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Le 1907 poesie in esclusiva dell'argomento "Satira"
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 | Come uno chef doc
m'imbelletto con grembiule blu
armata di un saccente apri cozze
armeggio con le coriacee cozze
le sguscio e le depongo in una ciotola
l'odore mi arriva al naso
maddò ce so forte!
Sprizzante gioia per il piacere che ne
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Tra un delirio e l'altro
scavo nelle miserie
di fenomeni da baraccone.
Trovo una lacrima,
tra le pieghe obese
della donna cannone,
un cilindro triste
senza i conigli bianchi
impegnati nella copula
di simili dissimili
e lustrini come
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Far quadrare in questo mondo il circolo del tempo
certo che si può:
anche se c'è un imbroglio
e mi dico che senz'altro c'è.
Riordinarlo nell'armadio senza naftalina
(che puzzerebbe sennò)
o parcheggiarlo sotto casa
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 | Il mio amico, lui si che sa digerire palle di cannone
che spezzano la storia di vuoti gorgheggi
vicino all’altare delle elemosine Americane.
Ogni volta che la posta si alza, lui cede,
archivia menzogne nel tempio e pulisce lingue di ombre
che
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 | Mi trovai un giorno
con una cara amica
a meditare sull’umana vita,
e discutendo con intelligenza
venne da chiederci
qual’è la differenza
tra me che son tignoso
e l’essere superbo ed armonioso
che fa del suo successo l’arma
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 | In dissolvenza autoreferenziale
qui giace falso l'ideale
del bugiardo intellettuale
Visse di pene per la cazzeide
soffrì di dolori romantici
per tante gatte da pettinare
Si, ei fù poeta esagerato!
Fu bello dentro per la
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 | Wokiti- pokiti ala- kazam
streghe e stregoni noi diventiam
quando tentiamo di colorare
questo grigiume di mondo reale.
maghi, maghetti, streghe e babbani
lanciamo al vento i nostri aquiloni.
Citando il moro, io resto basito
anzi di più, io
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In un altro tempo,
con garbo spiccavano
indossando bei valori,
gente del popolo e signori,
abiti pesanti da portare...
fiutando l'aria nuova
che attorno già girava,
il tempo d'una luna, e
il menefreghismo imperava.
Come tanti
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 | Non passeggio sui prati, cinto d'alloro,
amo camminare su percorsi difficili,
scansare tutti i sassi, evitare le buche
per non cadere scivolando
e fare brutte figure.
Il rispetto è nel cuore delle persone,
se non si possiede
non si
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| Da tempo con le donne
mi vengon solo poesie,
non sarà questa
un'altra mia mania?
All'infinito a me non sovvien
l'eterno e le morte stagioni
ma sempre la materna follia
indi le coniugali fantasie
ma con la Musa
furon proprio
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| O cosa sarà mai sto punto G
vorrei vedè quanti di voi scienziati
e gliel’hanno trovato
questo punto tanto acclamato
se ne parla da mill’anni
ma ancora ciò da sentillo
uno che sa dove trovallo
a sentì la donna
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Turan |
26/04/2012 10:27| 502 |
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 | I piedi hai mondato nel profondo catino della
tua indifferenza ove, come pesce innamorato,
di mie rime acqua pura e cristallina ho riversato.
Or non ti sorprenda di quell'acqua l'intatta
trasparenza, la qual cosa bella mia è stra-
na solo
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| Dimodoché su carta venga fissa
penso affidare incombenza a un esperto;
chi meglio di un prossimo se rimessa
potrebbe foggiarla ancor a mio concerto?
Quando fui all’altezza del suo abituro
mi feci scosto per lasciar passare
figur melensa dal
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| A volte mi domando se normale,
in questo nostro mondo assai virtuale,
sia ancor libro di carta pubblicare,
ed ingombrare più d’uno scaffale.
Sono case editrici a pagamento
quelle che danno spesso l’illusione
d’avere scritto un libro d’eccezione
a
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Il privato è l'ambito più narrato
da chi vuole esser ricordato.
L'entourage indiviso
non compiace al narciso.
Edonismo accigliato
del papavero ignorato.
Rinomanza mancata
nella privacy rispettata.
Tu di lui non ti vuoi
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 | Non mio lamento
del mio posteriore
ce l'ho ben piazzato
sì, da gran signore.
Giusto in proporzioni
perfetto per quel trono,
maestoso velluto rosso
schienale e braccioli d'oro.
Son bel comodo, incollato
non mi alzo e sol mi
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 | Non più quel furore
che fa grande il gusto
e che giova all'amore.
Gli stimoli stinti
son fiochi e benigni
e il muscolo stanco
ora cerca riposo.
Persino l'azione,
in tenue passione,
nello sforzo immane
si spezza e rimane.
Vi
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Vacue apparenze
a riempir il nulla
di rumore
anfore vuote
c'han perso
-nell'esteriore-
pure la voce del vento
sinfonie di
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 | Qui finisce l’avventura
del signor Bonaventura,
che per esser buono e caro
non acchiappa più denaro;
ormai i tempi son cambiati:
iellato sei e così resti
crescon i disoccupati
così pure i disonesti.
Ma Bonaventura è
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| Or s’io potessi dir quel che non dico
e se potessi far quel che non faccio
e se mio nome non fosse d’affaccio
pei posteri re sarei, e non mendico.
La bocca dice ciò che cuor disdice,
contraria è mano a ciò ch’istinto
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asfittico ciondolare stanca- mente
lasciarsi andare
rasentando lo stesso muro da anni
così si sposta il baricentro del
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Squarciamo il drappo nero dei rimpianti
scolliamo piano piano la patina di mestizia
che ricopre come un vello di metallo il cuore
riempiamo i calici di fragranze di risate
e versiamone a chi ne vuole
senza badare a spese
or che l’ora è
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 | Mai più credetti a me stesso
da quando nell'alba di un giorno,
il piccolo uomo si presentò a processo.
Entrò nel, a lui temibil palazzo, mesto,
e sgusciando dopo alcuni secondi
ve ne uscì più di una setta
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| Ciao...
dimmi pure che cos'hai da dire
Su dai fallo in fretta
che poi tocca a me,
mezz'ora...
devo giusto riempire mezz'ora
tempo del tragitto
e voglia di parlare,
io sola...
potrei anche parlare da sola
sì, sarebbe uguale
ma che
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è la struttura che vale
sale
imprime ritmo a fonemi casuali
unisce insieme sintagmi marziali
produce ossimori rari
musica
al verso sciolto
libero
impiglio d’orchestrali
strali
precipita alternata
baciata
rima stringata
mente il verso
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Un tempo credevo
che sulla faccia
della terra ci fossero
tanti imbecilli
ma sbagliavo...
a sentir le favole
che ci racconta
oggi la politica,
e veder il
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Sono l'illogico pensiero
armeggione intrigante
riverbero di mente nascostamente limitata.
Esondo verità solo mie
elargisco meschinità
inanellando insanie che qual grandine
ricopre logica inducendo al vassallaggio.
Mi ritengo
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come un tronco d'albero
arenato sulla battigia
d'una sperduta penisola pedonale
-tutto mi passa intorno
tutti al mio capezzale-
così mi sento in queste giornate
in questo feretro portato a spalle
-abbiamo sparso sale per tutto
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"I wanna go to the sky"
mannoh, disse lui "è meglio mediaset!"
"no, non hai capito"-ribatto io-...
"parlo di questa meravigliosa
tavolozza celeste che colora l'anime"
e lui
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 | "Caro dottor che al mio dolor sorridi,
ti voglio proprio dir ch'or m'hai stufato!
Io ti confido tutti i miei tormenti
e d'ogni dì che passa i maggior stenti
tu nul commenti e guardi inebetito!
Mi mandi in bestia sai; ti
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Custodisco,
nella luce annichilisco
d'una bugia tremula
che di luce fioca
appena rischiara il desco,
le ore scivolate nella misera
condizione
di schiavitù ordita
bypassata
da un ridicolo stato
disorganizzato.
Salvo il reame
di stampo
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1907 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1111 al n° 1140.
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