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Le 32524 poesie in esclusiva dell'argomento "Introspezione"
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Siamo navi all’orizzonte
percepiamo l’abisso ineluttabile
ma nella superbia lo dimentichiamo.
Viviamo esuli d’amore
senza suoni nell’anima
lastricati di maree
nei flutti tenaci
di insistente andare.
Saremo poi tempeste di risa
e tormente di
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 | Guardarsi allo specchio
e non riconoscersi...
Sono io o il mio riflesso
l’essere pensante?
E dove vanno i sogni
quando il cuore è pesante?
Smarrito e distante
mi ritrovo perso
cercando un posto
per il mio universo.
La mia tempesta interiore
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| La mia strada scollina
dove l’apparenza inganna
dove la terra non precipita
e l’orizzonte a punti lenti
perde lunghezza e spessore.
Quando la nostalgia morde
si contano anche i fili d’erba
e ogni sasso è amico
dei passi stanchi.
Oggi era
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Ebbra di luce
come falena d’inverno
volo nelle vene
brillo nelle lacrime.
Una luce sbagliata
che punge e si arrende
un chiaroscuro
di passi a calpestare
ombre di memoria.
Mi perdo davanti
ai tramonti senza luna
nei chiarori dei crepuscoli
che
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Tenuto assieme solo dall’inchiostro
e da una dose immensa di ottimismo,
un bastimento carico di baci
veleggia al soffio docile dell’ Ostro
portando in capo al mondo per turismo
promesse eterne forse un po’ fugaci,
appese a sventolare in poppa
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Fuggono i pensieri volano lontano
quasi non volessero essere d’impaccio
a chi ogni dì fa tutto per non soffrire
un vero tormento quando fotogrammi sfrecciano
eppure da quella visione non vuoi staccarti
che sia giorno o notte non fa differenza
in
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Mi tremava nella mente
un qualsiasi pensiero novello.
Me ne stavo seduto
sulla precaria panca
che la storia mi ha preparato.
Guardavo attento
i volti di chi passava
sulla piazza nuova,
vedevo in loro la paura,
figlia del tempo che lento
scolpiva
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Mi manca il sorriso appeso
al volto mite della sua tristezza,
la lieve carezza dei suoi occhi
come una pezza rabbercciava
i ginocchi della mia povera terra.
Mi manca l’odore forte della ginestra
sulle zolle accese di note silenti
di
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Sorgerà ancora il sole nelle mie mattine di vetro
quando le mani smarrite s’occultavano nel vuoto d’un altro sbaglio mancato
e il giorno era un sogno non osato
prigioniera dietro sbarre di paure
sotto soffici e calde coperte nascondevo la mia sete di
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giorno di festa
il sole alto e caldo
suoni lontani di campane
pensieri e voci
che portano a Lui
ora che tutto è passato
la sera è rossa
si scolora lentamente
nel buio che scende
fino al mio cuore
oggi
la gioventù non si è vista
là sulla
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Tutto si spiega
faticosamente con le parole
mentre le cose parlano
da sole, illuminate di luce
mentre il tramonto ci avvolge
in un nuovo silenzio
facciamo finta di aver capito
tornando a casa
con le mani vuote
le tasche vuote
e il cuore in
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Le foglie morte
della mia disperazione
tappezzano d’inquietudine
la mia tristezza.
All’ombra crepuscolare
di un caldo tramonto d’estate.
Ho voglia
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 | I diari della notte
le pagine silenziose
sparse dal vento
ci scrissi sopra la solitudine
la poca luce che mi entrava
quando si chiudono gli occhi
e cominci a pensare
e speri che finisca presto
e che arrivi il sonno
quando la luna ci guarda, e
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Io che so bene cosa e chi non sono
lascio signoreggiare l’esistenza
la prima volta e dopo dietro al sole
attentamente volto al nuovo mondo
bastardo vanto nullità assoluta
orrido gusto sorso di cicuta.
Rosso di fuoco fiamma incandescente
assurdo
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Picchia forte la grandine
soffrono i tetti gemono
le piante i fiori del giardino
e la vecchia come tremante
sola ritorna a quei passati
forte picchiavan le grandini
atterrito lo sguardo al cielo
guardava i suoi raccolti già pronti
alla raccolta e
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Ho lasciato
la mia porta aperta
per liberare promesse
nei tanti cieli scuri
Le persone che vanno
senza un saluto
le trame nel silenzio
di una sera sussurrata
Fra le rovine pallide
con una luna argentea
mai dimenticata
dalle nubi della
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Se fossi stata vento avrei sfiorato le
labbra al mondo per posar buone parole.
Se fossi stata cielo avrei volato su
un deltaplano per salutar ogni vita.
Se fossi mare vi poserei sull’onda
per farvi cullar ed addormentarvi.
Se fossi terra seminerei
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Era l’albero
dei miei giochi
di quand’ ero fanciullo,
io contavo i miei anni,
lui contava i suoi secoli,
ma nonostante questo,
noi due, eravamo amici.
Lui, parlava solo
quando passava il vento,
l’uomo come me,
di lui si è dimenticato,
sono
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 | Assaporo il profumo dell’estate
incorniciato nella magia di un’alba
ricolmo di deliziose giornate,
d’un sole che abbraccia e riscalda.
Risiede nei cuori la vera sorgente
delle ore calde e assolate
dove la cuspide dei tramonti
trova dolci
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| Ti seguo nuvola al vento
nei degni sorrisi
che non abbandono,
fermo a guardarti
anima
di pensieri improvvisi,
immersi tra sabbia dorata
di estati brevi .
Lo so, sgrani tristezza
anche le notti lo sanno.
La vita ha un odore di morte
che si
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Abito un posto felice
e con le mani sfoglio il tempo
leggero e interrotto
che non esiste
Accarezzo le mie cicatrici
la pelle è rosea
il sangue è rimasto nelle vene
Mi ammanto ogni giorno
di un nuovo abbandono
che attecchisce alla
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La Primavera non è morta
e neanche l’Estate
lo sento dalle frustate
che arrivano all’improvviso
nelle viscere e sul sorriso
che non ho mai avuto.
Non è morta l’Estate
anche se l’inverno
con le sue piogge
e le sue pozzanghere
affoga il mio
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Uno spirito turbato s’insinuò
feroce
in me
“Pazzia” proferì!
Lumi fuggenti dell’animo mio
destadevi per Dio!
Insonne divien la vita
s’ella produce
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Pensieri a fan ritorno,
in quel tempo ove nascemmo,
e cespugli di mimose dal
buon profumo al naso.
Oh fu avvenente incanto
gote abbronzate a
profumar di fiori freschi,
in sorrisi di dialettica paesana.
Sorelle d’amor e amicizia a
camminar sul
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Intorpidito come gatto al sole
mi creo parentesi di tregua
lasciando scivolare il giorno
nella vasca del tempo.
Mi adagio nella bassa marea
che mi prosciuga nei silenzi.
Eppure vivo ad ascoltarmi l’anima
nella coscienza
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Come è facile vivere felice
se non possiedi un’anima né un cuore,
ma rigoroso e duro di cervice
ti accontenti del pallido grigiore
di un’esistenza in cui "s’ei piace ei lice"
e appena nasce tutto quanto muore,
nessun pugnale lascia cicatrice,
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Evanescenti vagano i pensieri
siccome sabbia al soffio più violento,
i giorni rincorrendo di quel ieri
che non torna! Mi lascia assai sgomento
la lacrima che scende nei sentieri
irti di spine e sferzati dal vento,
che ora percorro senza
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Freddo,
in questa stanza dove sono sepolti ricordi,
di anni passati,
parole ed umori che,
hanno lasciato ferite nel cuore e,
seguo,
con occhi gonfi dal pianto,
i segni sul viso che
sanno di tempi trascorsi
di verità e,
di
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Oddio mi son perso
ancora nel suo sesso
capolinea stanotte
ubriaco preso a botte!
Ho giocato con la sorte
perdendo una partita
mi ha legato nel suo letto
senza più via d’uscita.
Bandito nelle bende
in balìa di un’amante
catturante
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E quella voce, mi prese con se
tornando dal buio
incastrato, fra muri d’incompresinbili parole
lette nel vento del perdono
Stropicciate carte bianche
perse, fra i rovi di un tempo, che non c’è più!
Ho percorso quel sentiero e mi
son trovato a
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 | Sentirmi persa
Prosciugata
Senza sale
Senza spuma.
Tuffare, tuffarmi!
nelle pagine d’azzurro,
nelle bianche vele al vento.
Onda che
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32524 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2281 al n° 2310.
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