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Le 2911 poesie in esclusiva dell'argomento "Uomini"
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ancora unita non era
e già sventolava il tricolore
che egli innalzava
avanti ai suoi piccoli eroi,
fiducioso delle sue battaglie,
per un fine assai voluto,
da chi per esso si sentiva italiano,
contro chi ne balbettava
gicanteggiando
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baci e abbracci
oppure il surrogato
nocciola e cioccolato
insieme si fa poco
lavoro a tempo pieno
e quando torni stanco
seduto sul divano
il tempo sembra strano
passa lentamente
le ore sono tante
non si fa mai niente
telecomando in mano
lo
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Chino è il suo capo
come curva è la sua schiena,
sole
è il suo calvario
dietro il ciuco e le sue bisacce.
Sale
a quel cocuzzolo con le sue case
calcinate nel crepuscolo
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Ieri
patriarca
sperduto nella laconicità
calli alle mani
di una giornata lavorando
di una famiglia dominando
una moglie che ami
definitivamente
o non hai mai amato
ma abiti
comunque
una casa per sempre
Oggi
il mercato dei
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L'accattone al semaforo ha orari precisi
stakanovista dell'antica professione
con la figura dimessa e gli abiti calcolati.
Lo vedi muoversi su e giù fra le vetture
fa cenni di mano come per saluti
rapido a prendere la moneta lieve
svelto
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Accarezzi questa solitudine
e nella consapevolezza d'esser
cerchi il suono di una campana
ed il fumo di un camino.
Sono lontani ormai
i tempi della legna
che scoppiettando
bruciava allegra.
Solo il ricordo resta
del libeccio a raffica
or ti
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 | Ancor si odono
le grida di coloro che
- recalcitranti -
un cappio uccide.
Cuore ribelle dinanzi
ad aliti che muoiono
di morte lenta.
Non monello da strapazzo,
né uomo nudo di sentimenti...
loquace quanto basta
a cantar gli
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 | distratto getto in terra
dell'ozio il seme
prolungamento dei desideri
che fluttuano sospesi
a ridosso delle attese
del genio freddi i lampi
annichiliscono le speranze
di un continuo sfogo informe
arrangiato pensoso
nei gestuali inutili
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Nel processo
di annullamento
di se stessi.
Il loro spirito
privo di vigore e coerenza
si abbandona all'oppressione
della decadenza.
Senza più identità.
Svuotati della percezione
del loro impegno
civico e
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 | E' scuro lo sfondo
del palcoscenico...
Un pianoforte si accorda
su parole rivestite
di dolcezza e rabbia.
Perso in un oceano
solcato da ostinata utopia,
lo sguardo si ammansisce
dinanzi a tutto ciò
che è amore...
Il tempo si
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| Tormento raggrinzito
in un volto limpido
smorfia esile
in quaresima di sorrisi
una parola salva
dall'insano tocco di scolorate mani
...il resto solitudine
muta ed orfana di carezze.
Inerte è la ruga del silenzio
in cui gravano
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| Lascialo questo sole
se copre tutto il tuo mare
e non ti fa ascoltare
la dolcezza di un morso di sogno
che sazia senza gonfiare
Copri con la tua resistenza
questo sentiero fino a farlo scomparire
se ti porta vicino alle carezze
che graffiano il
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| uccelli volanti di ferro,
che buttan giù
sassi di morte
là dove non vi arriva trasparenti
la mente sana,
di perfidi uomini,
vi arriva un bagliore,
che sfiora l'anima dei perdenti,
e quando il tonfo
sulla terra batte e
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 | La notte ha inghiottito la luna
la notte sparisce nella nebbia
il Tamigi mormora il suo lamento
dietro un angolo buio
stallattiti di ghiaccio nella testa.
Il sangue seduce l'anima torbida
mentre vaga nelle tenebre schiacciate
imprigionate dalla
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| Incedono gli anni
instabile e distante li sorreggi
mentre tra le dita scivola la volontà.
Secca e vizza s'addormenta
nelle primavere ormai informi,
quella cute lasciata a metà
che come seta barcolla ai perché.
E di
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| non piangere
non aver paura,
non guardare è un attimo
poi finirà vedrai
non sentirai dolore,
lo abbiamo già sentito
quando si son scordati di noi,
mamma è buio non vedo niente
dove siamo tienimi la mano,
non
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 | Non c'era posto quella notte
che venisti al mondo
notte senza aurora
altalena sulla quale ti dondolavi
pezzo di legno umiliato dall'ibrido uomo
linfa che affiora come gocce di pianto
vuoto trofeo in mezzo
alle macerie umane.
Non
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Meschino il tuo sbirciare
ti nascondi e osservi
in silenzio.
La solitudine ti assale...
esci in cerca di compagnia
ma l'insicurezza
t'investe...
Ti senti appagato
il padrone del mondo
solo guardando.
Uomo solo!
Ho compassione per te
di nulla
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 | Mi sei cara
mi costi:
salto i fossi
per mantenerti.
Mi sei affezionata:
mi lecchi
mi graffi
mi sovrasti.
Si dice che
il pene
in piena
sia il pane
della pena.
Mah!
Tiro i remi
in barca
giro di bolina
ti sgonfio:
e vado
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Soffermi lo sguardo
setacciando il paesaggio
estraneo
oltre la finestra.
In attesa ti rivolti
alla creazione di tempi andati.
Occhi accigliati
palpebre pesanti
battiti lenti.
Brividi
mentre si eclissa il sole
dietro la terra.
Tenue ora
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Sistemo il mio fiato
sul tuo corpo di solitudine
Per magia diventerà allegria
e poi cosa viva
Sentivo sempre
il tuo passo solitario
ma non riuscivo
mai ad ascoltarlo
per intero
Ora vedo i tuoi occhi
di bisogno e li soddisfo
con una
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La tomba
che mi regalasti
è vuota,
ritmo solitario
a smerigliar ossa
d'antenato.
Eppure sorrido,
attingo al cuore
di una rosa
incolore,
nella carne
ove il petalo si posa.
Apro
fosse comuni
per ricordarti.
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Sono Amor di padre,
fluttuante
fra vicinanza e sprono.
Ergo le barriere
ché tu non colga
lo scompigliar d'affanni
nelle stanze mezz'ordinate.
T'afferro forte e stringo:
tu non senta
la mano tremante.
Oh, luce mia!
Se mi vedessi
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Tra le cose della vita è
l'atavico retaggio,
divertire ed imparare,
scrivere ancore di cui
l'anima ha bisogno quando
corruga una smorfia di sorriso,
mascherando un cuore aperto
mentre fino all'addome
una lacrima cola tra le rughe
che il
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 | che poi chissà se la poesia possa servire a qualcosa
dopo quel mare di fango vero senza una ragione
chissà se seccandosi poi mi ha potuto imbrigliare
senza luce per la via di un eterno confuso annaspare
io non credo che nei versi
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 | Da quel tempo
sono ancora in coda...
gli ultimi, i madidi di dolore.
Chi batte il marciapiede
per professione
non vien cantato più
in poesia
non si senton più
note composte
sui pentagrammi dell'utopia.
Il fumo di una pipa
e
leggi

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| passano gli anni,
e man mano ti rifletti
nel passato,
di quando ancora ardire
avevi di quella
gioventù ormai lontana,
e quando vedi cerchi
di vecchiaia a gli occhi tuoi,
nella tua solitudine
ti senti mancar vita,
appoggiandoti ad
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Tristezza, malinconia... il vuoto,
quello che tu preziosamente
hai custodito
per poi donarlo a me.
L’assenza... l’abbandono, la solitudine,
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Dove il vento
raduna le parole
che mai sono dette
e dove la luna
semina i versi
che nessuno,
nessuno mai scrive,
là, nascono i poeti.
Fra le pieghe del cuore
loro, danno le radici
alle parole che andranno
a vivere in piazze lontane
e non
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Screziate nubi peregrine
in sottovesti turchesi di cielo
Spume di pianori su degradanti pendii
Ciottoli di sentieri rotolanti fragore
Frana infinitesimo nel vuoto
un mio accenno sussurrato di scuse
Bucaneve e crocus sui palmi
tu sorridi
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Praterie d'orchidee
hai con cura ricamato
nel selciato dei miei giorni
con il cristallo di un sentimento limpido
hai cosparso lucore di stelle
tra le ombre di vecchi stornelli
mentre rattenendo il respiro
spazzavi il cielo da nubi e
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2911 poesie pubblicate su questo argomento. In questa pagina dal n° 2281 al n° 2310.
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