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Le 2905 poesie in esclusiva dell'argomento "Uomini"
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 | Ti rividi un dì con i monelli
in quei soliti gesti snelli
giocar in mezzo al prato
rosso in viso e trafelato
ti vidi poi in quel successo
dimostravi fiero di esser te stesso
sotto quel velo di tenua vernice
eri contento o ancor più
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 | spesso ripercorreva
le radici del suo male
e l'odio s'imponeva
tra le note più alte
delle sue braccia ramificate
accarezzando cieli
- quale povertà -
sfiorava vagine letali
e fredde isole
d'acerbi genitali
dove affondava
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EnzoL |
03/02/2012 18:00 | 1870 |
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Il dubbio,
assurdo sembiante,
insinua certezze rarefatte.
Lui,
mieloso burattinaio,
imputridisce pensieri
lacera vesti intatte.
Il dubbio ama rivolgersi
ad astanti preparati
già predisposti
ai suoi andirivieni sull'anima
curve senza
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Guarderemo le viti
ed i loro germogli
o il loro pianto
quando saranno ferite
e da esse comprenderemo
quel grido che si leva
da una, cento, mille voci
e faremo leva
sul cuore della terra
per portare un pensiero
sulla tomba dove
dimenticata
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 | Io sono Giuda, colui che si negò al verbo
avendo in serbo,
solo un momento, per far parlar di se.
Ma ora, maldestro che sono
come ve lo spiego…
no, non lo nego il Maestro ho tradito,
ma certo, non per trenta vili denari
non credete a
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 | Eran quattro grandi amiconi,
all’apparir quattro beoni,
coll’unico scopo in questa vita ria,
di spassarsela ogni sera all’osteria
a bere e mangiare, poi giocare
ed ancor bere e fumare
fino a tarda ora,
fino al giunger dell’aurora.
Sempre in
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eppure aracnide
accorto al dettaglio
al taglio degli occhi ingegno
cupo all'interno
all'inverso bramoso
bramato quel pungiglione ricurvo
d'Orione sporgi, scorgi
oltre orizzonte mani all'insù
felice
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 | Nella tetra città del dolore
un silenzio rumoroso
echeggia nell'infinito
un silenzio grondante di sangue
che copre di rosso la terra del Mondo.
La memoria che vive di uomini
massacrati e divorati
sorge nel buio di una ricordo
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Neppure una scintilla era scampata
a quel martirio
catatonico lo sguardo
troppa fatica lo stupore
troppo tardi
spezzarne i catenacci arrugginiti
quel tremore
era quanto restava
di chi si trascinava ancora in piedi
la libertà
marciava
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 | All’occaso il demonio avvolge esacerbando l’addebito
mentre l’attore non regista sottomesso all’altrui spocchia
abbassa la vile scure a spezzare l’ultimo tremito
Il lercio floema degli atti compiuti volteggia attorno al glabro cranio
con pagine
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 | Appoggiati ad un bancone
soli se ne stanno
uomini con sguardo assente
s’un fondo vuoto di bicchiere
agognando un’esistenza
strappata ai margini del viale
Un goccio ancora
nell’eclissi d’un istante buio
dove affogare la fragilità
che
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non sei stanca delle mie
vene sudice?
Ignoro Amore
i tuoi occhi sotto sale
una chiave nella gola
...le squallide lenzuola
verrano i vermi
a prendermi
e tu d'organza
danzerai sulla mia tomba
maledirò il cielo
e quel tuo
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Attendere con ansia l’input
quel certo non so che
dadino capace di rotolarsi
ove miriadi di sensazioni
drasticamente evolvono
spogliandosi snaturandosi
raccontando se stesse
in apnea percependo
calore e falsità
particolare
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Pezzi d'odio
conficcati nel cuore,
cani in giacca e cravatta
bussano alla porta,
fiumi di fango
si riprendono il maltolto,
amministratori trasudan lussuria,
ad intervalli scolpiscon l'aria
in forme di promesse.
Gomme di misera cultura
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Fra capo e collo
giunge l’inatteso
depennando programmi
situazione d’emergenza
infuria nel globo
catapultando piani
come
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Non senti lo sciabordio?
Queste onde schiaffeggiano,
come carezze addormentano
ninnandoti.
Sale e pianto
miscelano cristalli spettrali
fasci di luce scompongono
arcobaleni
nelle iridi si tuffano
colorandoti l'anima
e il cuore
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Lui dice la sua verità
o forse ancor meglio
quella verità che tutti conoscono
ma di cui nessuno vuol parlare.
È scomoda la verità
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 | Sotto i ponti l'acqua scorre
limpida e cristallina come il mio cuore
lascia e fruscia ciottoli bianchi
scorre e vive...
la vita è simile al suo rivolo
la vita regala e toglie
senza nulla dire!
Una visione tranquilla
godo di quella
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| Sfumano nebulose
dietro vetri intrisi di stupore
labbra infantili adagiate verso
i sogni su cieli coperti di stelle.
Col naso in su
cercano la più brillante
contando tra i desideri
che qualcuna possa cadergli
tra le dita.
''Sono i loro
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| Voglio tuffarmi
in un mare pulito,
mi piace giocare
con le palle di neve
candida e pura.
I miei polmoni
rifiutano l’aria
piena di smog.
Desidero stringere
mani pulite
di uomini veri.
Vorrei baciare
labbra di donna
non unte di
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| virgola saffica
rappresa di strada
uccisa di silenzi
schiusi d'uomo
urlo di volti
folli di
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 | Ti saluto, padre;
ormai
separati sono i passi,
ma siamo sempre insieme
nel riverbero triste
degli spazi vuoti
ove non crescono che erbacce
illuminate dai lampioni.
Vorrei presentarti a lei,
il mio amore,
nel cui calore vivo
riconosco le tue
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Ci hai provato
a morire
disperato uomo,
sul muro
alla fine del viale,
ma non era la tua giornata.
Ci hai provato,
senza remore,
sventurato amante,
quando a 200 all'ora
schiantavi
sul quel muro
l'angoscia incredula
del tuo cuore
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Distratti come fossimo vetro
fantasmi d’inquietudini passate
occhi di gelo
distanti
Coriandoli di carne s’aggirano nel buio
accecati di polvere
non vedono
Fili spinati che sorridono
degli esanimi corpi
nell’indifferenza mascherata
si
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 | E mentre un alito di vento
t’accarezza il volto
in questa fredda notte
è la luna a scintillare
aprendo l’uscio ai pensieri
scivolano silenti
nel buio
nascondendo le fragilità d’un uomo
e come un fiume sul letto di
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Inganno è l’aria che mi respiri
distratto
dove cammini
righe di rimmel cadono
inesorabili
come benzina, a imbrattar la strada.
Ehi man
guarda la mia vita passare
solleva i tuoi falò
per dimenticare
i randagi
non
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 | Pensiero singolar
l’astro tuo nascente,
controcorrente canto
d’italica coscienza anni di piombo.
Voce graffiante e fiera,
intessuta d’amara sottigliezza
tra note d’estro e d’ironia
incensurata di parvente ideologia.
Pura libertà o
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La figlia del Soldato
la speranza getta
da un mondo condannato
un ritorno aspetta.
Aspetta del padre
il ritorno che teme
le rimane la madre
che prega il suo bene.
Lei prega di rivedere
il marito tornare
lei prega di potere
il Soldato
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 | Quattro angoli di strade: frammenti
i nostri anni
Nel fuoco riduci il superfluo
dal metallo forgia una spada
affila
affina l’integrità
Moto costante è la terra
ci accresce e ci diminuisce
modellando
a piacimento
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Dove la parola
soffia leggera
in turbolento vento,
ogni stagione
ha il profumo della libertà.
Attraversare
altrettanto leggeri
i turbamenti del tempo
e segnarne nascosti
la parte vitale
è prezioso cesello
di se stessi
e di
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Non mi sono proposto
per queste notti granitiche.
-sobbalzi e previsioni persino eccitanti
Sono inoltre sempre io: il costante
delitto e il
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2905 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 1861 al n° 1890.
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