
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Da qui dove sono
non odo del mare
se non lo sferragliare
strascicato delle ghiaie
sulle rive quando è burrasca
e guardando non vedo
che il prossimo dei tanti orizzonti
passati e mai raggiunti
che sono, oramai invisibili,
poco più che lingue di
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E sono ancora lì,
ferme,
silenziose,
sussurri di sentieri smarriti,
un infinito discreto
che ridesta la notte,
che
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Guido nella notte.
I pensieri sono fermi
sulla bella giornata trascorsa,
con i miei cari,
alle emozioni provate.
Osservo nel cielo il blu intenso,
il bianco delle stelle.
Sull’orizzonte nero
la scia di rosso luminoso dell’auto
rompe il silenzio
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Abbracciano il cielo
graffianti nuvole di inespressive figure
soffia leggera brezza sulla fronte
di alberi quasi assopiti
ciondolano le foglie
leggiadre cadono sino alla solitudine di viali nudi
come lenti passi
il frusciare di fogliame sul
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E’ confortante, e a pensar ci invita
questo tempo un tantino corrotto
che sull’orlo del precipizio
ci sta ancora chi ha il fiato rotto.
Lo enuncio in versi
come mi è più congeniale
e, non v’invito a leggerli
sarebbero sacrileghi pensieri
di uno
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io non parlo di te, parlo del tempo,
e dei tuoi occhi nudi tagliati
nel bene del mondo, e del profondo
di pioggia
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Girarsi indietro
e vedere voli di gabbiani
o d’aquile, sentirsi vicino
all’infinito...
Dimenticare strade e
grattacieli come sentinelle
attorno a
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 | Calde note
in un audace chiaroscuro
che sa di fumo compulsivo,
vissuto, consumato.
Un sax e un piano
iniziano un idillio
che dona quiete.
Schegge di vita
alla ricerca di un ordine
che anela distendersi
su melodie che il tempo non
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Il passato
è prigione del tempo,
che nessuna chiave
aprirà mai
per incontrare l’istante
di quando come una rosa
il cuore era la casa
dei tuoi pensieri,
con gli occhi socchiusi
volavi nel mondo
irreale dei sogni;
Delle rose col tempo
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Come un addensarsi
di cremisi addosso, un balzo
in fioriture d’Autunno, corolla di calore
che m’instella.
Così
ascese da sentirsi "Novae"
che ancora poi, inapparente, a ritroso
- purpurea sarà la notte -
questo
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Lia |
02/10/2018 21:40 | 1034 |
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Nella luce cremisi
che intesse il tramonto,
sfuggendo a ogni ricordo,
ti aspetta il Futuro per intero.
Sguardo certo e corvino
tra le pieghe del sole,
tutto un cumulo di capelli neri
e non si confonde all’orizzonte
con quello di oggi il suo
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 | Altezza di statura ed agiatezza
sostengon sian valori marginali ...
Un corno! È cosa grave se mancanti:
“Io non saprei ridir quanto mi costa!”
Napoleon si cita tra i famosi
con re Vittorio, piccolo tra i bassi,
tra pochi casi d’illustre
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| ho conosciuto il dolore nell’anfratto polveroso di un ospedale
piegato sulle ginocchia ho vomitato un destino di sofferenza
rotolano le lacrime senza fine sul declivio strozzato di parole
non respiro più il sole nuvoloso di Novembre
basta non voglio
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23575 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2971 al n° 3000.
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