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Le 5309 poesie in esclusiva dell'argomento "Ribellione"
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Qual che sia l'italo poter è regio.
Più non s'appellan cose al nome loro,
Ma di pregiato coloransi fregio,
Come fosse viltà gentil decoro.
Nòce l'assider quanto sacrilegio
Benché puliscan tergo in carta
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 | Bello il piedistallo
ma non ci voglio stare
lasciatemi libera di volare
Preferisco inciampare
sulle mie scarpe
volare basso
ridere di me
mentre mi attorciglio il baffo
Vi guardo da quaggiù
che forse è meglio
Gli articoli li lascio
a chi
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 | non voglio tediosi consigli
nè pacche sulle spalle già curve
*
Lasciami ubriacare da solo
in questa sera che sdruciola via
tra folate di vento improvvise
repentina come il pensiero
che razzola a fondo
frugando in recessi
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Non so più che dire
Non so più che fare
Non so più a che Santi rivolgermi
per poterti accontentare.
Volevi la luna con tutte le stelle
t'ho preso galassie
scelte fra le più belle,
t'ho preso il sole di primavera
sol
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Sto scrivendo
col piscio dei topi
nei ghetti dell'umane miserie
tra siringhe di plastica
lordate del sangue dei sogni
trafitta nell'anima
dal vuoto
di orbite morte
m'avvolgo
nell'inutile sfarzo
di luce di stelle defunte
che brillano
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Estenuata vittima di un malessere indotto
congegno il mio essere al suo esodo.
Effimere ali di cera
atte a ritirarsi dalla realtà ostile.
Logorato precipito a terra.
Ad ogni sforzo vano,
sebbene le ferite,
ne plasmo di nuove.
La
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Possibile
non riuscire a pensare per se stessi
mai si stanca quella lingua
sempre pronta a mietere verbi
sollevare fumi
onde travolgere
quel poco che inesorabile si sforza
allontanando situazioni incresciose
un pizzico di creanza
rispetto
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Nel buio cammino ancora
Non c'è via, non c'è luce.
I miei passi che fin ora
Non mi rendono felice.
Piove fuori, piove forte,
Piove, anche dentro di me,
Da un bel po' che aspetto
La speranza che non c'è.
Voglio la
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 | Ti spegnerai
così come tu hai spento me.
Detesto il saperti viva
detesto la tua realtà
lenta e putrefatta
nella tua sopravvivenza.
Mi spacchi il cuore
lo flagelli
lo accoltelli
delimitando ogni suo
tentativo di respiro.
E
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 | Libero mi ricordo di te
il marchio della tua vita
sul divano- letto a due piazze
arrivato nelle mie stanze
qualche settimana prima
scelto con cura nel bel negozio
la commessa titubante
io convinto più che mai
in Lombardia un letto
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 | Sterpo inaridito
né lacrime, né sudore
gocciolo vita.
Il mal che macera
ogni cosa
deride Ippocrate,
il suo giuramento,
schernisce la "vostra" volontà
ne pago dazio col dolore.
Via, via
asettici commessi della
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 | Miliardi di passi calpestano
inconsapevoli la polvere
d'ossa che recita
il passato della terra
Svettano verso il cielo, superbi
alveari di cemento
affondando radici
in necropoli nascoste.
E come solerti formiche
accumuliamo,
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 | Pericolosa e viscerale
la tua presenza
protratta in anni
d'incontrastata proliferazione
dove osasti esibire
putride qualità
verso l'essere umano
in cui hai albergato
scroccando vite
nutrendoti di odio
e lanciando escrementi
dalla tua
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 | Mirar
quelle colline,
lì, dove fuggiva il sole,
e malinconie
trovate... sul far della sera...
E dell'anima inquieta
riposo
è il ciglio, di quel sentiero...
Passavan le vecchie donne,
tra occhi tristi,
masticavan parole
da bocca
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| Muta, scivolasti via
fra le foglie del tempo
che andammo perdendo
nell'ombra dell'anima mia
languido cuore che teme
nasconde l'impulso, sovviene
unico sogno strappato
alla luce del giorno rubato
riallaccia l'amica speranza
o nega te stessa
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 | Maledetto questo cuore
che fa presto a innamorarsi:
di un pezzente o di un cane
di un'amica o di un poeta
di un dipinto malandato
e di un giorno scoglionato
prende solo quel ch'è buono.
Ne conserva del suo fiore
solo il petalo
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Rivelate le nudità dell’anima
miseria, inermità
il nulla
disarmati, nelle non difese
nel buio più cupo
nell’eco di un cembalo
come suono
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Sia dolce immolarmi e castigarmi...
mentre mi farò vedere morire
di sangue intriso in reggicalze nere
come una madonna in croce
sul cubo della perdizione
Trascinami per i capelli
gridando che mi ami, mentre mi perdoni
d'essere stata
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 | inquiete e senza corpo
le arie velenifere sgorgano dalle crepe
rimuginati tagli su lenzuola bianche
stese al sole e in mostra a tutti i passanti
carne da macello
e sole che abbaglia di purezza celata
bianco
bagliori fastidiosi per chi non riesce
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| EnzoL |
24/08/2011 16:50 | 2860 |
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Tu che imprimesti la scure sul reclinato capo
che mi piegasti al lurido volere del Fato
disarciona le briglie che mi tengono inchiodata
alla preghiera di non aver speso una vita sbagliata
Dio... come mi odio... mentre rimesto inutilmente
nel
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Siamo in un regno fatto d'illusione
dove a tutti va bene così.
La verità è che le bugie sono evidenti,
ma la gente come un gregge accetta il trattamento posteriore.
Bisogna aprire gli occhi
e guardare in faccia la cruda
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| Jimmi |
22/08/2011 10:10| 2156 |
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Fredda,
affilata,
luccichi sotto il sole o
nella penombra di
stanze segrete,
mostri il tuo fascino lucido
come un sorriso,
rifletti le lacrime di chi fendi
ma non puoi fermare i colpi.
Il tuo sorriso
è un pianto severo,
guidato da un
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Senza pietà
sopprimi la dolcezza,
l'infanzia a te negata,
il mondo che
non ti ha regalato
un sorriso.
Senza pietà
nella tua lucida follia
punisci la vita
perchè
non conosci
l'amore.
Hai sotterrato il tuo cuore
sotto
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Lasciami demolire i tuoi muri
così sapientemente costruiti
ad arginar le tue paure.
Lasciami smuovere quei tuoi sassi
e rovesciarli dalla parte viscida
che tu hai dimenticato
per guadare il tuo fiume.
Lasciami giocare col fango
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Voglio scolpire
il silenzio pietrificato
d'uno sguardo cieco.
Ho la verità della goccia
che buca la pietra.
Sotto la grandine dell'invidia
e la sferza violenta d'uragano
di questa rabbia infinita
trovo il fiume di lava antica.
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 | Ti catturo
oh rabbia dalle mille sfumature
con il lazo circolare del cowboy
a cavallo d'un'onda sempre dominante
che sulla sabbia esplode prepotente
Mi lecco le dita
pé la fine di questa partita
di fronte ad un piatto
consumato e
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 | Non ti curar
di me,
se fuori piove...
Lo so,
chiusa ormai
è la tua porta.
E non busserò,
nella tua sera,
io fuori
lascio la tua vita,
così com'era...
Vedo luci accese,
nelle tue stanze,
è un ultimo sguardo,
di
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 | Racchiuse in bolle cuore e passione
l'anima nostra si sconvolge
intorno a mura di sapone
cerca fuga in bolge
su letto d'ebano adornato
in acque cristalline del passato
dei giorni si piangon memorie
la nostra fine è certa
intonato sulle
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Distratta da fortuita coincidenza
mi son vista baciarti
io sublimavo, birillo abbattuto
su corsia preferenziale
tu battevi le mani, inceppato
come foca sul pack
Avevo calde labbra
bronzo sulla pelle ambrata
e stravagante ombretto
tu
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Cellulite coraggiosa e seni impossibili d'inverno,
pance ignobili, sculture inebetite dal sole:
sguazzano e ballano immersi fino alla vita
a ritmi ridicoli, incalzati inutilmente
da goffi oranghi colorati e bamboline scelte:
agitando stecche di
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Datemi un copione!
ne ho bisogno per vivere
anzi per sopravvivere
nelle trincee di questa vita
che lacrime e tormento
col sorriso m'impone.
Ad ogni levar del sole
rinnovato duello affronto
indossando la consueta armatura
che pesante opprime lo
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5309 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 3481 al n° 3510.
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