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♦ Umberto Guido Franceschi | |
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Le 7805 poesie in esclusiva dell'argomento "Natura"
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Ronzano
in quell'agir d'insetto
e librano leggiadre
creature
al volo consacrate.
Posano
su stami
delicate
tali a sbuffo gentil di refolo
nel sugger
dolcezze infinite...
levitano
ebbre
d'aulenti fragranze
spargendo spore
e polline
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Vivì |
09/11/2011 06:59 | 3441 |
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Quando il tempo,
duracellatoeterno,
scaglia richiami sulla mia dissenteria mentale
penso a te
guanti da indossare.
Ritrovo spazi mai recisi
giardini incolti
porzioni di vita indifferenti
resi cioccolato sfizioso
dall'ammansire dello scorrerre
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Felpato
è quell'andar del passo felino
e l'inalberar
il baluardo fiero
...ronfano le fusa
nello strusciar sornione
e l'acciambellar tepore
...l'ombroso squarcia
nell'ammiccar arcano
...inarca
e arruffa il dorso
soffia e
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Vivì |
08/11/2011 06:59 | 3550 |
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 | S'erge il vulcano dal tempo,
nei suoi devastanti impeti
sin da remote urla di fuoco.
D'acqua per la moltitudine
fa dono, e di dorati tramonti
si colora il suo manto bianco.
S'inerpica lungo i sentieri
e memorie di vecchie lave,
l'ocra di
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I ricordi sanno
di ciottoli levigati
in una fredda mattina d'inverno.
Un travaglio più prezioso
dello scalpellìo ritmico
come folgorazione di una ricerca
e della sua matrice d'amore.
Acqua che santifica
o santamente
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 | Rosso acceso
come il fuoco,
verde, giallo
come ali di farfalla,
marrone
come terra.
Parla ai cuori
la bella stagione
con le sue emozioni,
i suoi languori
suggestiona,
esalta l’animo,
il fascino
del panorama,
densi
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| Già da stanotte, un vento gagliardo
avea reso 'l cielo come cobalto.
L'astro che sorge non più con ritardo,
nel suo cammino è, ora, più alto.
Anche lo spazio, se aguzzi lo sguardo,
dà ad ogni cosa maggiore
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 | Scroscia
il cielo
con furia incontrollabile
urla boati di rabbia
seminando terrore e
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Nuvole in fitto gregge sul lago
a riva la vite americana rossa
annega le foglie d'autunno
gocce sottili legano cielo e terra.
Filacce di nubi ora incombono
schiacciano in basso la vista
che tende a volgersi all'alto
là dove di colli si
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Fruste e velluto
oh qual Natura!
Mi schiaffeggia, blandisce d'ambre e rubini
sanguigna, m'appassiona
D'apogei
mi lusinga, aromi drogano la mia mente
e sciamano lastricando visioni, polvere
d'albe neonate
Tal che
del suo alito
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Sembra ieri che successe
la tragedia che fu immensa
e, che in breve, allor, distrusse
quell'embrione di speranza. *
Sono, invece, anni sessanta
quelli trascorsi dall'evento.
Solo in pochi è rimembranza
di quel tragico
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orizzonte
avventure
sul lago sorge il Sole
palme sull'isola
speranza il tuo nome
sorride la gente ambrata
sangue sulle vene
scorre verso il mare
tu nata dentro
una conchiglia
samba di fantasia
ti desidero senza volgarità
notte di
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Sale la strada, è tortuosa
inerpicandosi, coi suoi tornanti
rende la meta difficoltosa.
Nell’irto sentiero procedo lenta
coltivo prezioso il desiderio
di forti sapori e visione certa.
Via da polveri insidiose pian piano,
anelando respiro di
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Dentro una notte, una di quelle donate,
serena, stellata, senza ire e cupi rancori,
dove al capolinea ho lasciato il bagaglio,
senza fardello che mi piega la schiena,
mi stendo tra i fiori nel verde tappeto.
Accendo il mio cuore con stille
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 | E' giunto ormai l'autunno
e brillano i colori. Son rossi,
verdi e gialli che il poco sole
indora.
Gli alberi e i cespugli saranno
presto spogli, come volo di farfalle
nel vento van le foglie.
L' estate se ne andata, è scivolata via,
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 | Novembre che par'emarginato
dal corso delle stagioni
e funge da filtro
che frena le illusioni.
Come cadono le foglie
baciate e cullate
dal vento di carezza
mitigano le paure
per una realtà più vera
che preannuncia una
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Brontola la sua ira
quel ciel che iniquo
grava minaccioso
e irrompe
col susseguir sinistro
di lampi
e di boati
fragorosi.
Rovescia a catinelle
quel terrore
che a fiumi scorre
squarciando la quiete
dei borghi
e dei sobborghi
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Vivì |
05/11/2011 06:30 | 4472 |
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Ringhia uccello stellato
fendi le nuvole
e squartale di gioia
mangia carta di seta impura
finché puoi
e migra,
migra lontano dal pianeta luce
partorisci in volo
un urlo di paura e uno di silenzio
uno per me
e uno per gli
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 | Gocce leggere,
salgono dal mare,
coi forti raggi,
le ha scaldate il sole.
Formano, in cielo,
un grosso nuvolone;
spinto dal
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Si è lasciato ingannare il mio giardino
da quattro giorni di tardiva estate:
nell’aiuola rotonda
sono germogliati alcuni boccioli di rosa
e lungo il muro grigio
sono fioriti insoliti cespugli
di campanule bianche.
Il mio giardino si
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Hai vestito di rosso
i pensieri ancora salati,
spennellato le foglie
col calore di fiamma
che brucia leggera
e leggera ti dona il suo ardore.
Hai acceso camini
che profumano l'aria
senza togliere spazio
a quei raggi
che scaldano il cuore.
Di
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Foglia smarrita
in aria settembrina
lasci ora solitaria
di un ramo l’anima.
Di dosso
ti sei scrollata
anche la rugiada.
Dal vento spinta
al suolo sei scagliata,
balzi e mesta ti rialzi,
dalla folata
inesorabile salvezza.
Senza meta
il tuo
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Di porpora
indossa l'ardente veste
in quel protender
la sanguigna
chioma
e in quel limar
malinconia da sguardi
Vermiglia nuvola
in leggiadria di foglie
tale a nugolo
di timide falene
che del carminio
han rapito il tono...
Di
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Vivì |
03/11/2011 06:19 | 3793 |
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poi arriverà
il dolce inverno...
dolce nel suo gelo
nei suoi silenzi
nelle sue albe
rosate...
ora timidi ciuffi di nubi
che s'affacciano
in cieli di stelle
fatate
cullano il mondo
sussurrando piano...
che giunge
infine
il dolce
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Già, di Novembre, la fine è vicina,
e una rosa ancora si mostra.
Se pur la rugiada brilla a mattina,
di non soffrirla ancora dimostra.
Non più sfarzosa, ma ancora carina,
la vedi ondeggiare come la giostra.
Quando nel moto
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Leggera mi muovo
su questa terra d'ocra colorata
L'autunno mi consola
di colori mi abbraccia e avvolge
In danze voluttuose e innocenti
mi stringe e poi rilascia
Mi appoggia lentamente
negli ultimi papaveri sopiti
e su campi gialli mi
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 | Varco la soglia,
mi apre l'Autunno.
Porta di ingresso...
Divento bosco,
sono albero e cespuglio.
Volano le foglie,
il terreno umido le accoglie.
Cambiano veste,
si bagnano di giallo,
sembrano farfalle.
Porta di ingresso...
Sputa il ragno la
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Nido di sassi e sterpi ampio torrente in secca
contro alla foce
filo d'acqua in navigare felice
si fa ampio colmandosi di verde
in un mare dalle fitte schiume rifiorite
fioccaggine crespa e nevosa, s'aggroviglia
incastrate fra i veleggi
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Lenta la ruota macina il suo tempo
frangendo drupe, acini di vita,
vola per l’aria intenso saporoso
e sapido il profumo
dell’olio nuovo
Negli angoli oscuri e polverosi
fremono tremule lucerne
e rimestano l’ombre
in gara con la
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 | Oltre l'uscio il mondo or vi punse
nel far del giorno neri mari ornò
fin bianco candor l'alma adombrò
Come incenso dall'arder del fuoco
e il mortal corpo preme assaporare
dove gli occhi lacrimare e sfavillare
Grigi fumi veder
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Lo giuro, io sono
stupefatto al bagliore dei ricordi,
col fuoco,
nell'olio che significa.
Forse
è quel che si dice che sia,
l'immaginazione: un'eresia.
o forse
l'amore che contempla
il rischio convertito
per sempre ad
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7805 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 5101 al n° 5130.
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