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        | Non derider, oh plebaglia infame,la cruda Sorte che già mi ferì.
 Non ischernir, oh volgo di dame,
 il Sol che sopra il mio core perì.
 Ahi lasso!... Deridete, ischernite
 e me additate quando con far cieco
 ad un uom... ad un tristo cor dite
 - " Folle "- e - " Folle "- già ripete l'eco.
 Me misero!... In follie incomprese,
 oh volgo, cangiato m'hai la Musa;
 e col riso m'hai fatto palese
 che la tua umanità ognor ricusa.
 Assassino! Assassino furioso
 del sangue umano ch'ho nelle vene...
 del pianto ch'anch'io tengo copioso
 sotto l'onere di queste pene
 che dal principio affliggon il mondo
 dalla sua vetta al suo arcano fondo.
 Sì! In me s'accende e rugge l'Ira
 ch'istigata un dì remoto mi fu
 allorquando sotto mala spira
 la Speme d'Amor non mi crebbe più,
 e perì nel nulla d'una dama
 che giammai sa ch'anche il mio cor ama.
 E quest'Ira inesorabile va
 ad additar i miei uccisori
 che riconoscer da tempo ben sa
 al di là della mole di dolori.
 Ma sono un uomo... un uomo dico!
 E come tale vorrei tanto amar,
 e stringer in mano un core amico
 che i miei umani desii sappia appagar.
 Vorrei tanto che su questo volto...
 Oh Cielo! Qual volto!... Oh rimembranza!...
 Oh recordo! Nel pianto m'hai colto;
 e crudel mi mostri questa sembianza.
 Bella brunetta sul fior degl'anni,
 dal delizioso ciglio acquitrino
 che un dì portò sui dorati vanni
 il mio cor bramoso di Divino!
 Oh reve charmant et beau
 pour mon coeur au tombeau!...
 Oh cruelle et fatale destineè,
 Mon coeur est mortellement blesseè!...
 Oh reve d'un trèsor perdu...
 oh reve d'un perdu Paradis!...
 Ah! Qual dolcezza già si ridesta
 ne'palpiti adirati del mio cor...
 del mio cor che decorato a festa
 s'immerge nel rosso sangue d'Amor.
 Ah! Potesse almen colei che chiamo
 rispondere festosamente sì
 al mio invito che le dice- T'amo-
 dalla notte al fare roseo del dì.
 Ahi lasso! Tutto è un sogno tremendo
 che già muor nell'impossibilità.
 E in questo viver cotanto orrendo
 l'Ira riede, e la Speme se ne va.
 Piangere! Piangere! E' la mia vita.
 E come se non bastasse a ferir
 un core ch'è già presso al suo morir,
 ogni Speme già tace sopita.
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        | Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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