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Le 32531 poesie in esclusiva dell'argomento "Introspezione"
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Sbarre che si smaterializzano,
escono le solitudini,
i tormenti e i fallimenti.
Sollievo in attesa di una luce.
Sollecitudine di vite
perdono la speranza,
se solo avessero il coraggio
di lasciare le reti e,
seguirLo.
Le notti con mille sogni
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Corde vibranti per cuori sgualciti;
al suono della chitarra,
due corpi fusi ballano,
e nasce il vero amore.
Ecco le note del sole,
ecco lo spartito del dolore;
ecco il viaggio delle menti,
ecco l’inizio dei tormenti.
La chitarra
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L’aria si fa triste quando piove
piange tutto intorno mentre
va quel profumo di legna arsa
nei vicoli dove la mia mente
corre abbandonata a memorie
del viaggio lungo una vita
il grigiore delle nubi è l’argento
dei lunghi capelli raccolti
sulla
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Talvolta fermo i pensieri
Sfoglio immagini e parole
senza osar preferenze
senza attenzione
C’è differenza
tra sovrumano silenzio
ed assenza di voci
tra schiamazzi festosi e rumore
Vibra in me_ nei meandri
d’una mente che pare
d’improvviso
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Dietro
i volti
che incrocio per la strada
impercettibili
gradienti dello Spirito
talvolta
percepisco.
Frazioni
dell’Intero
in cui
oltre ogni logica matematica
variando
il denominatore
da zero all’infinito
sempre e solo
Uno
è il
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Quando il magma di una terra cremò la dura pelle
diaframmi annasparono sui rovi dei precipizi
e lacrime sanguinanti grondarono copiose
nel perfido e bollente lago della morte
ove impossibile era l’emergente risalita
peso gravante di nefandezze al
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Santo Stefano oggi a Binasco
nell’anno del duemilaediciotto
è un giorno bello soleggiato
come ricordo lo era allora
nel millenovecentocinquantuno
in quello stesso giorno dopo
quello di Natale lì a Turro
ch’era di Milano una periferia,
sì quel
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Il giorno mi fa male e la vita m’annienta
finché non fermo il vento e arresto la bufera
il riverbero d’un lume mi scalda la sera
nella fiamma che arde e lenta si consuma
Recido ricordi _distratta_e non a caso
La memoria è un giardino,
ha un
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Siepi che crescono
sui sentieri in salita,
la visione della vita
si restringe a primavera
e tutto mi si fa più ombroso.,
Trascino vecchi tronchi
di alberi che avevo curato,
non mi servono
nemmeno per sedermi
e la stanchezza sale.
E’ inverno
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Cadranno lapilli e cenere
nera polvere e fuoco ardente
alzai occhi al cielo e accecai
"fuggite tra i ruderi e le macerie
sconsolati pastori del
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baluginio di luci
dietro ricordi intermittenti
fra un intervallo e un altro
tenebre avvolgono
come un’onda
confondendomi in un turbinio di parole
a ritroso nel tempo
è un albero di Natale il presente
dove i volti amati sono un anelito
che
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Il razionale impianto architettonico
(nato verso la fine del Ventennio)
della mia cittadina mi portò
da bambino ad usare la ragione,
quando scrutavo il mondo circostante.
Gli impulsi irrazionali si arenavano
spesso nel contemplare quelle
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Ed è bello naufragar su quelle rive
orfane di un mare silenzioso
io ti apprendo o voce, tu conduci
e seguir il navigar di quelle vele
sulla linea di orizzonti, e mani
e amo perdermi nel niente
evanescenza perpetua di una vita
come un battello alla
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e,
oggi a questa eta’ ormai tarda,
e’ difficile non perdonare chi ti tradito,
chi ti ha moltisime volte infastidito,
chi ti ha voltato piu volte le spalle nel bisogno,
chi ti ha fatto irritare per un nonnulla,
chi ti ha preferito ad un altro perche’
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Vorrei correre senza fermarmi,
attraverso il deserto dei sogni,
fino a quando raggiunta la meta
si rinnova la pace nel cuore.
Sto nuotando tra l’onde in tempesta
nell’oceano oscuro ed immenso,
la fatica mi rende sfinito,
ma il traguardo risulta
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Ramo reciso
come il silenzio
e negli specchi, soli
da reinventare
ci si spoglia vuoti
di qualcosa
di qualcuno
di un po di sole.
Si appare,
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Ho indossato senza timore,
nè vergogna alcuna,
abiti di foggia antica.
Abiti coi colori dell’inverno,
di stoffe rare,
abbandonati deliberatamente.
Abiti ben nascosti,
in cassetti polverosi e bui,
piccoli e stretti,
ripiegati e
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Per le vie solitarie della notte
sbando
come un cieco, un ubriaco, un pazzo
e non comprendo.
La luce che si accende in fondo al mare
non mi da il coraggio
di oltrepassare le barriere
del libeccio
e diventare finalmente uno di voi
per esempio
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Mi soffocano
pareti di paglia
dov’era canto il nido
intessono ragnatele di vetro
dove impigliare riflessioni
non danno tregua
all’onda
che le ha travolte
a riaffiorar
a far sentire
l’unica verità
che percuote
scogli di un mare
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quando l’aria diventa cemento
duro segmento d’un ricordo
antico fantasma senza porto
che s’aggira senza tregua
svelando ogni giorno
verità nascoste
dentro un incedere incerto
e un corpo scoperto
per le strade impazza la festa
e nei cuori
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Sabato sera...
solo la luna per amica,
sconsacrata l’idea di gambe di alto
rango,
resto nel segno della scrittura...
Un pensiero invade l’addome,
accende l’ascensore e sale al cuore.
Tra lacrime e baci,
mani indifese colorano con disordine
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 | Qualcuno m’ha piantato
nel selciato del cuore
grani di alloro e mirto
e infuso negli occhi
desiderio d’andare
senza lasciare tracce
e mentre leggo
nobili pagine di storia
altre ne scrivo
abiette
o da non ricordare
di sconfitte e disprezzo
là
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| Come Ulisse
legato all’albero di maestra
ho cantato
non per andar via
ma
per restare più vicino
al ceruleo di quest’onda
come Araba Fenice
introvabile
ho volato
i versi
son stati la mia virtù
un miraggio m’ha guidato...
una rosa nel
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| Oltre questa finestra
crepe sui muri e azzurro cielo,
fessure su fessure,
crepe ovunque,
come dentro così fuori
aperture nelle chiuse stagne,
che tremano fra riflessi di sole.
Non è la notte a far paura
quando il buio ti diventa amico,
è
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Verso sera, al tiepido lume
l’incontra più vera - e sia -
poesia, come luce e rima
nascosta nel fiore - e brilla -
sul davanzale, e non ha occhi
ma vede nel buio, una distanza
che le nebbie affoga, poi l’inghiotte
quando la luce si posa, e si
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Senza il respiro
sarei una vela vuota
con il vento a danzare
per altre promesse
E questo petto
che difetta nei giorni
non batte che le sue certezze
- poche – per non morire
Con la disillusione
di quei rari momenti
in cui penso a me
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Sopra i verdi colli
che baciano l’alba
ho lasciato libero
l’ultimo mio pensiero
ora un’altro si fa strada
fra il mio stanco passato
ed il fresco presente
che lentamente vivo
la strada più non vedo
né vedo le folte siepi
e non sento il
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 | Là dove il sole è nero
sarò con Te grande Maestro
m’illuminerò col tuo nome
nel buio di questa valle
Sarà luminaria d’amore
il fin che tende ad evolversi
Entelechia d’alito irascibile
a risucchiare i vortici di spiriti maligni
e il sole che
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 | Io sono nato tante volte
in coincidenza con un’alba, un bisbiglio
un vento sussurrato
prima della luce
del segreto dell’acqua
il tempo era mio, e il silenzio
mi avvolse nel suo manto
nascere è cosa pura
è l’intimo sentire
il mistero più
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| Lo smoking? No, no, non l’ho mai comprato!
Sicuramente costerà parecchio!
Il frac? Non me lo sono regalato!
...Ormai non serve più, son troppo vecchio!
Però mi piacerebbe qualche sera
vestirmi con il frac e andare a spasso
con il cilindro dalla
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Foglie sciatte, sgualcite,
scheggiate di grandine,
mi guardano.
Le mie pupille incolte di luce,
sono come vetri opachi,
incastrati tra ciglia ghiacciate.
Una tosse furibonda
cerca spazio
nei cunicoli del mio costato.
Vuole emergere dalle
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32531 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 3991 al n° 4020.
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