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Le 1906 poesie in esclusiva dell'argomento "Satira"
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E batte il tempo a tempo le sue ore
sopra il quadrante e muta notte e giorno
e se ne impipa della gente intorno
o muore o vive non ne ha sentore.
Vago e tiranno avanza vessatore
sulla terra col cuore disadorno
e se ne frega andata e non
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Nell’aria c’è agli estremi un greve olezzo
che provoca sconcerti dannunziani
e ti trasforma in morbo i lati sani
per cui bioesalazione io lo battezzo.
Con ciò sia cosa che io non l’apprezzo
potendo ingraticciarlo con le mani
ma dato che purtroppo
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Te ne procuro una con le ali
che ti potrà senz’altro sollevare
coi suoi attributi sai fenomenali
capaci di saperti confortare
in questo cataclisma da gufare
con tutta l’insistenza delle mani
d’Abramo ricomposte sull’altare
dei sacrifici e dei
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Che nessun se la prenda a male
che oggi ho gran voglia di celiare
e di Lucilio poeta redivivo quel suo
calamo satirico in questa mia nuga
intendo usare: sì è un fatto vero
conclamato ma non ne son io
disperato se sol due o tre
del Sito
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Il virus non scende
dall’azzurro cielo
e ne dal Padre...
che tutto ha creato,
ma dell’eccesso
e di ogni zelo
del dio denar che
tutto ha rovesciato.
Vola spazzatura
da un mondo all’altro,
con il virus
alla luce che esporta
e quando arriva
al
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 | Se misero sarò potrò godere
del cappio sotto il ramo degli ammanchi
libidine per cuori sfatti stanchi
figliastri incatenati al tuo volere.
Se avido sarò saprò valere
in questa sfida nata in mezzo ai banchi
articoli sottratti ai saltimbanchi
nel
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| Passano, toccano, vivono
ridono, innocenti e pericolosi.
Ti salutano, sputacchiano
ti abbracciano e ti donano
nuovo DNA e antiche paure
o l’occasione per rinascere
ad abitudini consolidate
alla tua noia.
Ma allora parlami fratello
mutami
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A te che sei lontano mille miglia
dal cielo delle muse e mi delizi
vagliando dei miei versi trame e vizi
rinnovo l’attestato di famiglia.
A te che senza battere le ciglia
col cuore e con la mente impiegatizi
spedisci giù in cantina i tuoi
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Quando la finiremo
di mettere le ali trafugate
a questo cielo colmo di rovine
tra l’essere del tempo e lo sparire
costato mille volte al vecchio ardire
sui mari destinati ad inondare
il buon pastore e l’anima associati
nella vallata della
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Le mille maschere
dei " grandi e potenti "
son tutte spesso
dello stesso colore
e van tra la folla
sullo stesso carro
insieme a bambini
a festeggiar con amore,
Si veston
di arlecchino
e tutti in piazza
su carri colorati
e bambole gonfiate
e
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Tu mettimi sul palco a recitare
la mia canzone figlia del momento
senza quei gufi abili a sbuffare
soltanto e solamente un po’ di vento
svenduti e consumati nel forgiare
pertanto un fastiosissimo lamento.
E come dice il mago alla tempesta
"Non
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Il FESTIVAL
della canzone si sveglia
e va in cerca
di Big e nuovi talenti,
li ricerca tra cielo,
terra e mare
pur d’imbandire il palco
di stelle lucenti e cadenti...
Va e bussa
a Artisti di oltre tomba
per riportarli
su quel palco tra flaish
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Volevo dare al tempo un mio minuto
per dare luce al sole con un poco
ma tu hai ridotto il tutto ad un saluto
e hai consumato in breve questo fuoco.
Volevo addizionare un cielo azzurro
raggranellando nubi e venti grevi
ma tu l’hai rigettato in un
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L’amore non si vende e non si spende
in questo mondo gravido sdrucito
beato del suo essere finito
nel sangue che versato in noi trascende.
L’amore ci sorprende e si difende
con la sua forza d’animo agguerrito
distrutto da quell’essere
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Strumento o non strumento suono e basta
e stono a più non posso in questo cielo
con la mia bocca aperta al divenire
sospeso tra una nota e il mai non detto
decisamente avverso alle tempeste
gemmate e rifiorite
col sale e con lo zucchero
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Coi passi contati non cogli il traguardo
ed anche se sfrutti due scarpe e un rifiuto
incroci nel buio la noia e lo sguardo
abbraccia la luna che vanta il dovuto.
Contento e ben fiero di vincere il niente
su questo sentiero griffato di
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E quest’anno a doppio venti
sarà quello dei portenti
se tu amico lo consenti
nel dar fede ai giuramenti.
Doppio venti al tuo servizio
per legare un altro sfizio
questo tempo surrettizio
tra pensione e vitalizio.
Venti e venti un caldo
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E se ne va in silenzio.
Entrato presuntuoso e commediante
non ha saputo dare il mai promesso
e fiero del suo nulla da mercato
ha offerto fuoco e fiamme al tempo andato
con quel dannarsi tragico apparente.
Mischiando capre e tori
ha messo il suo
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Un anno giallo ocra e blu cobalto
serenamente acceso all’imbrunire
di una stagione adatta al suo finire
col nuovo divenire e il vecchio smalto
di un’esistenza dedita all’assalto
dei raggi del suo sole da addolcire
coi giorni sempre pronti a
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Natale con il bue e l’asinello
povere bestie vecchie da macello
con le patate al forno e con l’agnello
e il capitone augusto serpentello.
Natale con Giuseppe il falegname
principe senza coda né reame
perfetto sconosciuto del certame
costretto
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I quattro cavalieri dell’ardore
eroi di lacca e penne dell’untume
son lesti a cancellarti si presume
appena gira l’elica il rotore.
I quattro cavalieri con l’umore
si adombrano e confessano al gran nume
di avere nella testa il sordo acume
che
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Non so come appianare il tuo destino
il salto che rimane
tra il fosso ben profondo che ti resta
e il sole che riscalda cuore e testa
facendoti toccare un cielo blu
con queste mani che non senti più.
Non so cosa nascondi nelle vene
nel sangue
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 | No le conocía
cuando lo encontró de frente
en aquella calle donde le juró lo eterno
ni siquiera le gustaron sus ojos de tenorio
que emboban a las muñequitas...
.
- Mademoiselle; je m’appelle Frivolous –
.
Dos vueltas, izquierda, derecha
y cuando
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 | Sciuga Venezia
le tue lagrime millenarie
con l’acqua sei nata
con l’acqua morirai
i pali che ti sorreggono
marci ormai
sprofondano giorno dopo giorno
oh San Marco
io sono un miscredente
non accetti più preghiere
bagnata inesorabilmente
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Vitruvio Pollione
giovane liceale
soleva architettare
di notte sul portale.
Alunno di frontiera
ad Itri lui nasceva
ma senza documenti
non c’era chi sapeva.
Capace di sognare
cantò l’architettura
col fritto misto in campo
e la sua testa
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Mi dice lo scienziato cose strane:
– che il tempo non ha sempre stesso passo;
che al mare lenta va la gente a spasso
mentre che al monte fremono gincane.
– Per l’uno si fa lunga la giornata
e tempo pure a sera può avanzare;
l’altro non riesce
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Io non ho paura!
La mia è fifa vera
da far tremar le gambe
e forse è altro ancora
appena che la vita
si mette a bivaccare
sul tenebroso altare
di quel mistero acuto
un po’ bitorzoluto.
Io non ho paura!
Se tremo è solo finta
cambiando a volte
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A tema o non a tema
io scriverò un poema
quando l’infame Achille
s’adira e fa scintille
o come il prode Orlando
che Astolfo va cercando
mentre la bianca luna
le menti perse aduna.
A tema o non a tema
le stendo col sistema
senza la
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La pelle deturpata ed in degrado
eri regina e ti ritrovi schiava
mentre ti affidi a un alto ignorantado
armata di protervia e folle clava.
Chi sa se si perpetua l’eldorado
che vanta le carezze e ignudo sbava?
E intanto sverni a letto per
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Se mi adatto a incaprettare il mio mondo sulla panca
scovo il cielo che si affanna con le corde di un violino
col suo essere un incanto tra le mani di un bambino
e rammento a cani e porci che gli assegni sono in banca.
E per questo ti dichiaro il
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Han svuotato
con arte case e banche
per portar via
oro e cassaforte,
son sparite le bandiere
rosse e bianche
ed è finito il controllo
anche alle porte.
Han spaventato
città,paesi e terra
per costruir
castelli senza occhiali,
ignorando
il
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1906 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 301 al n° 330.
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