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 | Notte che parli alle emozioni
dipingi scialbi i colori
e ti elevi alta ed austera
a oscurare chiare e limpide visioni.
Si perde il sogno disilluso
da un vociar troppo confuso,
troppa retorica albeggia sempre
e lascia intorno solo amarezza.
Vorrei vedere solo un po' di chiarore
in questi giorni confusi e morti,
vorrei vedere il bello salire in scena
senza trovare il sipario chiuso ogni sera.
Cosa pretendi poeta di strada
umile pensatore di spaccati di vita
che vedono il sociale non più in salita;
mi fai tenerezza e ti illudi all'apparenza.
Muta il tempo e non cambia mai la scena
impara a leggere fra le parole
di quel potere che alza le vele:
e fra l'essere e l'avere si paga sempre dazio.
Tu amico Cipputi
sei sempre la maschera di ogni Carnevale,
e gira rigira la prendi sempre dura
fra capo e collo la solita mazzata.
O notte scura parla di più all'anima
non umiliarla ancora oltre misura,
troppe sirene o pulone menano il dito
e nel solito cantuccio finirai, solo e svestito. | 
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