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è nel silenzio
che mi cerca,
e nel silenzio mi trova.
Le appartiene l’ombra
solitudine d’oppio.
Rammenta archetipi in controluce, giorni in fila
in questa stagione che scampanella fiera.
Oltrepassando colline di sole, morbida
mi risolve a scivolarle in seno;
lupa, materna
mi culla, ove seme cede passo a frutto
allumando il bisogno caldo.
Domanda nulla, nell’attesa
allunga una mano al ventre, nutrendo il sogno.
Odora di lino e viscere. | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Siamo pervase dalla nostalgia per l’antica natura selvaggia.
Pochi sono gi antidoti autorizzati a questo struggimento. Ci hanno insegnato a vergognarci di un simile desiderio. Ci siamo lasciate crescere i capelli e li abbiamo usati per nascondere i sentimenti. Ma l’ombra della Donna Selvaggia ancora si appiatta dietro di noi, nei nostri giorni, nelle nostre notti. Ovunque e sempre, l’ombra che ci trotterella dietro va indubbiamente a quattro zampe.
Clarissa Pinkola Estès» |
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