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Le 32533 poesie in esclusiva dell'argomento "Introspezione"
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C’è Qualcuno in paradiso
che protegge la mia vita
e che guida il mio cammino
sulla strada del destino.
E’ una Donna assai speciale
che conosco da una vita,
intravvedo gli occhi stanchi
ed i Suoi capelli bianchi.
Sul Suo volto c’è qualcosa
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Vorrei dimenticarmi
in un angolo di cielo
e che gli altri
si scordassero di ciò che sembro
sfumare
come l’astrazione d’un pensiero
un impalpabile respiro,
la speranza di un sogno
o una goccia di rugiada
dissolvermi
nella luce più vera
e
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Qui, fermo a frammentare i sensi
aspiro con narici tumefatte
Il sapore eutettico che
trasforma in ghiaccio i miei pensieri...
Arrampico, stanco, le mie idee sdolcite
da anni di tormento celato
In rigidi inverni, pronti
a rifarmi visita
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Nei rumori ridotti al minimo
farfalle che danzano in scioltezza
sono sentimenti stati d’animo
diffusori d’essenze nella brezza
sta l’orizzonte in marine d’onde
spumeggianti scie di sfuggevolezza
la inseguo cercando tra le fronde
fiore di
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Mi chiedo
di questa mia vita
quale possa essere
lo Scopo.
Saperlo
mi aiuterebbe
o forse no.
Una legittima
aspirazione
in ogni caso
mi dico.
Ma
se Questo
di vita in vita mi seguisse
come un giorno
necessariamente segue l’altro
pure
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I vecchi vanno
muti e silenziosi ad
implorar pensieri che
nascano clementi e miti ad
affievolir il passato della loro vita.
Vanno senza remore a posar lo sguardo
oltre quel cancello ove in eterno lì riposeranno.
Vanno come fili d’erba ripiegati
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Se sei mio amico
aiutami a lasciarti
aiutami a dimenticarti
se sei mio amico
insegnami come si fa
a non morire dentro
a far volare il cuore
che si ribella
al dominio del carceriere.
Se sei mio amico
prestami una sola ala
e come aquila
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Mi sfiora leggera
silenziosa danza
una foglia.
Come carezza di sole
si posa ai miei piedi
come dono
come fiore di cielo.
Nei suoi splendidi colori
m’incanto
mi fermo a guardarla
la raccolgo con lieve timore
viva la sento!
Ed ecco
mi
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Vivo dove i tramonti spengono i colori
sono pioggia che scende stilla a stilla
silente sulla piana e tra le falle
accarezzando pendìi per scivolare a valle
Ma ci sono venti che mutano direzione ad ogni cosa
orde invisibili che devastano sempre i
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Vano è ogni tentativo mio di fuga
se ai bordi del pensiero, come un tarlo,
la tua evanescenza giace.
Dentro il cerebro sepolcro
la mia anima s’inquieta e graffia
coperchi di coscienza,
come uno scampanìo
lontano e infranto
nel mio dedalo di
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La senti la voce del mio Dio,
amore mio?
Mi ha suggerito di lasciarti andare
in quei luoghi che continuerai a guardare
senza mai vedere.
Mi ha suggerito di lasciarmi andare
nei meandri del mio io,
a cibarmi della bellezza che hai lasciato
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Eravamo ciò che non potevamo diventare.
Senza chiedere, senza parlare.
Due piccoli apostrofi in una sola vocale
pieni di noi e poveri d’arte
nessuna pietà quando ho affondato i denti, nessuna pietà per la codardia.
Seduto sul fiume, aspetto il mio
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Morirsi addosso
di fragilità costante
essere come l’erba
curva sul suo suolo
e poi danzare al vento
ai nostri lontani amori
dirsi cose
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Vorrei esiliarmi da me;
lasciare il corpo alla mercé degli anni
e nella penombra della vita
conservare l’anima scevra, glabra,
dai fardelli cuciti addosso da altri,
orpelli affaticanti di muti disegni,
di trame scritte da altri,
di destino che
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Lentamente,
come un dono
si presenta all’appello l’amore,
evocato da chi sa quale mistero,
vestito di calore esala dal petto,
mi copre dal freddo,
mi nutre del momento che ruba al tempo.
Ha la durata di una fumata di due sigarette,
svanisce quando
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Sono
solo
brevi attimi
fugaci come la vita stessa
ma
di lunghi
pigri anni
che
altro scopo
non sembrano avere
se non quello di consumarsi
insperata
dirompente ricapitolazione
quintessenza
d’ogni sogno
che
inesorabilmente
credevi
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Che notte quella notte
sentivo il vivere dell’universo
e i passi dell’infinito,
non dormivo
e nemmeno riposavo.
La stanchezza
di essere uomo
solo là fra mille stelle
intermediario
di una creazione
voluto o non voluto
io ero lì ritto in
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Autunno, mi darai forse un dì questo poco di Ebe
a dissetàr la noia?...
No! non sarà mai vino, o mosto, o Sogno
colui che riempie il nappo che trabocca.
No! non sarà l’ardore, il cuòr, la Gioia,
d’un bacio il sibilàr che lento schiocca...
non sarà
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 | In un’altra vita forse
troverò la mia pace,
da questo mondo lontano
che gira solo di spalle.
Un segnale tra gli immensi,
un missile che superi
gravitazionali campi
sopra le mie tempeste.
Oscuri spazi osservo...
frenetico errare
nel mio
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Si svuota l’Estate, come una dispensa piena
di cose buone...
Sugli scaffali unti di vento c’era una fila di
giorni allegri
ed il profumo di cose antiche
entrato da finestre accese sul mare.
Vi hanno avuto dimora tutti i viandanti
del
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Sono uno spettro che vaga nel vento.
Non v’è requie d’intorno, e non v’è pace,
siàm Sogni di un Destìn baldo, fugace,
e la Vita è un’illusa ombra di stento.
Sono uno spettro che vaga nel vento.
Il Sogno muore, tramonta; e non piace
a’ nostri
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Come
linee vitali di confine
che
tra i campi appena arati
serpeggiano
frappongo
all’aridità
delle distese incolte
della mente
la rigogliosa semplicità delle emozioni
l’esuberante
diversità
del mio sentire.
Chiaroscuri
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In bilico
sul filo dei pensieri
profondo giace il tormento,
magma incandescente
che scava il mio animo.
Oltre la soglia,
nebuloso
si spande il
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Sulla sabbia deserta
giaccio
rifletto
echi lontani
il vento
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In punta di piedi
sfogliando silenzi
per non disturbare
svuoto le tasche, vuote
spolvero il possibile in un
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L’inquietùdine vièn nel sonno e grida,
profonda, oscura, infame ombra di doglie,
e d’ogni pena càrdine funesto...
Così costei terribilmente e atroce
a tormentàrmi il riposo trascina
lenta le spire sue; e ferisce e latra,
e biàsima i miei Sogni
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 | Intrecciato al mattino
mormorio del respiro
la mano confusa
un secco spezzarsi
Improvviso silenzio
senza canovaccio
cavalcando sul pelo
umido di
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Torno ogni dì sul prato d’erba incolto
fiutando fiori. E come il loto anch’io
non temo il fango. Hanno alzato muri
mietuto filo spinato intorno intorno
hanno lasciato secco l’alveo
gettato via il nobile metallo per il ferro
Torno ogni dì nel
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E se mi fermassi
a guardarla la vita
se provassi ancora
a sentirla tra le mani
come dipendesse da me
me soltanto
trattenerla o lasciarla andare.
Quel sentire ch’appartiene
all’età dell’incoscienza
è respirare l’infinito
abbandonarsi a
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Nel tremulo specchio
di mare
si sciolgono
frammenti di luna
stasera...
si sciolgono
i trepidi giorni
dell’attesa...
corrono lontano
i
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Addio, giorno d’Estate estremo, che ombre
fuggèvoli e confuse, ombre stridenti
e spettri di soleggiate scogliere
dal màr riporti, e da’ monti i lamenti
nell’eco mia indisposta e sovrumana
dei ruscelletti su cui ebbi ristoro
con le rùvide pietre e
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32533 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 4411 al n° 4440.
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