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♦ giovanni bianchi | |
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Non sono certo i pugni che consentono
d’abbattere quel muro, ma neppure
i vani sogni che poi t’addormentano
davanti a tante pietre fredde e dure.
Basta sentirsi a volte un poco lucido,
e trovare quel foro che mai manca,
per sgretolare dopo in modo placido
l’ostacolo, laddove altro uomo arranca. | 

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«Questa poesia prende spunto da una storiella araba. Tre soldati devono penetrare in una città difesa da un possente muro: l’occidentale, ebbro di alcool, lo prende a calci e pugni per abbatterlo, senza ovviamente riuscirci; il cinese, oppiomane, vi si addormenta davanti; e l’arabo, che fa uso di hascisc, si concentra e trova una fessura, agendo sulla quale riesce finalmente a entrare nella città.» |
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