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Le 37673 poesie in esclusiva dell'argomento "Riflessioni"
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 | Sgretola lo sguardo
ed uccide i colori
la luce spettrale
della livida sera.
Nel desolato deserto
abitato dagli uomini
viaggia una malinconia nascente
suggellata in erranti pensieri.
Vagano voci spezzate
nella solitudine nuda
sospese in
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| Quando si dice il destino
inutile fare tante previsioni
è questo un amico da legarsi al dito
onde non tralasciare
il ben più piccolo particolare
.
in ogni dove si rispecchia
parole problemi viaggiano
come un treno in corsa
allertando quanto
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| Lettori miei, parliamo del sonetto.
Col suo gioco di rime, ripetuto,
esso assume carattere perfetto,
avanza con un fare risoluto.
E’ il migliore poetico progetto
per dire in modo chiaro e provveduto
ciò che dell’uomo s’agita nel petto,
e che poi
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Non conto gli anni
il tempo
Trascorre così come il giorno
Giungono al sentire del cuore urla di dolore
mute
senza parole
Risuona una campana
distante lontana
Il richiamo viscerale sorprende il pensiero
Nulla conta di più
Raggiungo la
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Rimando ogni cosa
alle prossime lune
e cerco di ricordare la luce
che non vedrò più
Assaporo ogni colore
anche se nel mio buio
è nero ogni ricordo
che stringo fra le mani
Verso sera comincia
la litania delle ombre
ed io non so se
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Gente comune
con idee geniali.
Figure di trasgressione,
peccati veniali.
Persone deboli
con un passato di pericolo.
Uomini e donne
con mani legate.
Bambini senza potere.
Giudice, tieni conto
di tante segnalazioni.
Il tuo far niente
non
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Chiusi veli su squarciati sguardi
nel nulla s’adombrano sulla sera,
erronei attimi calano bui
serrando i cieli che gemono vita.
Rapiti raggi percorrono la schiena
rilasciando brividi di luce
e l’anima scorre nelle vene
con sapiente fervore, dove
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Stare in casa evita
di cadere nella trappola degli acquisti
sarebbe bene pensarci a tempo
eviteremo a fine mese di contare con timore
quanto nel portafoglio ancora rimane
dare la precedenza alle cose serie
esime un domani di pentirsi
mandando
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Tasti di confetto
affondano vermi
nel sangue disperato
dell’anima;
infilandosi come cancri
nelle bianche piume marine,
e sfinendone, come angeli,
le vitree radici di sogni.
Dagli anfratti nascosti
delle grotte,
una musica atavica,
bagnata di
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Castello
vuoto e desolato
senza fantasmi,
e muraglie prive di sogni
con un guardiano
chiamato pregiudizio.
A valle i prati
hanno farfalle e grilli
liberi col loro canto,
privo di viottoli
ignori cosa sia
il dolore, amore
il tepore di
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Misto ad aceto, il mio umore sorseggia rammarico,
nel frattempo, grigie nubi svolazzano minacciose,
finché si sciolgono, riducendosi in vapore serafico,
trasformando le appuntite spine in delicate rose:
s’alza il sipario
e vola nel cielo
il non
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l’abisso capovolto della croce
duemila anni
e il grido vano lacera l’aria
"Padre perché"
sasso
gettato nel lago del
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Se quando credi di tirare il fiato
poi ecco una nuova salita da scalar
se con gran fatica sei tornato a riva
e un’onda gigantesca ti ributta in mar
se uscito libero dalla folla degli affanni
eccoti di nuovo nella rete dei malanni
non ti disperare e
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Numero perfetto ma non per tutti il tredici
altri si mettono le mani nei capelli
quando condizioni si propongono
abbatterne uno il primo pensiero
non sempre però si trova un accordo
e le parole non accennano
a voler trovare equa misura
non
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Ho, spesso, ascoltato il ritmo àfono del mare,
tra conchiglie abbandonate sulla sabbia
ed onde, arrese, al blu profondo del non ritorno.
Ho respirato il sapore salmastro
del vento di maestrale, che mi rigava così preciso il volto
con il pallido
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Acque, siamo acque
e poi fiumi, lunghi fiumi
Ma noi, come loro
scorriamo verso un mare -
un sentiero nel cielo,
specchio, di un ignoto albore
e poi
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Quella parolina è rimasta là
racchiusa nella bisaccia
dove attingere sempre particolarità
peccato non poterla condividere
un senso d’impotenza si impadronisce
tentativi andati a vuoto
culminano in una rabbia tremenda
la terza età fa proprio
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La gente pensa solo alla grandezza,
ai vizi capitali e alla ricchezza.
Sentirsi bella, ricca ed importante
è l’unico obiettivo della gente
che cerca di nuotare in mezzo all’oro
e ignora il grande ed unico tesoro,
quel patrimonio immenso ch’è la
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Chiuse le ali,
il volo diventò caduta,
osservò le stelle,
non sorrise;
L’amore finì
con un sapore amaro,
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E tutto finisce, così senza fare rumore
nei lenti passi su di un davanzale
affacciato su ciò che resta di un amore sofferto
trascurato e smembrato dalla mancata condivisione
di un cammino nato e cresciuto fra le pagine
di un diario bambino, pieno
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Amare senza riserve,
così come sei,
onda che si rintana
nel’alveo di un sogno.
Ali di gabbiano che si stendono al cielo,
docili al vento,
nel risuono del mare.
Sento la tua voce inasprirsi
al richiamo di un verso
echeggiante il ritorno del
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ora piovere è il bene
occupare uno spazio dove
qualcuno accoglie la parola
e fuori o dentro è lo stesso tremare
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Gocce come lacrime scorrono veloci
sul capo, sul viso, fin dentro l’anima
Freddo e rigido il mio corpo trema
e s’affretta sulla via
seguendo il tremolante scintillio
A casa subito vorrei tornare
al dolce calor del focolare
e di più a quello
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Che rimane
dentro i pugni e nel cuore
da ruminare verbi
e sintassi di vita
per rigiocare
abusati aforismi.
Ora intingo il pennino
nei tramonti sul mare
o nelle fosche aurore
di vite sempre uguali
ma diversi gli accenti
varranno a
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Cosa fare dei loro sorrisi
che dire a quei brulichii di prati
al gioco della campana
disegnato di bianco lungo l’asfalto del tempo?
Con quanta astuzia ancora
inganneremo i sogni, l’allegria l’essenza
imbottita da un sonno sprezzante.
Noi.
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Tempo trascorso
a intrecciare fili
senza nessun ago,
nel silenzio dei suoi pensieri,
pensando a lontani giorni
ai desideri inevasi
e ciò che li circonda;
Tra meandri
di un monte tra fiori
che nessuno coglie,
in cerca d’oblio
trova la
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Filastrocca di una vita mai limitata
tra albe e tramonti spesso beata,
nella calura le carezze di spighe dorate
sfiorano le labbra di scosse anelate.
In nessun tempo e luogo ci siamo cercati
niente occhi e mani la strada seguiva i fiati,
il
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Sarà che il cielo tiepido a Novembre
è come una carezza inaspettata,
ma questo autunno è un gemito d’annata
che richiama memorie, luci ed ombre.
Sarà l’ età che volge al vespertino
languore denso d’immagini care,
ma la stagione è voce delle
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Interminabili giorni di silenzi
pensieri roventi piroettano
in giochi acrobatici decisi
ad annullare il tempo fermo
dove le attese si vestono di nuova speranza
un limbo che ci esalta poi al culmine
l’euforia si placa scivolando verso altra meta
i
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Cosi necessario il vento
quando smuove il mondo
quando sbatte sui pendii
e si alza verso il cielo
e scuote l’alma, le stantie vele
ci sveglia all’improvviso, il vento
s’infila tra i granai, e le sponde
spazza il cielo e le nostre vite
quasi un
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Gridan tutti all’accoglienza:
tende la mano il mendico lì
solo sotto la battente pioggia,
nel vicolo d’una armonica
il lento suono a terra un cappello
tre stracci uno smunto cagnolino,
gira più volte su se stesso lesto
l’acrobata di strada di
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37673 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 4441 al n° 4470.
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