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♦ Graziano Ferrero | |
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Le 7982 poesie in esclusiva dell'argomento "Sociale"
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 | Bestia!
quale altro nome,
quasi un complimento,
ché nessuna bestia mai farebbe
ciò che tu fai!
Da quanto la picchi?
Da quanto la umili?
Ti senti così forte
quando lei soffre?
Godi così tanto
quando piange e ti
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 | Da tempo non ho più una sveglia
ad uccidere trame di sogni;
così scopro albe svezzate,
già piene di mondo e caffè.
Un tempo aprivo i cancelli
ai lenti congedi di nebbie;
guardiano di pigri risvegli,
spegnevo lampioni e
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| Comporta dentro l'interiore
tantissimo dispiacere dolore
commozione e lagrime
la morte del proprio cane,
esso per affetto in ragguagliato sentimento,
appartiene in quel di cuore come un amato figlio.
La sua ode scodinzolante
per gioiosa sociale
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 | Eppure ti lascio un fiore
santuario nella crudele mano
in quel passaggio violento
che ha fatto rumore
barattato il fiato
deformato, esasperato
ingenuo a correre
per cancellare una sudicia impronta
Avvinto il tuo piacere
vergognoso,
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 | Lingue ansimanti
sputano veleno
sull'orgia della guerra
dove
occhi maligni
scrutano il fondo
dell'idiozia
nell'impurità dell'odio
e nell'amaro senso di vendetta.
Le menti nere del potere
s'affannano a leggere proclami
e
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| Presuntuoso chi si vanta di vane glorie,
esperienze sottili di chi esperienza
non ne ha poi tanta.
Sciocco gonfia il petto in segno di vittoria,
dopo aver consumato la serata in baldoria,
esagerare è un vizio consentito
che non va mai spinto
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 | In questi tempi bui
ci aggrappiamo tutti
al filo sottile della ragnatela.
Attenti a non cadere nello sforare
dal misero stipendio.
Nemmeno sappiamo in quale precipizio
o burrone precipiteremo.
Siamo caduti senza opporci
nella trappola Europea
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Un destino travolto
un dolore che cresce
filtrano
da una superba maschera
accartocciata dalla sconfitta
inflitta da una parola giusta
Cade
l'onore
d'un uomo frustrato
che brucia all'oltraggio
al suo nobile retaggio
e pur inerme
in sua
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Il mio silenzio
scalfito da vane chimere
Rotto, il suo,
da assordanti boati
Sottile vizio il mio vivere,
beffa del suo
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| Anna62 |
19/11/2012 19:31 | 1667 |
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Smaniosi spiriti popolano neri orizzonti
gravando su inique bilance
rei solo di obsoleta fiducia
zoppicano con lacunosa energia, in loro mai trasfusa
Funesto il destino, essere
figli di utopistici visionari
incapaci di costruire
trovatori, nel
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 | Vergine e nuda
quell’ombra negli occhi
sacrificio fertile di un idea impazzita
scheggia di mondo capovolto
E’ lama di luce l’aquila solitaria
che d’ali e stelle, Zeus rivestì
rapace ricerca che feconda il tempo
plana libera su vette
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| *
...odora
di stelle la notte
Sotto i lampioni c’ è il sole
Riempiono l’ aria del suolo
note di fragili errori
*
Passi inquieti, sensuali, vagano persi nei viali
Troppi errori negl’ occhi, brezze d’ amori nel cuore
Viaggiano polvere d’
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Ci diagnostican malattie
ch' invece non abbiamo
instradandoci per le vie
che seguir non vogliamo
ci convincon che fan del bene
per risolver le questioni
ma ne abbiam le tasche piene
e ci sian rotti i cortisoni
ci forniscon il lor aiuto
preziosi
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Due cravatte
vissero nel mondo infranto
come fosse un cappio al collo
perché la gente non chiude gli occhi
anzi, li apre ancor più
e giudica amaramente.
E negare l’evidenza
non possono far altro
quanto bella sarebbe
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Al centro del salotto
c'è una marionetta
truccata e costretta
dentro un ruolo
ritagliato dal potere che le dà vita.
Colpire, non informare.
Questo è l'obbiettivo,
creare uno spettacolo
il più possibile
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Non bastano gli anni
non bastano i secoli
le ingiustizie divampano,
bilance pendenti
impietose irrefrenabili,
come sabbia d’una clessidra
van giù e crescono
sempre di più.
Le verità ormai
non son più
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 | Ricordo ancora ogni parola
che all'improvviso sboccia sulle labbra
e scioglie i nodi al cuore,
semi vecchi di decenni
serrati e intrisi del mio pianto
sì lontano l'eco di quel canto
eppure è qui
nel seno stanco
deluso e irato con
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 | Fantasmi neri
s’aggirano anonimi
da cima a fondo coperti
lasciano vagare solo lo sguardo.
Nascosto sotto la lunga veste
il fiore della femminilità
il cuore continua a pulsare
e l’anima graffiata a vibrare.
Nel velo
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| Non un fruscio,
non un sussurro,
neppure il ronzar di mosca
quando lesse il verdetto.
Vista la legge,
calcolati i danni
sentenziò:
in galera per vent’anni.
Quanto si sentì perso
il condannato,
cascò a terra
come un leone domato.
Aveva
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Passi assecondati dal vento di questa via di città,
passi distratti nell’asfalto di questo grigio cielo.
Due occhi tra queste vetrine squallide,
due occhi sulla punta dei piedi.
E dopo, un attimo,
occhi in occhi
di chi,
di fronte a te
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Dell'onda
solo lo sciacquio
ci dondola
all'arenile
fra giocoso vociare.
E più vicino
il cuor non ode
l'echeggiar disperato
del grido di morte strozzato
di chi, di questo mare,
ha assaporato la libertà
prima di un ultimo sorso
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Giullari,
dai sonagli silenziosi,
camminano per la via,
imprecando
contro il nulla.
Parole muoiono
in un istante,
in una bocca
dal ghigno sgangherato,
impastata da disagi.
Una bottiglia e follia
la loro compagnia,
circondati da una folla
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Bisognerebbe guardare oltre
oltre atavici dogmi
in una società attuale
non più ancestrale,
in un mondo diverso
perché tu sei diverso.
Bisognerebbe cambiare,
l'anima rinnovare,
nel vivere
nel pensare,
per un mondo
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Nell'angolo d'una stanza
rimane un lottatore
dal volto stanco,
ad attendere il suo pasto,
occhi velati viaggiano
ad una vita dal vecchio sfarzo.
Schiena ricurva,
alle corde,
sotto i colpi degl'eventi avversi,
ciechi malfattori
a privarlo di
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Odio, fame e guerra
imperano sulla terra,
la lupara mafiosa...
spara sulla gente bisognosa.
Furto di legalità,
in tutte le città
si vive senza equità.
Ndrangheta, mafia e camorra
sono la nostra zavorra,
dove l’uomo onesto poco conta
e il
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Nasi rossi, un bidone dove la legna delle cassette crepita
odore di gomme che affoga
come il pensiero di una vita normale,
nel vino si perde e nasi paonazzi
clowns senza tendone
nessun copione
una cicca che gira
volute di fumo
ci si
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 | Galoppa e corre veloce
il suo destriero
come il vento che piega l'erba
così calpesta la nuda e umida terra
E' il grande e odiato nemico
che duro lo affronta
strappandogli ferite e medaglioni d'orgoglio
dal suo fiero collo
Aspra e
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| Pensi ancora tu
che a livellare le vite
basti la morte?
Infelici vite, sorti sporche,
esistenze beate e sante,
condotte in tuguri miseri,
bestemmie del signore
che mostra le sue ire
a chi ha le mani sporche.
Il dolore eguaglia gli
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Non saprei dire da quando,
probabilmente
da quando sono nato.
Vago intorno al mondo
come un'asteroide
fuori dal cerchio.
Fuoco diverso dal consueto.
Anima incolore
o intensamente profonda.
Livida immagine
di una sponda
che non trova il suo
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 | Inaridita,
nei lancinanti riverberi,
un idea s'adombra
tra degradazione e follia...
s'incarna il respiro
nei tratti oscuri
di misteriosi destini
macerati dal tempo,
raggelati da solitudini
che come lame sottili
tagliano le
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Piatto l'orizzonte,
detrimento di generazioni
nel presente
fatto di contorsioni.
Sfumature nel nostro Cielo,
le vediamo
dietro l'oscuro velo.
Ancor deboli
i segnali
di futur tempesta.
Gli ultimi sgoccioli
della Festa.
Spicca come un
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7982 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 3931 al n° 3960.
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