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Le 32532 poesie in esclusiva dell'argomento "Introspezione"
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Un alone di mistero nel silenzio che circonda
si apre come fiume che scorre
dove trovare ristoro
ciottoli sorridono inutilmente quando
spruzzi birichini s’intromettono
cercando di lenire il dolore
a niente vale simile aiuto
un vento improvviso
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Fiori a Dicembre
per chi non sa ascoltare
il sole che tramonta
senza mai morire
Di nostalgia
o di altre malattie
che l’inverno conserva
per le anime deboli
Germogli da cogliere
che non diventeranno
mai frutto
né colore per le foglie
Che
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Guardo dinanzi la stanza piena
d’arredi ed oggetti di libri di scaffali
L’ordine atavico ormai inosservato
Lo spazio dentro e tutt’intorno
le cose che non muovo
se non per disfarmene o per bisogno
Guardo il silenzio come si può guardare
qualcosa
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Amore persistente che impedisce
la carezza e i fiori a prima vista sono
sogni nel cassetto, le ore del mattino
riempiono di affetto, tu guardi la tua
terra e percorri il mio sentiero.
Ammira questo sogno che la vita
ti regala, qualche notte senza
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Non basta svegliarsi con il sole
quando nel cuore la notte persiste
buio più buio non si può
cercare di ingannare il sentimento
quando niente attrae
veramente impossibile
luci colori di una festa vicina
nemmeno li vedi
passi di
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 | Oggi le forze m’abbandonano...
resto distesa,
dopo una notte tumultuosa e agitata,
mentre fuori intravedo il sole
e vorrei stare lì all’aperto,
correre fino a sentire il cuore
affannarsi, ritmare forsennato
e ingoiare l’aria a morsi,
...invece sto
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Come singhiozza la Notte da tempo!
Brucia i miei Sogni, oh Luna; e rendi onore
alla mia pira!
Rendi onore al mio cenere silente
per gli eterni sogghigni dell’Autunno!...
Rendimi onore!
L’Inquieto, infatti, or sembra che stia a prendere
il
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Le mie ali sporche di fango
mi hanno seguito
al culmine del cielo dove il buio
non potrà mai arrivare
Qui l’alito di Satana
è un punto molto lontano
quasi un vento
che non conclude mai il suo giro
E soffia via l’oro
divenuto argento
con le
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Il rumore della pioggia
Il ticchettare delle parole
nell’aria esausta
Il peso dei passi contati e buttati
Il tempo
Una strana spugna
che odora di mare
di parole senza senso
tenute per mano
Tutto questo è un silenzio irracontato
Tutto
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Sequenza di immagini vissute
dolci al tuo ricordare: Via Cavour.
Traini a mo’ di nascondigli
scalinate con muri a scivolo.
Frotte di bambini festanti.
Schermo gigantesco
scene di vita reali
con spettatori dai volti induriti
dal lavoro e dal
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Spogliato dalle foglie l’albero
dai mali a lui avversi di stagione
pioggia settembrina d’ottobre vento
la sua nudità al cielo di novembre
offre che coprirà un poco più avanti
quella fitta nebbiolina di dicembre
e quel disagio suo un poco
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Ho lasciato morir l’opacità e
l’inerzia per potermi rialzar da terra e
all’irriquieto sonno ove nacquero paure e
pensieri angosciosi ad attanagliar la mente dirle addio.
Sconfissi la solitudine e vestii di tenere effusioni il cuore,
addobbar di
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Cera tra le mani
Scimmie nello stomaco
Riflessi abbandonati in un dipinto
Croci addormentate gridano il mio nome
Formiche nelle vene nutrono il mio fegato
Volti riciclati da un nuovo credo
Tu vendi la mia anima ad un altro indirizzo
Cammino
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Passi pesanti
arrivano sui fianchi,
come cemento duro
pesano
io con le mani
mi aggrappo
a tenere pianticelle,
che mi sfuggono
il cielo si fa ombra
il sole è sceso
non c’è la luna,
mi piange il domani.
Una croce de me fatta
si ferma
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Oh mie compagne foglie secche, come
mi viene dolce l’udir di voi che erme
e solitarie per il nuovo Autunno
precipitate! E io son qui che nel vespro
più che innocentemente vi tormento,
gli occhi premendovi; onde mi solleva
il cuor il vostro dolor
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Accuso un’influenza da morire!
La chiamano “la febbre da cavallo”.
Quaranta gradi, senza regredire
...(la fiacca non mi lascia un intervallo! ).
Ho ancora tanti impegni al Municipio
col Sindaco, ed insieme all’Assessore
dovevo controllare nel
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Ho lasciato alla mia mano
libertà di scrittura,
a riposo ho messo il pensiero
e mi sono seduto in piazza
suonava la campana
rintocchi lenti e tristi,
un piccolo alberello
cacciava verso di me
fiori rossi e nuovi
dei bambini giocavano
la
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Mi taglio la pelle
perché il giorno di domani
abbia meno dolore
e apro schegge di sabbia
Sulle dita
perché il sangue scorra
lentamente
fino ad invadere il cuore
Mi spoglio dei sogni
ed attendo la notte
sperando che sia l’ultima
tenebra
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La sera lagrima
da’ tetti. Vaga
cader di piova.
Così scintillano
le gocce. Allaga
questa mia alcova.
Cadon, tintinnano,
per le grondaie,
per le tettoie,
fanno pozzanghere,
per le risaie
senza più gioie.
Odo: che sembrano
trilli di
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La vita è circondata da miraggi
e ci affanniamo a coglierne l’essenza
Né illusion né falso ci
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Accarezzo i miei vizi
e incarto pensieri,
rassicurato
da magìe in Si bemolle
e da una cagna affamata
che mi lecca le solitudini.
Cedo al dolore
nella fragilità d’un no,
fra tristezza e orgoglio
che mi prendono a calci
e gorgheggiano
sul filo
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Dentro una bottiglia
prendo in giro la notte
navigando in un mare
di noia inesplorata
una porta sbattuta
davanti ad un letto disfatto
mi sento un bimbo
che non sa più giocare.
Il tic tac della pioggia
discioglie la ragione
riflessi di
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Di pari passo a un figlio
ho tirato su
l’acredine della mente
compressa tra sofà e parete.
Scindermi ed espandermi
a
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Sfogliate tutte le sfumature del grigio
l’incanto di un vagito annuncia
scoperte e speranze di verde vestite.
Nuovo è il sorriso e profuma di terra
che perle d’onda marina avevano disciolto.
Antico è il momento che porta
dal dolce d’un seno
al
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Tra me e il cielo
nè sole né stelle,
solo mille facce finte
e un solo viso
quello scolpito sotto la pelle.
Quando le mille facce finte
si dissolvono nel niente
ne vorrei altre cento
e mi metto a rincorrere il vento
ma di quel viso
così
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Sono nell’oscurità più profonda,
un bagliore di luce vedo,
è sempre più forte.
Ora la luce mi colpisce gli occhi,
mi acceca,
cosa succede?
...Sto nascendo.
Un vagito mi esce dalla bocca,
ho paura,
sono entrata in un tunnel profondo,
un vortice
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Lei non vede né ci sente
ferma e muta all’orizzonte
ben contenta di godere
senza dartela da bere.
Si diverte a rotolare
sopra un prato d’aria finta
dove cerca di arraffare
tutto quello che compare.
Ben decisa a trasgredire
corre e vince alla
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E sia entusiasmo il miraggio
che passione imprime a questo viaggio.
Senza osare oltre l’apparente
nulla è la vita che concepisce vita.
Con gli occhi pervasi
dalle stagioni a venire
scaliamo la montagna
che immensa appare
a chi s’affaccia
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Vie, tu m’asséchas le coeur,
par un doux breuvage d’amour,
qui sonna comme un leurre,
dès que ce flash aveuglant,
se révéla au grand jour.
La promesse de ces sentiments,
devenus si inconstants,
activèrent en moi une blessure,
cachée sous
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Da tempo ormai ho un sogno dentro me
anche se utopia esso eleva l’anima e mi porta a tutto il bene che c’è
così a pelle, ma poi nel farne disamina
comprendo di non aver miraggio
da rincorrere qual trofeo da mostrare,
la vita è un dono
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La sento turbinare nel profondo
della mia terra schiava e prigioniera
di questa chiusa e mesta sua maniera
di alzare indubbia... mente una barriera.
La faccio volteggiare in lungo e in largo
nel suo bestiario con la sicumera
della più lenta e
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32532 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 4201 al n° 4230.
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