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Le 32529 poesie in esclusiva dell'argomento "Introspezione"
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Il sollievo mi fu dato dal pianto
un pianto non più acerbo
e diverso dal sapore amaro...
diverso come questo tempo
tempo bugiardo, acerrimo mio nemico.
E oggi, più di ieri, non dimentico e mi siedo
fermo, immobile e con il solito
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Tradurre le sensazioni in qualcosa
che non sia sempre vagamente sfuocato.
Quante volte vorrei tornare indietro
rifare quei passi ormai dispersi
le emozioni che sanno ora di amaro
latitanti nella mente priva di luce.
Ci sono stanze segrete in
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Vaga la mente
spazia nell’oblio,
s’annebbia la vista
il petto si gonfia
attraversi il dolore
scalza,
senza
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Coste frastagliate ad adornar il paesaggio,
cielo ad emanar fluido spirituale
anima in contemplazione
ed ispirazioni in volo,
merletto e macramè
bianco candore su rami verdi
e fiori di mandorlo e lilla a profumar l’aria.
Cielo ad immensità di vuoto
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Tradisco le ombre,
rovino i miei pensieri
e sto sussurrando la fine
perché sia un inizio.
Corrodo i respiri
e vago nel vento di sera
come fossi una foglia
malata di compassione
e non ho più un riparo
né un rifugio dove
poter essere
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Arrivano i fantasmi della notte
e la paura entra dentro i pensieri
un brivido s’insinua nella pelle
per l’assordante grido del dolore.
Una favola distrutta dal tempo
lacerata da raffiche di vento
senza riparo e con forti uragani
siamo indifesi in
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E’ sempre più difficile avvicinarsi al traguardo
ovunque metti il naso ovunque metti il piede
ovunque tutto si rivolge contro
paura subentra incapacità di gestire il tutto
senso di abbandono non deve intervenire
sarebbe voler dire perdere la
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A piedi nudi sui rami
benedico l’aria di giugno
aspetto di bere
un sorso di sole e di verde.
Vuoto la testa
mi ubriaco di luce
sospendo i pensieri
accendo il presente.
Sento l’erba sotto i piedi,
il caldo del sole
mi avvolge e mi perdona
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 | Non so schiudermi al marketing
e in percorsi speziati potrei perdermi.
Vorrei che fosse vita
ciò che si fa della propria esistenza
e non laboratorio
dove hanno nido fronzoli e illazioni
un deserto di idee
dove restare se stessi è sparire
tra
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| Un vuoto
sia a destra che a sinistra
niente da tirare su dal pozzo
una vera sorpresa
che lascia esterrefatta
come rimediare non è facile
spremere le meningi
l’unica soluzione
ma sarà così necessario
da assolvere
un pensierino dovresti
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| Con le mani sporche
di colori d’autunno e fango
ho inseguito le tue lacrime
sul viso stanco.
All’ombra di un salice ho atteso
che la pioggia donasse
pozze e chiazze
all’instabile terreno.
Miriadi di gocce
come brillanti immensi
scolpiti negli
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| Guardo la pianta del melo
lì un passero tra rami foglie
fruga formiche insetti a quello
fastidiosi a lui buona pastura
dentro mi guardo e frugando
cose sgradite che ancor all’animo
pesan del passato la man lesta
l’afferra poi si frena qui
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 | Iniziare a scrivere
quando le parole sembrano aver preso
l’ascensore per scendere
ritrovandosi nel fondo
come a voler far comprendere
che tutto si dimostra inutile
un vero battibecco al quale sottrarsi
fenicotteri rosa non riescono a
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Discesi a valle con sguardi evanescenti,
stridor di cuore e sfrigolii ad inerpicar la mente,
fulgide sensazioni a sfiorar il cuore
fui immersa in quel torpore,
mentre l’estate baciò le mie guance...
Ancor percepisco il suo respiro ed il suo intenso
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 | Son seduto solo su una panchina
nel parco a rimembrar la vita.
Accanto un cancello,
ci sono mamme e piccoli bambini
che attendono l’uscita
dall’asilo dei loro fratellini.
S’apre il cancello
e una brigata di piccoli furfantelli
maschi e femmine
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| Quando il cielo è azzurro e limpido
e lì lontano dense nuvole e tempeste
per magia un lembo suo vorrei tagliare
e poi tutto dentro tutto rotolarmi
sì che la mente mia scevra di cattivi
neri pensieri sempre fosse e pure
l’animo cheto e non di
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| All’improvviso un fulmine si abbatte là
dove non avresti mai creduto
decisione istantanea da prendere
lascia un senso di vuoto anche se per poco
carattere non vuole
non si sente di aprire nuova pagina
in un mondo che sino ad oggi
sembrava solo
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| Seduto, con le mani immobili
fermo come una pietra
apro le porte del passato
chiudo gli occhi per farmi male
i primi ricordi bussano
e la mia anima decide di farli entrare.
Il cuore non riesce ad allontanarli
e la mente, che già ha indossato
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Rintocchi
come respiri appena nati
scolpiscono la sera
mentre il vento
sposta le ombre
dalle cicatrici
pagate sulla pelle
Mi abbraccio
ancorata al nulla
che mi accompagna
Ho ancora troppe lacrime
e tante parole
Il silenzio mi
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Tra le montagne brilla ancora
uno spicchio di mare,
incuneato tra le spigolose alture.
All’ombra di secolari querce
danzano fanciulle in fiore,
mentre l’eco lontano di una campana,
giunge tra sentieri sconnessi
e ripide rocce.
Anfratti
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O domenica
che mi suoni la campana,
anche se lontana
la sento a me vicina
e lo spirito mio
non è più confuso,
così io ben lo uso
per le mie certezze.
E ne vado fiero,
si sprona da solo
quel pensiero che vacillava
fra una siepe e
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Entra dentro con le sue dolci note
piegando il dilemma di un cuore freddo
che addolcito da quel magico suono
si ritrova immerso in un dubbio atroce...
non chiederà perdono, non può farlo
la sorte non gioca e veloce corre
come gli sbagli che non
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Tutto torna all’inizio, all’antefatto,
a quello cui ambivamo da bambini,
quando appare distrutto ormai, disfatto
delle menzogne il velo, e repentini
recuperiamo immagine, il ritratto
di vita che bisogni genuini
disegnava col suo sicuro
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Uomo.
La consapevolezza di esserlo
nell’attimo in cui ti accorgi
di avere il coraggio di guardarti dentro.
Ero diverso un giorno.
Cresciuto ora dopo ora
tra i rottami spuntati delle illusioni.
Cerco di afferrare gli attimi
che diedero un senso
a
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 | Prima di ambire a mete
d’ogni tua qualità prendi coscienza.
Non basta il desiderio
o la tenacia con la quale curi
i progetti seppur lampante appaia
che accontentarti non sarà poi utile
a renderti felice.
E’ meglio non fissarla l’asticella
se non
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Se vedreste com’ io vedo,
la fanfara suonerebbe per vie e borghi
e grida di bambini in festa
alleggerirebbero i pesi alla vita.
Se guardereste com’io guardo
vedresti pianure e montagne
ed il sole a scioglier la neve,
verdi spazi e margherite in
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A te che nel cielo austero voli,
aquila a dirottar nel suono,
soffio d’aria a lasciar la scia,
sguardo a rapir l’immagine nel cielo
fin vederti sfumar all’orizzonte,
ore in volo, destinazione amore.
Un sogno, un altro in te confido,
ed il pensier
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Questa ormai
è la casa dei ricordi
e c’è un angolo
dove ti ho baciata
e uno specchio
che ha riflesso lacrime
nel giorno del perdono
a tarda sera.
Questi non sono muri
ma prigioni
dove ho rinchiuso
solo spettri
morti di nostalgia
quando
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Ai canti dell’estate il cuor ritorna
tiepide folate a farfugliar i capelli
mentre il viso alle carezze distendevo,
erano lievi come l’amore.
Canta e ricanta l’impertinente cuore,
alle sere stellate ove il pensier
lassù nel cielo e tra le stelle
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Son dei poeti gli universi
certo non materiali
che sublimeranno in versi
mai per niente uguali!
Spiriti liberi
dovunque andare
gemellati agli alberi
e dee essenza naturale.
Dipingerai il momento
tra note d’un canto ...
serbo sentimento
più
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Brilla talora un lampo
oltre le ampie sponde
del magma universale che
ricolma ogni petto umano.
Occorrerebbe saperlo
cogliere ed anche per un
solo istante poterlo seguire
con l’anima e la mente
lassù fino all’inverosimile
verità che ci
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32529 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1531 al n° 1560.
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