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Le 5789 poesie in esclusiva dell'argomento "Spirituali"
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Guardo i giorni passare
li vedo simili
alle oche nello stagno,
si lasciano andare leggeri
su di un precario
tappeto inesistente.
Mi aggrappo
alle luci del cielo
che sono più precarie
e costruisco castelli
che scendono
appena giro lo
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In volo,
a ripercorrere
vite passate
d'amore appagate
sogni disperati
mai realizzati
Segreti celati
ora svelati
quando gente lontano
mi porta per mano
in terre sconosciute
a ritrovar memorie perdute
E meno mi commuove
ciò che nel
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O Grande Popolo Sannita
che oramai non sei più in vita
delle tue opere illustri
noi saremo memori nei lustri
E nei nostri cuori ancora siete
voi che foste la nostra speme
Voi conquistati dai romani
con la nefandezza nelle mani
Al
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Dispettoso sguardo
non posarti altrove
fissa
Un solo punto
un unico nodo, stretto
Rinuncio al sentimento
-mi confonde-
voglio potentemente
con ciò che di divino
non mi appartiene
-ma canta in me-
che tutta la mia
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Amo chi attraversa
e la traversata continui
anche se cada o si ferisca.
Amo chi si fa ponte e non meta,
tragitto e non traguardo.
Guado non soggetto a pedaggio.
Grato sarò a chi si fa
passaggio e non porto,
e non osi ergersi a
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Sulla cima di quell’incrollabile scoglio
in cui batte l’eterna marea
troneggi nitida in alto,
inviti all’antica preghiera.
Il mare con fremito alterno
s’infrange sulla bella scogliera
il vento, sussurra una nuova e dolce preghiera:
“del popolo sei
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Nel prato oltre il ruscello
là si eleva il pensiero
come un giglio di campo
come una rosa di bosco.
Seduto e distaccato
dall'orribile tonfo
di una città che non tace
di una città che fa dell'uomo
un numero da
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Tu campana
la comunità ridesti,
distogli frenesie folli,
riporti l'anima alle origini:
nasce un bimbo nella mangiatoia
anche per noi.
Cresce l'aria di festa
nell'accogliente dimora,
oltre all'usuale rito pagano
un clima diverso
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Nel novero degli anni che ci è dato
di vivere ora appare,
imprevista di solito, una cifra
per ognuno diversa, che segnala –
al concetto di alcuni – quell’inizio
della stagione saggia,
e ch’altri invece intende come termine
del proficuo
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Le mani ho fatto culla
di desideri
e suona una canzone
fra il petto e la gola
Essa ha un ritornello
che recita
una preghiera
mentre la sera attornia
le lacrime splendenti della notte
Vorrei vorrei
come un eco al mio
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Bastassero le lacrime dell'angelo
a lavare le tante miserie umane
da quando l'Eden s'è perduto!
Sta sulla colonna affrescato
con l'ali e l'oro sulla veste
le palme a coprire lo sguardo.
Di fronte prega un compagno
le mani giunte sul
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Non cercarmi nel natale degli uomini
nei vizi incartati bene
nello spreco di un giorno
nelle renne che mai hanno volato
nei pregiudizi incanalati da ignoranti
nei libri senza anima
cercami nella tua pelle
nelle tue azioni
nel dolore
nella gioia
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 | Forse...
Inutile cercare
nei negozi degli uomini
resteranno chiacchiere di marmo
qualche immagine.
Troppo poco.
Forse...
Capita per
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Hai sepolto la beltà
l'intelletto assopito
la materia hai semidistrutto
sottomesso la forza
la gioia hai esiliato
I
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Se si diventa piccoli, passare
attraverso la cruna, qualche volta,
di quell’ago risulta naturale,
realizzando così l’ambita svolta.
Quel cammello dovette ben spogliarsi
di tutto il pelo, delle sue alterigie,
per addentrarsi, per intrufolarsi
nel
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In bilico tra libertà e galera
chi custodisce la mia vita vera?
Aspetterò la notte per avere una risposta
la mattina mi troverai passeggiare lungo la costa
La strada per tornare a casa è interminabile
la mia mente si riempie di
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 | A un passo dalla luna
guardiamo il cielo
sudare stelle
nella Notte Santa
e viviamo il mistero
d'una grotta felice
dove spunta la vita
del dono che salva.
Stringe un nodo
la gola
che in un canto di gioia
si leva
e di lacrime
un rivolo
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 | " Una volta ancora "
mi bisbiglia tra i capelli il vento ballerino
che piega l'erba vecchia
" una volta ancora "
m'occhieggia il sole dicembrino tra le fronde
mentre ascolto, al sottobosco
l'agrifoglio
che odora di
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 | Per sfuggire l'oblio
ho vegliato le stelle
tra le spire delle nuvole.
Sulle riviere dei mattini
fra sonnolenti fiori ho
esplorato i solchi dei
pianeti.
Nell'estrema quiete
di un'opaca vita mi
immaginai farfalla
adorata da un
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 | La curva dell’oblio
per non ricordar quel cuore
pieno d’orgoglio, messo in mano
al “Padre” contrito e umiliato
per il bisogno.
Speranzoso di
chiudere con quel grigio
del passato, lodevole quel
cuore di carne che “Dio”
mi ha
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Vestirò di purpuree corolle
i vostri simulacri d’amore
e decorerò i muri della mia prigione
con i colori accesi della libertà.
Può esser gabbia anche l’aria
per queste ali che hanno scoperto
la leggerezza di volare
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Dolce l’Avvento
torna a calmierare
quel senso di dolore
e incomprensione …
E lascia al divino
quella volontà
d’essere uniti, vicini,
e pure con sguardi
volti alla notte silente
di solitari viandanti.
Nasce un bimbo,
e il suo
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E, ancor prima che Tu nascessi
già eri
scrivevi
la grande storia dell'universo
modellavi
il globo intero
scolpivi
l'umana esistenza
infondevi
vita esistenziale.
Tu
grande, sublime, infinito
artista
immenso, eterno,
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se i panni nello svestir s'attarda
nel rilevar del plauso è il perché
come matura il legno dal quadro
il dipinto tremulo alla vita fiorisce
gli anni muovon flebili tutte le cose
il tempo chino ne raffina le ombre
bislacca
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Non ho mai fissato
l'ombra della mente
sul fuoco della delusione, la Tua
ma ora, mentre la Luna discende
sull'avido confine fra la notte
e il giorno
sento fioccare aghi gelidi
di sofferenza inesprimibile
che bruciano,
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Immacolata,
tra il pianto dei ricchi,
che ti ha vestito a festa di lino
e ti ha baciato
di avarizia ruvida
tra la seta...
e com'è limpido
il grido dei poveri
che accarezza il tuo viso,
tra piume cadenti
di angeli stanchi,
nel
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Un minuto
tolto dalle lacrime di nostro signore
...ne ho salutato il suo tempo
ne ho stampato un foglio di carta...
ne ho fatto buona cosa...
un secondo arruginito
sul ferro marcito
che mangia l'anima
umido che cresce
e come acqua
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Ho perduto tutte le cose
che ho rubato al mondo!
Il tempo,
passando,
ne ha cancellato anche il ricordo;
mi ha lasciato soltanto
l'amaro sapore
della delusione e del rimorso.
Quanto dolore,
quanta nostalgia,
quanto vuoto attorno a
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 | Guardandoti,
mi accorgo di quanto bello
sia il tuo volto signore,
illuminato da una luce tenue
che pare quasi,
dar vita a quei tuoi occhi,
occhi di dolore per i nostri peccati.
Il mio capo è rivolto a te,
il mio cuore ti implora...
ti
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Improvvisi bagliori
nel silenzio dell’anima . .
come i fari nella notte
guidano le navi fra le onde,
così giungono a me,
richiamo fedele,
nel veleggiare della vita
fra mareggiate e placide risacche.
E so chi sono,
e quanto ancora non
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Dell’animo umano cui conosci i misteri
con dolci respiri ne sveli i segreti,
visiti e proteggi con uguale misura
chiese, conventi e Madre Natura;
ti getti sul mondo seminando l’amore
inebri la mente di un lieve vapore
alito fecondo che entri nel
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5789 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 3811 al n° 3840.
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