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Gesuino Curreli
Le 1281 poesie di Gesuino Curreli
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Ho al capezzale dell'umore andante
la musica a cui diedi i miei respiri,
giovane innamorato, nei ritiri
in cui mi raccoglievo trepidante.
Ora é l'aprile che non vuol sbocciare
di un anno assai diverso e sconosciuto,
ardente sul presente e
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Sono arrivate già le nuove lune
sui campi disadorni dell’inverno
e l’anima s’invola dall’ inferno
verso orizzonti calmi, sulle dune
che scaldano col fiato più fraterno.
Serve il sorriso di un’ alba radiosa,
una parola sola a chi
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Chi avrebbe detto mai di questo tempo!?
Eppure io sto qui dentro un giaciglio
tessuto di ricordi, un nascondiglio
dei palpiti nei quali tosto inciampo.
Mi sento di un’altr’era ma non posso
smentire quel che sono in fondo in fondo:
ingenuo e
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Amo dell’erba ogni minuta foglia
amo i vergini canti del mattino,
amo ogni piccolo fiore che germoglia,
il tintinnio di greggi resistenti
all’assalto dell’etere, al dominio
di ogni breve spazio nel mistero
del vivere inquieto, del vivere
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Nella sala le teste e l'ovatta
e il brusio che attende l'artista
sul proscenio é già chiara la pista
che si copre di luce dorata
sopra i drappi di nero velluto,
nero come il silenzio che avanza.
Le poltrone in discesa e la
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Stasera non lo trovo, e non so dove
cercare un altro brano a cui mi appigli
perché non mi trapassino i vermigli
aculei del ricordo di un “altrove”.
Anima, io t' invoco e tu lo sai,
ti seguo ma non m' indichi il cammino,
mi strattoni e
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Al passo di Gardel, anima stanca,
trascina il cencio del ricordo e vola,
la primavera é qui che ti consola,
sfuggita al freddo antico e, bianca,
vergine, si presenta in casa mia.
Sono smarrito e nella nostalgia
mangio ricordi mai precisi
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Quella luce mi penetra e mi manca,
ma non lo dico a te che non mi senti,
è cosa che fa limpidi e lucenti
gli albori dopo una nottata bianca.
La luce... e già la sera mi respira
perché divide il fiato del mio umore
così
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la pentola borbotta sul fornello,
e io che di cucina non mi intendo,
misto alla solitudine, riprendo
come un senso di noia e di fardello.
La radio parla, parla, e non comprendo
se non il vecchio brano che rinnova
un’emozione vivida a riprova
che
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Ma si! Com' é noiosa questa sera,
è come le altre sere, senza un volto,
un'anima che chiama e non ascolto
nei soffi della pigra primavera.
Ma quanto è triste e cupa questa sera!
Eppure il cielo ha squarci luminosi
di seta
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Ritrovo la poesia dove rideva
il gallo fra le canne strette in fila,
e sopra gli orti il sole risplendeva
come speranza nuova ogni mattina.
Dove la serenata diffondeva
una ruvida nota, e la cantina
ribolliva di umori a cantilena
per i notturni
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Si approssima, bagnata, un’altra sera,
taciuti ormai gli spari sotto chiesa,
e le campane intonano l’ascesa
dei quarti d'ora con la voce austera.
E non smette la pioggia benedetta
che riderà nei campi a primavera
si attenua anche il
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Porgerò le mani ai ceppi ardenti
nel giorno senza sole che rinnega
l’ingresso alla rinata primavera,
orfana dei colori più ridenti.
Qui, starò vicino a questa fiamma
come se l’inverno fosse ancora
abbarbicato all’ umida
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Chi mi dirà del canto mai banale
del passero sul bordo del giardino,
ora che suona stridulo il cammino
e chiude alla speranza ogni segnale?
Il sibilo del nulla non dà tregua
dentro il silenzio che non ha canzoni,
bevo note di un
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Siamo frantumi d’universo
prestati al corpo un giorno,
una comparsa breve (e poi il ritorno),
sul pianeta riscaldato dal sole
e bagnato dal pianto della luna.
Né mai sapremo dove
ritorneremo, e come,
al cerchio che ci muove
nell’eterno
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Saprò nei venti gelidi a ridosso
della ritardataria primavera
levare il canto mio dal buio fosso
che chiude alle stagioni ogni chimera.
Saprò...saprò?
Non ho certezze, è meglio che confessi
la mia gracilità
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Anime in versi Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere
Pagine: 132 - € 10,00 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061
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Foto di gruppo con poesia Autori Vari
Un ritratto degli autori del sito attraverso le loro poesie
Pagine: 200 - € 14,00 Anno: 2009 - ISBN: 978-88-6096-494-6
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Addio Alda Autori Vari
Poesie per Alda Merini
Pagine: 92 - Anno: 2010
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Gesuino Curreli.
Lasciami un’ ombra almeno
perché possa coprirla di carezze
nel subbuglio che resta
di amare prospettive e di incertezze.
Un’ombra dove senta il tuo respiro
e io continui il senso del mio canto
rivolto al tempo candido d’incanto
che fu un
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I miei silenzi sono la parola
di questo tempo che non dà respiro
e sgretola il conforto della fola.
Per questo nei silenzi mi ritiro...
La terra ci reclama più attenzioni
e plana il volo che ci vide uccelli
negli spazi di sogni e di
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Smarrirsi nell'inverno che si attende
e ritrovarsi incerto del domani,
pensare a un tempo mite e ai sogni vani
caduti dentro il gorgo a cui propende
il misterioso senso degli umani.
Smarrirsi e risvegliarsi corpo e mente,
scintilla di un disegno
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Credo non basterà neppure il pianto,
o l’urlo trattenuto per pudore,
non basterà lo strazio dentro il cuore
per dare pace ad un pensiero infranto.
Allora rimarrà la trascendenza,
l’inchino all’ impossibile irrisolto,
l’idea
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Solamente un brusio cedimi, o sera,
ho le mie voglie stanche di aspettare,
enerva e fai più morbida l’attesa
che pure non riesco a dominare.
Un soffio ed un rumore in lontananza
come quando chiudevo gli occhi al sole
steso sull’arenile
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Il silenzio perdura
nel mattino che ha l’uggia dell’inverno
eppure sento il giorno
che ha in vena il rinnovo di natura.
Sento il fischio del nulla
che mi sibila in testa e mi frastorna,
e dentro l’ ora brulla
spero che torni in vita
la fervida
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e se sarà il deserto,
procederò tentoni, con timore,
ma non farò mistero di mestizia,
né dissimulerò la mia pochezza
davanti all’onda immensa della duna.
Lontano, l’orizzonte già incolore
sarà l’
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E il vento porterà le larghe ali
verso le vette sopra i vizi umani
da dove scorgerai anche il domani,
i trascorsi lamenti e i nuovi mali.
Vola sul pianto del mondo indeciso
tra il profano ed il sacro ultimo fine,
dicci che cosa scorgi nel
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Torno all’ amico “fado” questa sera
e vesto l’anima di bianco
come la rua che cade verso il mare.
E’ un amore lontano che fermenta
spore di solitudine ed amare
per un palpito in più quando reclama
il ricordo di un’epoca già
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Un giorno, infine, romperò quel suono
delle nebbie frapposte a fare scudo
fra me e il pensiero limpido, se, ignudo,
chiederò, genuflesso, il suo perdono.
E lui mi svelerà se del travaglio
un’anima morrà e sarà
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Il rumore del tempo
mi ha portato fin qui,
ma io ritorno al canto
di quando non sentivo
lo scorrere imperterrito degli anni.
Allora erano seta amici e amori
e tiepidi i timori del domani,
erano sole e luna, erano mani
che davano carezze i
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poi la vita si fa bianca,
ed io la stendo al sole,
perché la asciughi il vento
con l’ ultimo cordoglio
che ho nel cuore.
Inverno solitudine e sconcerto,
inverno del camino antico e caldo,
inverno un altro passo nel concerto
che
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Meteora, sei passata e adesso sento
I bagliori che mai compresi appieno,
ma resta buio il candido tuo seno
che ha bagnato di luce un cuore spento.
Il cielo che ti diede a spazi eterni,
e vide la tua corsa illuminante
ha accolto nel suo letto il
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Non scorgo il tempo dove ritrovarmi,
il luogo è indefinito nello spazio,
mi vince e mi divora anche lo strazio
di chi ha ceduto al suo dolore le armi.
Manca l’appoggio al suolo e manca il cielo
al quale rivolgevo la speranza
della visione
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1281 poesie trovate. In questa pagina dal n° 601 al n° 630.
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