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Le 32529 poesie in esclusiva dell'argomento "Introspezione"
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Palestre di ominidi in forma,
e palestre di spaccio,
dieci miserie al grammo.
Chiese di ominidi per bene,
e chiese di preghiere oncologiche,
Padre Nostro che sei nelle chemio.
Tribunali di ominidi integerrimi,
e tribunali di famiglie dai
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Cosa ci faccio
della solitudine in cui mi hai lasciato.
L’aria frizzante
il colore a montare come latte sul fuoco.
La miccia innescata
di una natura pronta a stordire.
Dei ciuffetti di erba pronti a sfamare.
Lo sai che i passerotti chiassosi
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Petali di ortensie ad intesser corolle
e scivolar a tocco di pensieri,
tatto al tatto effluvio naturale come
l’amore che si fa accarezzare,
un soffio di beata enfasi che
su ogni pensiero triste e cupo
prevale a divenir leggero.
Attimi cadenzati,
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Guardi al mattino il tuo viso allo specchio
ove silenti compaion le rughe,
che s’eran perse nel mondo dei sogni
prima che un’altra bianca alba fiorisse.
Ma, se del passato hai tu rimembranza,
d’aver vissuto con animo lieto,
pur godi il presente
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 | (Cieli distratti
pioggia
e riflessi di volti
terra bagnata
passi
ed echi di voci)
Quante volte mi hai incrociato
sulla superficie del mare
mentre volavi d’azzurro
dentro il senso di un abbraccio
quando ti ho scritto quelle parole
quando
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Quando le tenebre annientano le ombre,
si assopisce una vita e si ridesta l’altra,
priva di passi e senza orme.
Cristalli crepuscolari ghermiscono gli eventi
significativi.
Pochi e improbabili.
Reclusi nello spazio, aldilà
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 | Eppure, penso che
nessuno meriti di vivere
da espatriato.
.
È dura, lo so,
ma forse posso resistere
ancora un po’ agli assalti.
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Lo spero!
.
EMBESTIDA
.
Aun así, pienso que
ninguno merece vivir
como expatriado.
.
Es duro, lo sé,
pero
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 | L’abitudine di fissare le cose
come per fermarle nel tempo
e chiedersi ora, e ancora
se tutto questo è perduto
se esiste ancora, la parentesi
che
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 | Candida neve,
freddo... tanto freddo
anche se c’è il sole
ma non lo vedo
non mi riscalda più.
Un solo sguardo
riempiva la mia vita,
ora in zona d’ombra.
...son circondata dal nulla.
Difficile dire quanto
si può resistere
prima di morire
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| La luce calda
è un afrore
che muto si scioglie
nel vento più mite
in un soffio di angeliche note
di ignoto tenore;
le voci declinano in eco
di lontananze atemporali,
il cielo è lattiginoso
e sospeso,
i suoni più densi e rarefatti,
melensi,
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| Puoi entrare con il capo chino
nella penombra della mia memoria
e trafiggere con un bacio i ricordi
che tremano ancora vivi sulle mie pupille.
Ti regalo ciò che aspetti da tempo
e ti circoscrivo le mani vive di carezze.
Assolvo il mio spirito che
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Cos’è la notte, è forse il buio che scende,
o l’amarezza di sentirsi soli che ci prende.
Sono quelle le ore che mi tormentano il cuore
e sentire un grido che sale e non fa più rumore.
È il silenzio che urla sordo e si esprime in versi,
e quel mondo
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L‘ansia dimenticata della notte
s’ appiana sopra i tetti e le foschie,
icone meste, gravide di vita,
di niente si riempiono e d’amore,
ignare ambasciatrici di un dolore
o di una gioia nata e mai finita
frutti di convenzioni o di pazzie,
oppure
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Quando arriverà il tempo
di spegnere quel moccolo,
l’ultima debole vampata
della fiamma della vita
allora anch’io porrò fine
alla mia lunga carriera
di clown della fiera
Dopo,
di me resterà solo la voce
che si alza nella notte
lacerando il
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Chiudo il respiro stasera
e lascio ammantato il mio braccio
perché non posso più scrivere parole vuote.
M’affaccio davanti ai miei sogni
e li guardo uno ad uno
scruto ciò che ero e fisso il cielo.
Una domanda ritorna
e nuvole nere adombrano i miei
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 | Due dita di morto, sfiorano le corde
è un suono lontano l’aurora, un ricordo
vorrei ricordarne il canto, l’elevazione
la notte è staticità del tempo
un vascello che scivola nel silenzio
vorrei ricordarne il nome,
due note simili all’acqua, una
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| A chi mi chiederà di te
racconterò ancora
della luce che splende
ai confini dell’anima,
dell’incanto della pace
che protegge da ogni male.
A chi mi chiederà di te,
dipingerò l’incanto di un tramonto,
mentre l’inverno si allontana,
tra fili
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| Nonostante la solitudine
della malattia,
non ti volevo sai.
Forte era il timore,
a tratti asfissiante e scuro,
di avere un cuore
intriso di emozioni straniere.
Non ti volevo,
fin quando ho incontrato
chi in grembo ti aveva cullato,
tra lacrime
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| Tra i confini dell’anima
quando risale la palpebra
un raggio di luce scivola
sul sorriso di un mattino
sale il sale dell’onda
a scovar le narici
con l’olfatto affonda
in fumenti benefici
a cercar le tue labbra
sta il cuore ansimante
di questo
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| La tuta blu
un solo pezzo statuario
in ristagno verticale,
gabbia stringente
commentario esistenziale
consustanziale al niente;
maschera acefala
di un corpo muto
anestetizzato,
per la coscienza insomma
un’ombra rigida
o patina che
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Mi siedo con i miei demoni la sera
ad ogni appello rispondo presente
ogni tanto qualcuno ha il tuo volto
ma spesse volte solo il mio
ogni tanto qualcuno parla, con la tua voce
altre volte ci dividiamo il silenzio
le sconfitte e i biglietti per la
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Ironie relative
dietro al quadretto orrendo
di presentimenti notturni
Lettere d’amore
lasciate in balia del caso
dimtenticate in cliniche mentali
Anfratti notturni
delicati e insoliti
affermati in circostanze strane
Anomalie spoglie di
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 | Son debole da un lato e non sol quello:
E’ “zampa equina” il mio sinistro, al fondo
dove lo stinco torce ed è inceppante,
e sempre un gelo al nervo suo carente.
Su e giù su destro e manco in modo alterno
non sento chi mi punge e sulle piante
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Incalzano sinuosi e molesti pensieri
conducendo su impervi e angusti sentieri...
ricopre di gelo un ingiallito sudario
in ardite salite simili a calvario.
Arranca solingo e con incerto passo
ramingo con saio e cilicio addosso,
serra le carni,
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Vivì |
12/03/2019 06:44| 965 |
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E sono pietra
pietra che giace in attesa
pietra sui tuoi pensieri
e gravo lugubre aspettando un inciso.
Imparo l’ascolto
mentre note di liuto al tocco
nella sera si perdono
e lenta si spegne
la cera al richiamo.
Cavalca l’indomito
tra
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 | Sfinito ed or basta,
conservo l’avuto
che sento pur fugge...
Non cerco momenti,
confronti, consigli;
ignoro speranze,
di tempo, di forze ...
Pur intimo ignoro
se altrove, o in alcova,
in tacita intesa
alcun mi contenda ...
Iddio non lo
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| Come l’acqua santa
e il demone di turno
sono prigioniero di un libro
che racconta sempre
la stessa storia:
la tua storia.
Rileggo decine di paragrafi
centinaia di parole
e migliaia di lettere
senza trovare
risposte
a domande letali
mentre
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| sono quello spazio
che ti dice bagnami
del tuo humus come una terra
abbandonata
che implora
di ridonarmi luce
nutrirmi coi fonèmi che conosci
farmi sentire vento
che sulle ali conduca alfabeti
come una preghiera
ah rimpiango quel
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| Parola colma di sensazioni da far rabbrividire
si avvicendano in fila indiana
ognuna con il proprio fardello
in un dì colmo di angoscia
senza respiro vaghi come automa
respirando solitudine
non comprendi il perché
estraneo simile
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Attendevo l’addio
nel vuoto di pioggia
e restavo in silenzio
quasi ogni parola
Fosse una ferita
da pronunciare nel sangue
quando la pelle
si screpola al vento
Rimandavo i respiri
al mattino meno luminoso
e sentivo il rimpianto
aleggiare
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Scudo di specchi
frantumati cantano,
nel vocabolario dei perduti.
Raccolgono tracce,
scrivono nel vento,
di un tempo frenetico,
rubato...
Noci di pietre,
sollevano memorie
son grida di bimbi.
Pulita sarà l’acqua,
insabbiandone polvere di
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32529 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 3691 al n° 3720.
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